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Interferenze Tv: slittano i tempi per la firma del Regolamento sul rimborso dei filtri

Italia


Da lunedì primo marzo la Fondazione Ugo Bordoni (FUB) è pronta ad attivare il numero verde del call-center al quale segnalare le interferenze tra Tv e LTE.

A confermarlo è Mario Frullone, Direttore ricerche della FUB, a cui il Ministero dello Sviluppo economico ha delegato lo studio del problema. Per partire ufficialmente manca adesso il via libera del Mise e degli operatori tlc.

 

Dal 1° gennaio è partita la graduale accensione degli impianti 4G, il cui completamento è previsto per giugno. Questa tecnologia permette di erogare servizi di banda ultra-larga mobile, sfruttando la frequenza degli 800 MHz (ex canali 61-69) che è, però, adiacente ad alcuni canali televisivi e ne disturba il segnale, a volte impedendo la visione dei canali trasmessi.

 

Resta, intanto, al vaglio del Gabinetto del Ministro dello Sviluppo economico il Regolamento che fissa le condizioni sul rimborso dei filtri anti-disturbo da parte delle telco. Per la firma bisognerà sicuramente aspettare l’insediamento del governo e l’arrivo del nuovo Ministro delle comunicazioni.

I tempi si allungano anche perché con ogni probabilità dopo sarà necessario anche l’OK del Consiglio di Stato.

 

Il costo del servizio e i relativi interventi tecnici degli antennisti, compreso il costo dei filtri, in caso d’interferenze alla ricezione dei programmi televisivi, è a carico degli operatori tlc, come stabilito dall’art. 14, comma 2 bis del Decreto Legge 179 del 2012, convertito, con modificazioni, nella legge 221. Il Regolamento attuativo dovrà stabilire, tra l’altro, anche le modalità di intervento degli antennisti e le procedure di addebito dei costi per i filtri anti-interferenza.

 

Secondo Elia Mariani, direttore didattico dell’Iplab-Rener, il centro di formazione per installatori di Eutelsat, “i filtri potrebbero non essere sufficienti a risolvere il problema delle interferenze dell’Lte a 800 MHz al segnale di ricezione del digitale terrestre televisivo: qualora il segnale Lte fosse troppo potente, nemmeno il filtro riuscirebbe a mitigare le interferenze al 100%”.

Mariani afferma inoltre che, in base alle simulazioni in laboratorio, le interferenze potrebbero colpire tra le 500 mila e le 700 mila abitazioni. Secondo le stime del CNU (Comitato Nazionale Utenti), la percentuale di abitazioni può arrivare fino al 40%.

 

Riguardo alla polemica sollevata da qualcuno sulla necessità di filtri molto costosi per risolvere le interferenze, una fonte ci ha rivelato che il problema non si porrebbe, in quanto parliamo di oltre i 10 mila ‘pezzi’ messi in produzione (realizzati in Estremo Oriente), per i quali il prezzo scenderà inevitabilmente. Questo escluderebbe anche il rischio, palesato da alcuni, del ricorso a filtri economici che avrebbe reso impossibile la ricezione del segnale digitale terrestre.

 

La FUB ha realizzato anche il sito helpinterferenze.it per aiutare gli utenti a destreggiarsi tra filtri anti-interferenza e rimborsi.

Altro spinoso aspetto è quello che riguarda l’installazione gratuita solo per le famiglie in regola con il pagamento del canone Rai, com’è scritto nelle FAQ del sito.

 “Il servizio – si legge – è rivolto ai cittadini, in regola con il pagamento del canone di abbonamento al servizio di radiodiffusione, che lamentano disturbi nella ricezione dei segnali televisivi imputabili ai segnali LTE. Il pagamento regolare dell’abbonamento al servizio di radiodiffusione deve avvenire sia per il Canone di tipo “ordinario” (uso dell’impianto TV in ambito privato) sia per quello “speciale” (uso di uno o più impianti TV in locali aperti al pubblico)“.

 Ma l’associazione consumatori Adiconsum ritiene che condizionare questo servizio al pagamento del canone Rai “…sia un grave errore e un’iniquità“.

“Il canone Rai – spiega, infatti, Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – ha natura tributaria e non ha nulla a che vedere con la fornitura del servizio pubblico essenziale com’è la televisione”. 

Secondo quanto dichiarato a Key4biz da fonti del MiSE, ciò che figura sul sito helpinterferenze.it, “è di natura provvisoria e bisognerà attendere il Regolamento collegato al Decreto Crescita per avere le disposizioni definitive“. Si tratterebbe, quindi, d’informazioni generali che, al momento, non avrebbero alcuna natura vincolante, ma solo indicativa.

Altre fonti ci avrebbero riferito che i legali sono al lavoro per risolvere questo ‘nodo’. I cambiamenti prevedrebbero che l’utente che chiede l’istallazione gratuita di un filtro dovrà dichiarare di essere in regola col canone Rai o diversamente presentare un’autocertificazione con la quale ammetterà di essere in possesso del televisore, ma non in regola col canone, spiegandone le ragioni.

 

Si escluderebbe così il rischio di lasciar fuori dall’assistenza gratuita non solo tutti coloro i quali, ad esempio, abbiano in corso una controversia o una contestazione con la Rai per il pagamento del canone (magari perché non dovuto o perché già versato), ma anche coloro i quali abbiano solo di recente cambiato la propria residenza o acquistato un immobile come prima casa, e ancora non abbiano avuto comunicazione alcuna per il pagamento del canone.

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