Digital Agenda: le 7 priorità della Ue per il rilancio dell’economia nel 2013-2014

di Alessandra Talarico |

Il nuovo Piano Ue sull’economia digitale si concentra su aumento degli investimenti; miglioramento del livello di competenze digitali; innovazione nel settore pubblico; riforma quadro sul diritto d’autore; cybersicurezza e cloud computing.

Europa


Neelie Kroes

“L’economia digitale cresce sette volte più veloce del resto dell’economia, ma il suo potenziale è attualmente ostacolato da un quadro politico frammentario”. Per far fronte a questa situazione, a seguito di un approfondito riesame della Digital Agenda For Europe del 2010, la Ue ha adottato oggi una nuova strategia che identifica 7 priorità per l’economia e la società digitale.

Una strategia che, se adeguatamente implementata, aumenterebbe il PIL europeo del 5%, ossia 1.500 euro a persona, nel corso dei prossimi 8 anni grazie al conseguente aumento degli investimenti in ICT; al miglioramento del livello di competenze digitali dei lavoratori; all’innovazione nel settore pubblico; alla riforma delle condizioni generali dell’economia fondata su internet.

Una riforma che potrebbe inoltre contribuire a creare 1,2 milioni di posti di lavoro, grazie alla sola realizzazione delle nuove infrastrutture, e – sul lungo periodo, considerando l’economia nel suo complesso – creare 3,8 milioni di nuovi impieghi.

 

Ecco le nuove priorità:

 

 

  1. Creazione di un nuovo ambiente regolamentare stabile per le reti a banda larga così da aumentare gli investimenti privati nelle reti fisse e mobili. Per il 2013 sono previste nel complesso 10 misure che comprenderanno: raccomandazioni sull’accesso non discriminatorio alle reti e un nuovo metodo di calcolo dei costi per l’accesso all’ingrosso alle reti a banda larga; neutralità della rete; servizio universale e meccanismi per ridurre i costi di ingegneria civile legati alla realizzazione delle reti. Queste misure saranno fondate sulle nuove linee guida sugli aiuti di Stato e sui prestiti proposti nell’ambito della strategia Connecting Europe Facility.
  2. Creazione di nuove infrastrutture digitali grazie al piano Connecting Europe Facility: col sostegno del Consiglio, la commissione accelererà la messa in opera di servizi digitali (firma elettronica, mobilità delle imprese, giustizia online, sanità elettronica e piattaforme digitali per la cultura come Europeana). Solo grazie agli appalti pubblici elettronici (eProcurement) si potranno risparmiare 100 miliardi di euro l’anno, mentre grazie ai servizi di eGovernment i costi amministrativi potranno essere ridotti del 15-20%.
  3. Lancio di una Grande Coalizione sulle competenze e l’occupazione digitali per far sì che ci siano abbastanza lavoratori specializzati da soddisfare la richiesta del settore ICT da qui al 2015. A tal fine, la Commissione coordinerà le azioni del settore pubblico e di quello privato per aumentare il numero di stage per la formazione informatica, intensificare il legame tra scuola e mondo del lavoro e promuovere la certificazione delle competenze per favorire la mobilità professionale. Previsto anche un piano per sostenere le startup innovative.
  4. Più attenzione alla cybersicurezza per valorizzare la libertà e la privacy degli utenti online: la Commissione presenterà una strategia e una proposta di direttiva per stabilire un livello minimo comune di preparazione su scala nazionale che includa una piattaforma online per prevenire e contrastare eventuali attacchi informatici e obblighi di informazione sugli incidenti. Solo così si potrà stimolare un mercato europeo per la sicurezza e la produzione di sistemi che rispettino la privacy fin dalla loro progettazione (privacy-by-design).
  5. Aggiornamento del quadro regolatorio sul diritto d’autore, dalla cui modernizzazione dipende anche la realizzazione di un vero mercato unico. La Commissione cercherà di proporsi come mediatore tra le parti per risolvere le questioni più pressanti inerenti al diritto d’autore continuando a lavorare alla revisione del quadro normativo per poi decidere nel 2014 sull’opportunità di presentare o meno le proposte di riforma che emergeranno da questo riesame.
  6. Accelerare l’adozione del cloud computing facendo leva sul potere d’acquisto del settore pubblico. A tal fine saranno lanciate delle azioni ‘pilota’ nell’ambito della European Cloud Partnership, per contribuire a creare il più grande mercato digitale del mondo che nascerà, però, solo smantellando le attuali ‘fortezze’ nazionali, come le ha chiamate il Commissario Neelie Kroes.
  7. Nuova strategia industriale per la micro e nano elettronica così da accrescere l’attrattiva dell’Europa per gli investimenti nella progettazione e produzione, nonché la sua quota di mercato globale.

 

Per il Commissario Kroes, “Il 2013 sarà l’anno più impegnativo per l’Agenda digitale”, che però si conferma come una strategia irrinunciabile per il rilancio dell’Europa. Essenziale, dunque, “dare priorità all’aumento degli investimenti” nel settore.

 

La nuova strategia presentata oggi mira al rafforzamento della leadership europea del digitale e al completamento, entro il 2015, del mercato unico digitale.

Per quanto riguarda nello specifico la situazione italiana, il Bel Paese risulta indietro rispetto alla media Ue sia per quanto riguarda la diffusione di internet e della banda larga (Leggi articolo Key4biz) che per la  diffusione del commercio elettronico: solo il 15% della popolazione fa acquisti online, un aumento solo dell’1% rispetto al 2010. Nel 2011 solo il 3,9% delle imprese ha venduto online.

 

Quasi fanalino di coda (in penultima posizione) anche riguardo i servizi di eGovernment usati dai cittadini (22%) e in terzultima posizione per quanto riguarda l’uso da parte delle imprese, sceso dall’84% del 2010 al 76%.

 

Per ulteriori informazioni:

 

Sito internet dell’Agenda digitale

Quadro di valutazione dell’Agenda digitale

Profili dei paesi relativi al quadro di valutazione