Instagram fa dietrofront: ‘Fraintese le nostre intenzioni. Non vogliamo vendere le vostre foto’

di Alessandra Talarico |

Il co-fondatore Kevin Systrom chiarisce la posizione del sito di proprietà di Facebook e sottolinea che la pubblicità è ‘essenziale per diventare autosufficienti’. Tra le proteste più eclatanti quella di National Geographic.

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Instagram fa marcia indietro sulle nuove policy che avrebbero permesso alla società di vendere a terze parti le foto degli utenti e che hanno scatenato un polverone tra gli adepti del sito. Con un intervento sul blog ufficiale, il co-fondatore di Instagram Kevin Systrom cerca di chiarire quello che ora viene fatto passare per un clamoroso equivoco e spiega: “Per essere chiari: non è nostra intenzione vendere le vostre foto. Stiamo lavorando alla modifica di specifiche parti dei termini per rendere chiaro quel che accadrà alle vostre foto”.

 

“E’ facile – scrive – che i documenti legali siano fraintesi, così mi piacerebbe affrontare i problemi specifici che abbiamo sentito da parte di tutti”.

Innanzitutto, spiega, “Instagram è stato creato per diventare un business e la pubblicità è uno dei molti modi attraverso cui diventare autosufficienti, ma non il solo”.

L’intenzione delle nuove policy, che tanta confusione e sconcerto hanno suscitato tra gli utenti, dunque, era di “sperimentare tecniche di advertising innovative e appropriate per Instagram”, ma invece questo è stato interpretato da molti come un tentativo “di vendere le foto degli utenti senza alcun compenso”.

“Non è vero e l’errore è stato nostro adottando un linguaggio in grado di generare confusione”.

 

Dopo aver proseguito a spiegare qual era la ‘vision’ dietro il cambiamento dei termini (“Immaginiamo un futuro in cui sia gli utenti sia le aziende potranno promuovere le loro foto e i loro account“), Systrom sottolinea che l’obiettivo principale del progetto era quello di evitare su Instagram la comparsa di banner che avrebbero potuto degradare la user experience. “Vogliamo piuttosto aiutarvi a scoprire account e contenuti nuovi e interessanti, realizzando al contempo un business autosufficiente”.

 

Per quanto riguarda invece i diritti d’uso delle foto, “Instagram – assicura – non rivendica alcun diritto di proprietà. Niente a questo riguardo è cambiato (…) rispettiamo il fatto che le vostre foto sono vostre. Punto”.

“Ho sempre desiderato che condividiate tranquillamente le vostre foto su Instagram e lavoreremo sodo per promuovere e rispettare la nostra comunità”, ha aggiunto.

 

Rassicurazioni sono giunte da Systrom anche riguardo le impostazioni sulla privacy: “Se le foto sono private, Instagram le condivide solo con le persone che hanno la tua approvazione per seguirti. Speriamo che questo semplice controllo renda facile a tutti decidere quale livello di controllo abbia senso”.

 

“Sono grato a tutti per i vostri feedback e per il fatto che abbiamo una comunità che ci tiene così tanto (…) Una delle ragioni per cui questi documenti non hanno avuto effetto immediato è che volevamo darvi l’opportunità di manifestare ogni dubbio. L’avete fatto e questo ci consente di fornire la chiarezza che meritate”, ha concluso.

 

Tra le proteste più eclatanti, seguite all’annuncio delle nuove regole – che entreranno in vigore dal 16 gennaio – quella di National Geographic, che aveva annunciato l’immediata sospensione della pubblicazione delle foto sul sito.