Privacy, No ai dati sulla salute online. Il Garante interviene su due amministrazioni pubbliche

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I casi riguardano il Comune di Siderno e l’Asl Napoli 2 Nord. L’Autorità sta valutando gli estremi per contestare un’eventuale sanzione amministrativa.

Italia


Privacy e salute

Non si possono mettere online informazioni sullo stato di salute, patologie o handicap di una persona. Il Garante privacy è intervenuto su due gravi casi di violazione della riservatezza, vietando al Comune di Siderno e all’Asl Napoli 2 Nord l’ulteriore diffusione in Internet, in qualsiasi area del loro sito istituzionale, dei dati sulla salute rispettivamente di cittadini disabili e di persone che hanno beneficiato di rimborsi per spese sanitarie

 

Alle due amministrazioni, inoltre, è stato prescritto di conformare la pubblicazione online di atti e documenti alle disposizioni contenute nel Codice privacy e nelle Linee guida del 2 marzo 2011 [doc. web n. 1793203], rispettando, in particolare, il divieto di diffusione di dati sulla salute.

Nel disporre i divieti, il Garante ha dichiarato illecito il trattamento di dati effettuato dal Comune e dall’Asl, perché in contrasto con la norma che vieta ai soggetti pubblici di diffondere i dati da cui si possano desumere malattie, patologie e qualsiasi riferimento a invalidità, disabilità o handicap fisici o psichici. Dagli accertamenti effettuati dal Garante a seguito di segnalazioni telefoniche, è risultato, infatti, che sul sito del Comune era liberamente consultabile un allegato al Piano comunale di protezione civile contenente l’elenco delle persone non autosufficienti che abitano da sole o con altri inabili.

 

Nell’allegato erano riportati in chiaro il nome e cognome, la sigla della disabilità oppure la sua indicazione per esteso (es. non vedente) e in alcuni casi anche la data di nascita e/o l’indirizzo della persona non autosufficiente.

Mentre sul sito dell’Asl, nella sezione dedicata all’albo pretorio, erano presenti le determinazioni con le liquidazioni degli indennizzi per patologie contratte per cause di servizio, rimborsi per spese sanitarie (anche  a favore di trapiantati o di persone affette da determinate patologie), che riportavano  in chiaro  il nominativo  e/o il codice fiscale degli interessati o dei familiari che avevano beneficiato dei rimborsi.  

Con un separato procedimento l’Autorità sta valutando gli estremi per contestare al Comune e all’Asl una eventuale sanzione amministrativa.