TI Media: i candidati in lizza non vogliono ritoccare le offerte

di Raffaella Natale |

Come cambia il mercato audiovisivo alla luce della recente acquisizione di Switchover Media da parte di Discovery e quali conseguenze per TI Media?

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Telecom Italia

Stamani riunione del comitato esecutivo di Telecom Italia, solitamente fissata il giorno prima del Cda. Domani, infatti, il presidente esecutivo Franco Bernabè, l’Ad Marco Patuano e il direttore finanziario Piergiorgio Peluso faranno con gli altri amministratori il punto sull’andamento dell’attività e avvieranno un primo confronto sull’aggiornamento del piano che sarà presentato il mese prossimo (Leggi Articolo Key4biz).

 

Sicuramente al centro dell’incontro ci sarà la cessione degli asset di TI Media, specie dopo le voci che parlano di offerte al ribasso da parte dei due pretendenti in lizza, Clessidra-Equinox e Cairo Communication, a meno che i vertici di Telecom Italia non decidano di vendere ugualmente La7 e i tre multiplex a un prezzo inferiore a quello che avevano preventivato. In tutto questo si fa, quindi, sempre più strada la possibilità che i vertici della controllante decidano di tenere gli asset per non essere costretti a svenderli (Leggi Articolo Key4biz).

 

Secondo le ultime indiscrezioni di stampa, pare che Urbano Cairo, che punta solo su La7 per la quale già raccoglie la pubblicità a un minimo garantito di 126 milioni di euro l’anno (contratto che scadrà nel 2019), abbia chiesto a Telecom di accollarsi le perdite almeno dell’anno scorso e dell’esercizio in corso.

Questa ipotesi non sembra, però, realizzabile, per cui al momento il candidato più accreditato sarebbe Clessidra-Equinox, che punterebbe all’intero perimetro per 300 milioni di euro, al di sotto però dell’enterprise value. Ma anche il fondo di Claudio Sposito ci va cauto, perché sa che gestire quest’asset non è facile e soprattutto sa che i profitti non arriveranno se non prima di alcuni anni. Per questa ragione, il fondo di private equity non intende raccogliere la richiesta di Telecom Italia di rivedere l’offerta.

 

Questo spinge a pensare che probabilmente anche domani dal Cda di Telecom non uscirà nessuna grande novità e che quindi si posticipi tutto a dopo le elezioni politiche.

 

Ieri il board di TI Media ha adottato la nuova edizione del Codice etico e di condotta, recentemente approvata dalla capogruppo e, si legge in una nota, ha deliberato di avvalersi della facoltà di derogare agli obblighi di pubblicazione dei documenti informativi in occasione di operazioni significative di fusione, scissione, aumento di capitale mediante conferimento di beni in natura, acquisizioni e cessioni. Resta ferma la possibilità per Consob di richiedere la redazione di tali documenti là dove la loro pubblicazione risulti opportuna ai fini della completezza informativa.

 

Repubblica, intanto, analizza il caso TI Media alla luce della recente acquisizione di Switchover Media da parte del broadcaster americano Discovery, che diventa il terzo editore sul mercato italiano dopo Rai e Mediaset (Leggi Articolo Key4biz).

“Se Discovery si compra Switchover – scrive Repubblica – allora vuole dire che TI Media vale più di quello che uno potrebbe immaginare dati i risultati collezionati dal gruppo negli ultimi dieci anni. Ma è anche vero che dopo quest’operazione l’emittente televisiva americana, che peraltro aveva partecipato alla gara per la vendita delle Tv di Telecom, diventa un forte concorrente nonché un importante cliente della società che manda in onda La7“.

 

Discovery insieme a Switchover affitta, infatti, il 24% della capacità dei multiplex di TI Media Broadcasting, ed è di gran lunga il primo cliente della società delle torri che fa capo a Telecom Italia. “Con una simile posizione di forza Discovery potrebbe passare all’incasso e chiedere a TI Media lo sconto sulle frequenze, proprio mentre le fa la guerra con i suoi programmi televisivi ora che è diventato il terzo polo italiano in termini di audience”.