Tecnologie americane dietro i sistemi informatici usati dai governi totalitari per controllare il traffico internet

di Raffaella Natale |

Stavolta è la società Blue Coat nel mirino del Think Tank dell’Università di Toronto.

Spagna


Blue Coat

Diversi regimi autoritari usano le tecnologie di un’azienda americana per controllare e limitare  il traffico internet. Non è la prima volta che si sente parlare di noti brand dell’hi-tech che mettono il proprio know-how a servizio di governi totalitari, ciononostante notizie di questo genere lasciano sempre sbigottiti.

 

A denunciare la cosa è questa volta il dipartimento Citizen Lab dell’Università di Toronto. Uno Studio, messo a punto dai ricercatori canadesi, evidenzia che i software della società californiana Blue Coat Systems vengono usati da Cina, Russia, Venezuela non propriamente rispettosi dei diritti dell’uomo.

Sotto la lente degli studiosi, per diverse settimane, ci sono stati 61 software ProxySG e 316 sistemi PacketShaper che permettono, in particolare, di ‘filtrare, censurare e sorvegliare’.

 

I prodotti di Blue Coat sono stati usati da Egitto, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Uniti, Afghanistan, Bahrein, Cina, India, Indonesia, Irak, Kenya, Libano, Malesia, Nigeria, Russia, Corea del Sud, Singapore, Tailandia, Turchia e Venezuela.

 

I ricercatori evidenziano la necessità di “un esame più approfondito sull’uso dei prodotti di Blue Coat da parte di questi Paesi” e suggeriscono di “guardare con attenzione alla proliferazione mondiale delle tecnologie ICT” e dell’uso che se ne fa.

 

I fornitori “dovrebbero dire chiaramente e pubblicamente a che servono i loro prodotti”.

“Speriamo – hanno aggiunto – che Blue Coat colga l’occasione di questo Report per spiegare come si assicura che i propri sistemi non vengano usati per violare i diritti dell’uomo”.

 

Non è la prima volta che Blue Coat si trova al centro di situazioni simili. Già nel 2011 s’era scoperto che forniva le proprie tecnologie al governo siriano.

 

Blue Coat s’è rifiutata di rispondere ai giornalisti sulla vicenda.

 

Sul suo sito internet, l’azienda scrive di offrire “soluzioni che apportano visibilità, rapidità e sicurezza indispensabili per ottimizzare e rendere sicuri i flussi d’informazioni ricevuti ovunque da qualsiasi utente o network”.