Telco Vs OTT: il grosso dei ricavi ancora in mano agli operatori. Alle web company solo il 6% del mercato

di Alessandra Talarico |

Nel 2020 i ricavi generati dai servizi OTT si attesteranno a 15 mld di euro, contro i 7 mld del 2012, pari al 6% del totale dei ricavi generati dai servizi di comunicazione: il restante 94% (pari a 248 miliardi di euro) sarà generato sempre dalle telco.

Europa


Telco Vs OTT

Sarà la svalutazione del mercato tlc, più che l’assalto degli OTT, a incidere più pesantemente sul declino dei ricavi delle telco da qui al 2020. Lo sottolinea il rapporto ‘Future of Communication 2020: Telco & OTT communication – market forecasts’ di Idate, secondo cui nel 2020 i ricavi generati dai servizi OTT si attesteranno – negli Usa e nei 5 principali mercati Ue (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito) – a 15 miliardi di euro, contro i 7 miliardi del 2012. Una cifra che rappresenterà il 6% del totale dei ricavi complessivi generati dai servizi di comunicazione: il restante 94% (pari a 248 miliardi di euro, dagli attuali 263 miliardi) sarà generato sempre dalle telco.

 

Nel suo studio, Idate propone un’analisi sull’evoluzione del mercato e fornisce una previsione da qui al 2020, evidenziando altresì le 6 tendenze chiave che struttureranno il mercato dei servizi di comunicazione.

 

Innanzitutto si assisterà a una progressiva aggregazione di diverse modalità di comunicazione: Facebook ad esempio, partito come social network, ha iniziato a offrire servizi vocali in aggiunta ai servizi di messaggistica e condivisione file. Allo stesso modo, gli operatori, che offrono servizi voce e messaggistica, cercano di diversificare il loro portfolio offrendo servizi di condivisione o offerte cloud e suite Rich Communication (RCS).

 

Le telco, quindi dovranno andare oltre i servizi tradizionali: per mantenere la loro competitività e non essere relegati al ruolo di fornitori di capacità, stanno già iniziando a proporre i propri servizi di comunicazione OTT (come Telefonica con la sua app TU Me o Orange con l’app Libon), oppure stringono accordi  con gli OTT (come ha fatto Verizon con Skype e H3G con Whatsapp) o, ancora, si possono realizzare alleanze tra gli operatori, come nel caso di Joyn in Spagna (Leggi articolo Key4biz).

 

La terza tendenza riguarda la trasformazione di voce e messaggi in ‘commodity’: il valore dei servizi voce e messaggistica è ormai sempre più in declino, essendo ormai dati per ‘scontati’ dagli utenti, che ne usufruiscono in abbondanza grazie a offerte illimitate.  

 

I dati e il Wi-Fi diventeranno quindi sempre più centrali nelle strategie OTT: contrariamente a voce e messaggi, i pacchetti dati illimitati sono ancora abbastanza rari. Con la crescente diffusione degli smartphone, però, la fruizione di video in mobilità è in forte aumento ed è sostenuta dall’uso del Wi-Fi. Tecnologia che sta anche rilanciando le comunicazioni video, opzione più volte proposta dalle telco ma mai decollata veramente e che ora sta vivendo una nuova giovinezza grazie a servizi come Facetime di Apple o Skype.

 

Uno dei principali vantaggi degli OTT è rappresentato dall’offerta di servizi gratuiti, finanziati dalla pubblicità, o con un prezzo molto contenuto, come Whatsapp. La vera moneta di scambio sono, infatti, i dati degli utenti.