Riforma su data protection, anche le aziende estere dovranno allinearsi alle regole Ue se usano i dati di cittadini europei

di Raffaella Natale |

Tra le proposte del Parlamento Ue anche quella di un Garante europeo della Privacy.

Unione Europea


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Il Parlamento Ue ha presentato le relazioni preliminari sulla futura riforma della Direttiva sul data protection in risposta alle proposte della Commissione europea.

E domani saranno discusse dalla Commissione delle libertà civili, della giustizia e degli affari interni della Ue.

 

Con l’obiettivo di rafforzare la protezione dei dati dei cittadini, l’Europa si appresta ad avviare la revisione delle misure entrate in vigore nel 1995, sostituendo la Direttiva 95/46/CE con un regolamento europeo che gli Stati membri dovranno applicare senza discutere.

 

Questa riforma passerà attraverso l’istituzione di un’autorità amministrativa, un Garante Privacy europeo per intenderci, che permetterà di assicurare l’applicazione delle regole in materia di protezione dei dati e che potrebbe prendere la forma di un’agenzia indipendente.

L’Europa desidera assicurarsi che ogni Stato membro disponga di autorità autonome simili che vigilino sull’applicazione delle sue disposizioni e dispongano dei mezzi necessari per farlo.

 

Tra le proposte della Commissione Ue, anche quella di incoraggiare le aziende a usare dati anonimi attraverso l’uso di pseudonimi da parte degli utenti.

Per assicurare l’eliminazione dei dati, la Ue desidera rafforzare la portata giuridica di nozione quali ‘consenso esplicito‘ e ‘diritto all’oblio‘. Quest’ultimo potrebbe tra l’altro essere sostituito con un più ampio ‘diritto alla cancellazione e all’oblio‘.

 

Le istituzioni europee desiderano che l’insieme di queste regole sia applicato anche dalle società domiciliate fuori dalla Ue se usano dati personali di cittadini europei.

L’Europarlamento ha tra l’altro insistito sulla necessità di rafforzare la cooperazione transfrontaliera tra Stati membri riguardo all’applicazione di queste norme future.