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Banda larga: Italia al 26° posto OCSE. Sempre più penalizzati dalla mancanza di fibra e cavo

Italia


Arrivano anche i dati dell’Ocse – aggiornati a giugno 2012 – a confermare quanto l’Italia sia ancora indietro alle maggiori economie mondiali in termini di diffusione della banda larga, soprattutto quella da rete fissa.

Paghiamo, principalmente, la totale assenza di tecnologie alternative al DSL, quali il cavo e la fibra, che sono invece molto diffuse in altri paesi, come gli Usa, la Corea e il Giappone che infatti primeggiano.

Nello specifico, in fatto di banda larga fissa l’Italia risulta al settimo posto per quanto riguarda il numero complessivo di abbonamenti: se ne contano nel nostro paese 13,4 milioni, contro gli 88,5 mln degli Usa, 35 mln del Giappone, 27 mln della Germania, 23 mln della Francia, 21 mln del Regno Unito e 18 milioni della Corea.

Scivoliamo però al 26esimo posto quando si tratta della diffusione delle connessioni broadband ogni 100 abitanti: la quota è di 22,1 linee a banda larga ogni 100 abitanti, contro 41,6 della Svizzera e i 39,4 dei Paesi Bassi. La media Ocse è di 26 linee ogni 100 abitanti.

 

Le linee sono per il 99,5% basate sulla tecnologia DSL: in Corea, ad esempio, 21,6 su 100 sono in fibra, 10 sono via cavo e solo 4,5 DSL. In Giappone 17,7 sono in fibra e 4,9 via cavo. Nei Paesi Bassi 17,5 linee sono via cavo e così 15,7 in Belgio e 17,9 in Canada.

 

Riguardo invece la banda larga mobile, se ne contano complessivamente nel nostro paese 34,6 ogni 100 abitanti, per un totale di 20,99 milioni di connessioni dati.

 

Complessivamente, in tutti i 34 paesi OCSE, la banda larga mobile conta 700 milioni di utenti, per una crescita del 18% nei 12 mesi a giugno 2012. Un dato che riflette il crescente successo di tablet e smartphone.

La penetrazione si attesta quindi a 56,6 abbonamenti ogni 100 abitanti. Corea (104,2) e Svezia (101,8) sono gli unici due paesi in cui gli abbonamenti alla banda larga mobile superano il numero di abitanti.

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