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Privacy sotto attacco: ecco come anche i cittadini possono fare ‘lobby’ per chiedere maggiori tutele

Europa


In vista dei passaggi alla Commissione Industria Ricerca ed energia (ITRE) del Parlamento europeo e alla Commissione per l’Impiego e gli affari sociali, il prossimo 20 e 21 febbraio, del progetto di risoluzione legislativa della Commissione Liberta Civili sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e libera circolazione di tali dati (regolamento generale sulla protezione dei dati), anche i cittadini europei possono ‘fare lobby’, contattando i membri del Palamento europeo per chiedere loro di difendere i diritti alla privacy e alla protezione dei dati.

 

Su questa proposta si è infatti scatenata l’azione di pressione delle web company americane, che hanno inviato i loro lobbisti a Bruxelles, con l’obiettivo di convincere l’Europa a minimizzare il più possibile le restrizioni all’uso dei dati – che sono come l’ossigeno per la sopravvivenza degli OTT – e tutelare così gli interessi delle web company, che in Europa generano circa un terzo del loro fatturato (Leggi articolo Key4biz).

 

Un’azione che sembra aver dato i suoi frutti, visto che, come riporta il sito Lobbyplag molti dei ‘suggerimenti’ dei lobbisti Usa sono stati ripresi ‘alla lettera’ negli emendamenti presentati dagli europarlamentari della commissione Mercato interno e protezione dei consumatori alla bozza della Commissione Liberta Civili.

Queste proposte dei deputati, copiati in molti casi direttamente da quelle delle lobby, sono contenute nel draft opinion del relatore per la Commissione ITRE Sean Kelly.

 

Il sito di Privacy Campaign fornisce gli indirizzi e informazioni per contattare gli europarlamentari e chiedere loro di votare per un rafforzamento delle tutele sui dati personali.

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