OTT e tasse, David Cameron al WEF: ‘Impegneremo il G8 in un’azione globale contro l’evasione fiscale’

di Raffaella Natale |

‘Gli inglesi ne hanno abbastanza - ha detto il Premier britannico a Davos - Dopo anni di abusi, è giunto il momento di risolvere la questione’.

Europa


David Cameron

Il meccanismo di ottimizzazione fiscale, utilizzato da molte multinazionali, soprattutto OTT come Google, Amazon, Facebook o Apple per sottrarsi al pagamento delle tasse nei Paesi dove offrono i loro servizi, è uno degli argomenti centrali del World Economic Forum (Annual Meeting 2013) in corso a Davos al quale partecipa anche il Premier Mario Monti.

 

La questione del cosiddetto profit shifting, che permette di traghettare i profitti nei paradisi fiscali, è stato oggi al centro dell’intervento di David Cameron.

Il Primo Ministro ha dichiarato che “Le multinazionali che vogliono fare affari in Gran Bretagna non devono sottrarsi al pagamento delle imposte, ricorrendo a meccanismi sofisticati” e ha anche annunciato che con la presidenza del G8 verrà portata avanti un’azione globale contro le pratiche aggressive di evasione ed elusione fiscale.  

 

Cameron ha aggiunto d’essere sempre stato a favore dell’alleggerimento del carico fiscale, per agevolare il lavoro, incentivare le startup… ma mai “sostenitore dell’assenza assoluta di tasse per le imprese”.

“Le aziende, come le persone, devono contribuire con la loro parte” e i governi di tutto il mondo devono far qualcosa per porre fine a queste pratiche aggressive: “E’ giunto il momento di risolvere la questione. Dopo anni di abusi, tutti chiedono azioni più incisive e credo ci sia adesso la volontà politica per fare qualcosa”.

 

David Cameron non ha citato alcuna società in particolare, ma è chiaro il riferimento a Google, Amazon o alla catena americana di caffetteria Starbucks, già al centro di un’inchiesta in Gran Bretagna con l’accusa di trasferire i loro profitti in sedi dislocate in Paesi a regime fiscale vantaggioso (Leggi Articolo Key4biz).

“Se queste aziende pensano – ha detto ancora il Premier britannico – di poter continuare a sottrarsi al pagamento della propria quota (di tasse, ndr) e continuare a vendere i loro prodotti nel Regno Unito, ricorrendo a meccanismi sempre più complessi per ridurre il carico fiscale, dico loro svegliatevi (‘wake up and smell the coffee’ in inglese, con chiaro riferimento a Starbucks), perché gli inglesi ne hanno abbastanza”.

 

Queste pratiche commerciali, ha detto ancora Cameron riferendosi a quelle usate dalle multinazionali, non privano solo gli Stati di entrate necessarie per fornire servizi essenziali, ma danneggiano le aziende corrette sulle quali ricade tutto il carico fiscale.

 

“Questo non è anti-capitalismo“, ha commentato Cameron, pensando chiaramente alle parole del presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, che alle accuse ha replicato che ‘si tratta di capitalismo’ (Leggi Articolo Key4biz).

Per il Premier è, invece, un’azione di responsabilità da parte di tutti i leader del G8 che “devono poter guardare negli occhi i cittadini che pagano le tasse e assicurar loro che lo faranno tutti” indistintamente.

 

Una pratica, quella dell’ottimizzazione fiscale, che coinvolge un numero sempre maggiore di aziende, specie quelle che operano su internet, e diversi Paesi, come anche l’Italia.

E’ di oggi la notizia che, dopo Google e Facebook, il fisco italiano sta indagando anche su eBay. L’Agenzia delle Entrate, secondo L’Espresso, avrebbe fatto recapitare alla piattaforma di aste online più famosa del mondo un avviso di accertamento per 76,8 milioni di euro.