Banda larga mobile: si allarga il digital divide tra i Paesi Ue

di Alessandra Talarico |

Rewheel ha analizzato le tariffe smartphone ‘basic’ - 2Gb di traffico dati e 200 minuti di chiamate verso utenti mobili di altre reti nazionali (off-net) - praticate dagli operatori mobili europei. Ebbene, i costi variano da 8 a 78 euro al mese.

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Proprio mentre gli operatori europei discutono di unire le proprie reti per poter competere meglio sul mercato globale, uno studio della società di analisi finlandese Rewheel sottolinea che nei paesi in cui convivono più operatori – e c’è quindi maggiore concorrenza – i consumatori pagano fino a 10 volte meno per navigare in internet dal cellulare.

Rewheel ha analizzato le tariffe smartphone ‘basic’ – 2Gb di traffico dati e 200 minuti di chiamate verso utenti mobili di altre reti nazionali (off-net) – praticate dagli operatori mobili europei. Ebbene, i costi variano da 8 a 78 euro al mese.

Anche se l’analisi evidenzia che i prezzi più vantaggiosi sono quelli praticati nei mercati più ricchi e quelli più alti sono invece subìti dai consumatori dei mercati meno avanzati economicamente, la differenza non sta tanto nel PIL, quanto nella concorrenza, o meglio nella presenza di un operatore ‘discount’ che contribuisce ad abbassare i prezzi (come Free in Francia).

 

In Europa, la frammentazione del mercato è tale che si contano oltre 100 operatori mobili, ma l’80% degli utenti utilizza i servizi dei 5 principali gruppi attivi nel continente: Vodafone, Deutsche Telekom, France Telecom, Telefónica e Telecom Italia.

 

Secondo Rewheel, nei paesi in cui opera almeno uno ‘sfidante indipendente’, i prezzi della banda larga mobile sono più bassi e la penetrazione è più alta.

Al contrario, nei 13 mercati più ‘protetti’ (cioè dove non si registra la presenza dell’operatore ‘challenger’) il minor prezzo disponibile è in media del 140% più alto rispetto agli altre mercati.

Nei 15 Stati membri in cui si contano solo tre (o due) operatori alternativi, il minor prezzo disponibile è il 46% più alto che nei 12 mercati in cui si contano 4 operatori mobili.

 

Ne consegue che, mentre negli Stati membri con i mercati mobili più concorrenziali un cittadino può usare il suo smartphone per meno dell’1% del suo reddito netto, in quelli più poveri questa percentuale varia dal 10% al 17% ed è chiaramente insostenibile per i più.

 

In Francia, l’arrivo di Free ha acceso un forte dibattito: coi suoi prezzi super scontati, il gruppo di Xavier Niel ha di certo avvantaggiato i consumatori, ma dall’altro lato ha messo in crisi il business degli operatori ‘tradizionali’ che hanno lamentato che una concorrenza così agguerrita porterà alla perdita di posti di lavoro e al blocco degli investimenti nelle reti di nuova generazione.

 

La ricerca Rewheel sarà presentata al commissario europeo antitrust Joaquin Almunia e al commissario per l’agenda digitale, Neelie Kroes che stanno studiando un pacchetto di misure che dovrà soddisfare la necessità di proteggere sia il potere d’acquisto dei consumatori sia la capacità d’investimento delle telco.

 

Secondo Antonios Drossos, co-autore del rapporto, “La trasformazione digitale dell’economia e della società è uno dei principali motori della ripresa economica dell’Unione europea. Gli smartphone rappresentano il veicolo e le tariffe sono il carburante di questa trasformazione”.

“Siamo convinti – aggiunge – che se le autorità europee e nazionali non adotteranno le necessarie contromisure, gli stati più poveri, che sono i più penalizzati, registreranno performance peggiori in termini di competitività non solo digitale ma dell’economia nel suo complesso”.