Spending Review: piccoli Comuni e gare d’appalto, il ruolo delle Centrali di Committenza

di Raffaella Natale |

La Fondazione CRE organizza due seminari, il 18 e il 19 gennaio in Calabria, per approfondire i cambiamenti apportati dalla Spending Review e le ricadute sui Comuni con meno di 5 mila abitanti.

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Spending Review

Quale ruolo per le Centrali di Committenza dopo i decreti di Spending review?

Di questo si occuperanno due seminari di approfondimento che si terranno in Calabria il 18 e il 19 gennaio nel Comune di Isca e di San Pietro in Amantea, coordinati da Mauro Nicastri, Direttore generale della Fondazione Calabria-Roma-Europa.

Presenti ai due appuntamenti, oltre ai maggiori rappresentanti degli enti locali direttamente interessati, anche il Consigliere di Stato Eugenio Mele e Michele Gorga, Responsabile area appalti e contratti della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’ex Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, ora confluita nell’Agenzia per l’Italia digitale.

Offriranno il loro contributo Domenico Colaci, avvocato amministrativo esperto di contratti pubblici, e Vincenzo Larocca, Dirigente Unione dei Comuni del versante ionico. Conclusioni affidate al Presidente della Fondazione CRE, Domenico Naccari.

 

Con la Legge Salva Italia (n. 214/2011) è stata introdotta un’importante novità in materia di procedure di evidenza pubblica, con specifico riferimento agli affidamenti gestiti dai Comuni con meno di 5 mila abitanti.

Le nuove norme prevedono, infatti, che i predetti Comuni, ricadenti nel territorio di ciascuna Provincia, affidano obbligatoriamente a un’unica Centrale di committenza l’acquisizione di lavori, servizi e forniture nell’ambito delle unioni dei Comuni, laddove esistenti, ovvero costituendo un apposito accordo consortile e avvalendosi degli uffici competenti.

 

“Questi cambiamenti – ha spiegato Mauro Nicastri a Key4biz – hanno reso necessario approfondire questi aspetti tecnici nei vari Comuni. Da qui il progetto di una serie di seminari che ci permetteranno di entrare in contatto con le diverse realtà locali e toccare con mano le problematiche di ciascun ente”.

 

“La norma – ha aggiunto Nicastri – comporterà la costituzione di organismi altamente specializzati nella gestione delle procedure di evidenza pubblica, consentendo il superamento della gestione frammentata e spesso inadatta delle gare d’appalto”.

 

Il DG della Fondazione CRE ha precisato che, per non incorrere in un blocco delle procedure di gara a decorrere dal 1° aprile 2012, il Decreto Legge 216 del 2011, nella sua conversione in legge, ha spostato tale termine di un anno, portandolo al 31 marzo 2013.

 

Le Centrali di committenza, disciplinate dall’art. 33 del Codice dei contratti pubblici, svolgono le funzioni di amministrazioni aggiudicatrici, sono sottoposte al Codice dei contratti e acquistano forniture o servizi o aggiudicano appalti pubblici, concludono accordi quadro di lavori, servizi e forniture destinate ad altre amministrazioni aggiudicatrici o ad altri enti aggiudicatori.

 

Per Nicastri, “Un più intenso ricorso al modulo organizzativo delle Centrali di committenza potrà comportare importanti vantaggi”.

 

Con la modifica normativa intervenuta, quindi, il sistema di acquisizione di lavori, servizi e forniture dei Comuni con meno di 5 mila abitanti muterà radicalmente, poiché questi ultimi non potranno più bandire gare d’appalto in via autonoma, ma dovranno necessariamente ricorrere a Centrali di committenza, anche sulla base di accordi consortili.

 

La Fondazione Calabria – Roma – Europa ha istituito uno specifico ufficio con funzione di Centrale di Committenza (UCC) quale soluzione da percorrere per l’espletamento dei procedimenti di gara per conto delle Pubbliche Amministrazioni.

In particolare, ispirandosi alle linee programmatiche e d’intervento adottate dalla Fondazione sin dalla sua costituzione, l’UCC è chiamato a svolgere funzioni di Centrale di committenza per conto degli associati e ad assicurare a essi il supporto organizzativo, gestionale e tecnologico nonché adeguate economie di scala.

Se con il Salva Italia si è fatta chiarezza sugli obblighi dei piccoli Comuni, ha detto ancora Nicastri, con le due Spending review si sono tracciati i confini per l’intera Pubblica amministrazione.

I due provvedimenti hanno dunque comportato, tra l’altro, interventi diretti a ridurre la spesa sostenuta dalle pubbliche amministrazioni per acquisto di beni e servizi, confermando l’impianto già esistente della centralizzazione degli acquisti e rafforzandolo con ulteriori misure. Le prime avvisaglie di tali interventi sono contenute proprio nelle due disposizioni sulla Spending review (Legge 94 e DL 95 del 2012) con interventi volti a rendere effettivo il ricorso a questi sistemi di acquisizione di prodotti, realizzati con lo scopo di migliorare le condizioni economiche per gli acquirenti e ridurre gli oneri connessi alla gestione autonoma delle procedure, da parte dei singoli enti.

 

Importante ricordare, quindi, che la Centrale di committenza consortile per i piccoli Comuni dovrà partire obbligatoriamente entro il 31 marzo 2013.