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Gli OTT hanno trasformato il mercato Tv, ma il quadro normativo è adeguato ai cambiamenti?

Unione Europea


L’industria dell’intrattenimento e, in particolare, il settore della TV, sta subendo un processo di profonda trasformazione, guidato da fattori di natura globale, come la digitalizzazione dei contenuti audiovisivi e la convergenza dei media con le telecomunicazioni e internet.

La digitalizzazione dei contenuti audiovisivi ha ampliato la capacità di trasmissione e l’offerta di contenuti: il processo di switch-off dalla TV analogica a quella digitale in molti paesi europei ha permesso lo sviluppo di nuovi canali, di servizi a pagamento non lineari e di nuovi modelli di business. Il processo di convergenza sta provocando una vera rivoluzione: livelli mai raggiunti prima d’innovazione e possibilità di scelta per il consumatore, nuovi fornitori di contenuti e aggregatori a livello globale (i cosiddetti operatori “Ove-The-Top“, come Facebook, Apple, Google, Netflix), nuove forme di contenuti (come user generated content e social media).

 

I contenuti video online sono diventati un fattore chiave nel determinare la crescita del traffico internet. Oltre a questo, nuovi dispositivi (smartphone, tablet, smart TV) e nuovi servizi di distribuzione online che si collocano tra cinema e pay-TV, spingono i consumatori a guardare la TV ovunque, in ogni momento e su ogni apparato – anywhere, anytime, on any device.

 

Le indagini delle Autorità antitrust e di regolamentazione in Europa hanno finora generalmente confermato la definizione di uno specifico mercato rilevante della pay-TV, distinto dal mercato della TV in chiaro. Ciononostante, l’evoluzione tecnologica derivante dalla digitalizzazione dei contenuti e il fenomeno della convergenza nei mercati della comunicazione (media, internet e telecomunicazioni) hanno generato profonde trasformazioni nel settore televisivo, a tal punto da spingere il legislatore comunitario a intervenire più volte negli ultimi anni per adeguare il quadro giuridico, attraverso l’emanazione di direttive europee sui servizi di media audiovisivi.

 

Contestualmente, alcuni recenti contributi della teoria economica (ad esempio, la teoria dei mercati a due o più versanti) hanno contribuito a una maggiore comprensione del settore televisivo e delle interazioni tra i diversi gruppi di agenti, dall’altro hanno messo in evidenza alcune criticità nell’applicare i tradizionali strumenti antitrust al settore televisivo – tipicamente lo SSNIP test.

 

Alla luce di questi cambiamenti e dei nuovi modelli economici, il volume di Augusto Preta, “Televisione e mercati rilevanti” (ed. Vita e Pensiero) cerca, dunque, di rileggere e reinterpretare, anche sulla base delle decisioni adottate dalle Autorità di concorrenza e di settore in ambito europeo e nazionale, le scelte in materia di definizione del mercato rilevante, evidenziando quei fattori di cambiamento che, secondo le stesse autorità antitrust avrebbero potuto favorire una revisione delle definizioni stesse e dei criteri sottostanti.

 

A tale fine vengono identificati alcuni indicatori, in grado di determinare concretamente, all’interno del mercato geografico di riferimento, l’esistenza o il superamento della distinzione tradizionale. Il tutto, in un contesto di grande trasformazione, così come evidenziato dall’analisi del mercato italiano nell’ultimo decennio, attraverso il supporto di dati sensibili e in molti casi non disponibili pubblicamente.

 

L’obiettivo dichiarato e certamente ambizioso è di fornire elementi concreti e spunti di riflessione che possano consentire ad Autorità antitrust e di regolamentazione di aggiornare modelli interpretativi e sviluppare chiavi di lettura in materia di mercati rilevanti adeguati alla complessità e velocità dei mutamenti in atto nel settore.

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