Il crac di Virgin Megastore e la ‘concorrenza sleale’ degli OTT. La Francia assicura: ‘Entro fine mese riforma su fisco e servizi digitali’

di Raffaella Natale |

Virgin Megastore cade sotto la scure di aziende come Amazon, ha detto il Ministro Filippetti, annunciando che subito dopo la consegna del Rapporto degli esperti il governo lavorerà a una legge sul fisco nell’era digitale.

Francia


Virgin Megastore

Il governo francese non ha digerito le accuse mosse dagli editori e dalla filiera delle librerie di fare il ‘doppio gioco’ con le multinazionali americane (Leggi Articolo Key4biz) e oggi il Ministro della Cultura Aurélie Filippetti è tornata a parlare di ‘concorrenza sleale’ di aziende come Amazon, che non sono sottoposte allo stesso regime fiscale di quelle nazionali.

Il tutto avviene nello stesso giorno in cui la divisione francese di Virgin Megastore, catena di grandi magazzini musicali, apre istanza di fallimento perché impossibilitata a pagare i suoi fornitori con debiti accumulati finora pari a circa 22 milioni di euro. Virgin Megastore è presente in Francia con 26 grandi magazzini e impiega un migliaio di persone.

 

Magazzini che vendono tali prodotti, ha spiegato il Ministro, vengono sottoposti a “una vera rivoluzione e subiscono una concorrenza sleale, bisogna dirlo, da parte di grandi aziende come Amazon” che “non sono sottoposte allo stesso regime fiscale delle aziende localizzate fisicamente in Francia”.

 

Amazon, pioniere dei servizi eCommerce con sede a Seattle, rappresenta insieme ad Apple, Google e Facebook i ‘Big Four’ di internet che, grazie a complesse procedure di ottimizzazione fiscale, riescono a sottrarsi al pagamento delle tasse nei Paesi dove operano.

 

Entro fine mese, ha annunciato la Filippetti, “il governo riceverà il Rapporto sulla fiscalità nell’era digitale, contenente delle proposte per lottare contro questa forma di elusione delle leggi tributarie”.

Lo scorso novembre, infatti, l’esecutivo ha dato mandato a Pierre Collin, consigliere di Stato ed esperto di diritto tributario, e a Nicolas Colin, ispettore delle finanze, di stilare un Rapporto per riformare la materia (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il portavoce del governo, Najat Vallaud-Belkacem, ha, infatti, spiegato che “Le attività, sia di Amazon che di Google come di altre multinazionali, entrano difficilmente nelle abituali nozioni di calcolo delle imposte sulla società vigenti qui o in altri Paesi vicini e che implicano di determinare il territorio nel quale viene prodotto il valore aggiunto“. Precisando che “per il digitale, il valore aggiunto è, infatti, difficile da determinare con precisione”.

 

Questa la ragione per cui il governo ha chiesto ai due esperti di indicare la giusta via per fare in modo che anche gli OTT possano pagare le tasse nei Paesi dove forniscono i loro prodotti e servizi, senza più escamotage per bypassare il fisco.

 

Per quanto riguarda il caso di Virgin Megastore, la Filipetti, che lunedì ha ricevuto le rappresentanze sindacali, ha detto che il governo sta seguendo il caso con ‘grande attenzione’.

“Si va indubbiamente verso un’amministrazione controllata. Questa è l’ipotesi più probabile. Ci sarà poi tempo per trovare un acquirente”.

“Il governo – ha comunque assicurato il Ministro – si mobiliterà nella ricerca e seguirà caso per caso la situazione di ogni magazzino e ogni dipendente”.