Antitrust: Google scende a patti negli USA. La decisione per fine settimana

di Raffaella Natale |

Per la fine di questa settimana è attesa la decisione della FTC che da due anni indaga sull’azienda per sospetto abuso di posizione dominante nella web search.

Stati Uniti


Google

Entro la fine di questa settimana, l’Antitrust statunitense comunicherà la propria decisione in merito all’indagine che vede coinvolta Google, per sospetto abuso di posizione dominante sul mercato della ricerca online.

Dopo due anni di esame, la Federal Trade Commission sarebbe pronta a chiudere il dossier, dopo alcune modifiche volontarie alle pratiche di ricerca proposte da Big G al fine di alleviare i timori dell’Autorità, secondo quanto rilevano delle fonti a conoscenza dei fatti.

“La società sta cooperando con la Federal Trade Commission ed è lieta di rispondere a tutte le domande“, ha spiegato un portavoce di Google in un comunicato.

 

Anche le Autorità Ue stanno lavorando ‘intensamente’ per chiudere l’indagine antitrust che coinvolge Google, anche qui per sospetto abuso di posizione dominante nella web search. Anche se al momento non è stata presa alcuna decisione (Leggi Articolo Key4biz).

 

E’ quanto dichiarato nei giorni scorsi dal Commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia, che ha sottolineato: “Dalla nostra parte, questo processo di trattative con Google mira a raggiungere un accordo transattivo, non lo abbiamo ancora trovato ma ci stiamo lavorando sodo. Dunque un giorno, non so dire quando, vi comunicheremo la fine delle discussioni“.

 

Secondo i due organi di controllo, che si sono mossi dopo diverse denunce presentate dai competitor, Google influenzerebbe le ricerche dando priorità ai propri servizi a danno dei concorrenti. Il gruppo s’è sempre difeso, spiegando che i risultati delle query sono ‘frutto di un algoritmo e non di una mano umana’. Una risposta che, però, non appare ovviamente convincente (Leggi Articolo Key4biz).

 

Se i dubbi di Bruxelles fossero confermati, Google rischia una multa fino al 10% del proprio fatturato globale annuo, che lo scorso anno ammontava a 47 mld di dollari.