Social media: per il Pew Research Center, Twitter rende le persone più ‘negative’

di Alessandra Talarico |

La mancanza di corrispondenza tra il ‘mood’ di Twitter e la reazione dell’opinione pubblica misurata è attribuibile al fatto che gli utenti Twitter sono demograficamente diversi (ossia molto più giovani) dal campione intervistato nei sondaggi.

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Twitter non può essere considerato lo ‘specchio’ della vita reale e, soprattutto, twittare rende le persone generalmente più ‘negative’.

E’ il risultato di uno studio lungo un anno condotto negli Usa dal Pew Research Center comparando i risultati dei sondaggi nazionali relativi a una serie di importanti eventi politici – le ultime elezioni presidenziali, i principali discorsi di Barack Obama, il confronto Tv con lo sfidante Mitt Romney – al tono dei tweets legati a questi avvenimenti.

 

Un tono a volte più ‘liberal’, a volte più conservatore, ma spesso contraddistinto da una generale ‘negatività’, spiegano i ricercatori.

Probabilmente per il fatto che negli Usa circa la metà degli utenti Twitter è di età inferiore ai 30 anni, in molti casi la reazione ai ‘grandi eventi’ americani è più ‘pro-democratica’ rispetto al saldo dell’opinione pubblica: nel caso, ad esempio, della recente sentenza della corte federale sull’incostituzionalità di una legge californiana contraria a matrimoni gay, la reazione su Twitter è stata abbastanza positiva (46% le conversazioni positive, 8% negative). Ma l’opinione pubblica, secondo un sondaggio nazionale, risultava di parere opposto: solo il 33% era ‘molto contento’ della sentenza, mentre il 44% si diceva ‘deluso’ o ‘arrabbiato’.

 

Uno ‘scollamento’ evidente anche nel corso dell’ultima campagna presidenziale, quando in seguito ai confronti tra i due candidati, i sondaggi assegnavano performance migliori a Mitt Romney, che su Twitter era invece bersaglio di reazioni più critiche.

Allo stesso modo, il giorno successivo alla vittoria di Obama dello scorso 6 novembre, i commenti post-election day sul sito di microblogging erano molto positivi riguardo la vittoria (77%) e solo il 23% era di segno negativo. Un sondaggio tra gli elettori, invece, ha dato un esito più stratificato con il 52% degli intervistati soddisfatti della rielezione e 45% scontento.

 

Quello che emerge più chiaramente dallo studio, tuttavia, è che per entrambi i candidati – nel corso della campagna elettorale – i commenti negativi hanno superato di gran lunga quelli positivi, contrariamente a quanto emerso dai sondaggi nazionali.

 

La mancanza di corrispondenza tra il ‘mood’ di Twitter e la reazione dell’opinione pubblica misurata è attribuibile al fatto che gli utenti Twitter sono demograficamente diversi (ossia molto più giovani) dal campione intervistato nei sondaggi: la portata complessiva del medium tra gli adulti è ‘modesta’, spiega il Pew Research Center, con solo il 13% degli adulti che afferma di aver usato Twitter o di leggere i messaggi. Solo il 3% afferma di aver twittato o retwittato regolarmente o sporadicamente una notizia.

 

D0altro canto, l’audience di Twitter è anche più vasta rispetto alo campione dei sondaggi tradizionali. I minori di 18 anni partecipano infatti alle conversazioni sul social network, ma non sono intervistati nei sondaggi, mentre le conversazioni su Twitter possono includere anche persone che non vivono, nel caso specifico, negli Stati Uniti.