Il Decreto Crescita 2.0 è legge. La soddisfazione di Neelie Kroes

di Raffaella Natale |

Ma anche tanti i dubbi sui contenuti di quest’Agenda digitale che doveva rilanciare la digital economy mentre in rete si scatena il dibattito sulle sorti dell’Agenzia affidata ad Agostino Ragosa.

Italia


Neelie Kroes

La Camera approva oggi il Decreto Sviluppo bis, recante misure urgenti per la crescita del Paese, che ieri ha ottenuto la fiducia dell’Aula (Elenco voti espressi). Presenti 447, votanti 316, astenuti 131, favorevoli 261, contrari 55.

Approvata, quindi, l’Agenda digitale, nonostante le tante critiche su un testo che appare monco in tante sue parti, specie nella parte riguardante l’eCommerce.

 

Soddisfazione del Commissario Ue, Neelie Kroes, che dopo la campagna lanciata ieri sui social network a favore dell’Agenda digitale e una lettera inviata ai parlamentari italiani affinché firmassero il decreto, oggi su Twitter scrive: “Congratulations #Italy – so pleased to learn yr voices were heard & l’ #agendadigitale now reality (261 votes to 55)”.

 

Il tutto mentre in rete si apre il confronto, scatenato da un tweet di Roberto Scano, esperto di tecnologie e membro, indicato dal MIUR, della Cabina di regia per l’Agenda digitale, che mette in dubbio il futuro dell’Agenzia per l’Italia digitale.

Un passaggio essenziale visto che all’Agenzia il decreto demanda una serie di funzioni di fondamentale importanza per la messa in pratica delle disposizioni.

 

Scano scrive: “Se leggo bene art. 21 comma 4 del decreto 83/2012, saltando il governo salta l’agenzia per l’Italia digitale? #crescita20″.

Il predetto comma cita: “…Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, o del Ministro delegato, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, è approvato lo statuto dell’Agenzia entro 45 giorni dalla nomina del Direttore generale…”.

 

Visto che la nomina del designato direttore generale, Agostino Ragosa, è ancora in attesa di conferma da parte della Corte dei Conti, e visto l’imminente scioglimento del Governo, cosa succederà?

Si tratta solo d’iter burocratici o è possibile che il nuovo governo faccia saltare l’intera Agenzia?

In rete il dibattito è aperto e non solo sulle sorti dell’Agenzia digitale, ma anche su questa Legge che aveva dato tante speranze all’industria dell’innovazione.

“Il Parlamento oggi ha compiuto un atto molto importante approvando il decreto sull’Agenda Digitale e sulle Startup – ha dichiarato Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale a commento dell’avvenuta conversione in legge del decreto Sviluppo Bis.

“Se il provvedimento fosse stato lasciato decadere – continua Parisi – l’Italia avrebbe perso un’altro anno nella realizzazione dell’Agenda Digitale, aumentando ulteriormente il suo già profondo divario con l’Europa.  Oggi ci aspetta un importante lavoro di realizzazione di quanto previsto dalla legge.  Da parte dell’industria italiana dell’ICT vi sarà la piena collaborazione per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda.  Ci auguriamo che, con la crisi di Governo e con la fine della legislatura  non venga meno la spinta positiva che il Governo Monti ha dato anche su questo fronte.   Per questo motivo chiediamo alle forze politiche che si candidano a governare il Paese di mantenere questi impegni, verso l’Italia e verso l’Europa”.

Per Cristiano Radaelli, presidente ANITEC (associazione del settore ICT ed elettronica di consumo cofondatrice di Confindustria Digitale) “Un passo importante è stato certamente fatto, il timore ora è che il vuoto istituzionale e politico vanifichi gli sforzi fatti”.

“L’approvazione del decreto, positiva in sé, manca di quadro complessivo chiaro. Il passaggio verso un’Italia più competitiva richiede uno sviluppo organico di tutto il Paese, dalla scuola, alla sanità, alla pubblica amministrazione, all’impresa privata. Ora è possibile lavorare per costruire una visione d’insieme, necessaria per operare con efficacia per la crescita dell’Italia”.

Ieri, intervenendo in aula, il Ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, ha ricordato che il decreto è “un ulteriore, significativo passo avanti per l’agenda per la crescita sostenibile del Governo” ma, per quanto riguarda le risorse, Passera ha precisato “sono quelle che è stato possibile mobilitare in un contesto difficile in cui il Governo non può prescindere dalla volontà di tenere in equilibrio conti pubblici”.

 

Un testo sul quale ieri è intervenuto appunto anche il Commissario Kroes, per far capire l’importanza dell’approvazione dell’Agenda digitale, considerata volano per l’economia digitale e per il sistema Paese (Leggi Articolo Key4biz).

 

“Mi sorprende – scrive il Commissario Ue ai parlamentari italiani – costatare che circa il 40% degli italiani non ha mai usato Internet. In un momento in cui l’economia digitale in Europa sta crescendo sette volte più velocemente del resto dell’economia tradizionale, non possiamo permetterci questo divario”.

 

Per concludere, sottolineando che “L’agenda digitale italiana è al di sopra della politica; non si tratta di una questione di parte, è un passaggio vitale per assicurare l’adozione di un approccio integrato nel campo delle politiche di crescita Italia, così vitale per il futuro di tutti gli Europei. Non si può dilazionare ulteriormente l’approvazione di una legislazione necessaria a colmare il grave ritardo dell’Italia rispetto ai Paesi più virtuosi d’Europa“.

 

E poi, un tweet in cui si rivolge ai giovani: ‘Giovani italiani, chiedete l’#agendadigitale in IT! Non si tratta di politica, ma del vostro futuro! Difondete messaggio su Twitter e FB’, ha scritto la Kroes.

 

L’intervento della Kroes evidenzia vieppiù l’importanza dell’approvazione di un provvedimento necessario, ma che risulta ancora monco in tante parti essenziali e che ha subito un ulteriore smembramento nel suo passaggio alle Commissioni del Senato.

 

Riferendosi all’Agenda digitale, Paolo Gentiloni (Pd) non ha nascosto il proprio rammarico, ‘Va approvata così com’è’, aggiungendo che rappresenta, comunque, ‘il male minore’.

 

Il testo, infatti, che doveva rappresentare la grande opportunità per il nostro Paese e per la sua digitalizzazione, non è soddisfacente, ma è anche vero che non si potevano tollerare ulteriori rinvii di una legge fin troppo attesa.

Le buone intenzioni sono presenti in nuce nel provvedimento, dalla digitalizzazione della PA alla sanità, alla giustizia, alla scuola, senza tralasciare la necessità di portare la banda larga in tutto il Paese e di investire maggiormente in smart city e startup innovative e il fondamentale ruolo dell’Agenzia per l’Italia digitale per coordinare le azioni e rispettare le linee guida della Ue del Piano Horizon 2020 (Agenda digitale europea).

 

Ancora troppo poco, si poteva fare di più, specie per l’eCommerce, ma sarebbe stato peggio se il decreto fosse stato respinto.

Deborah Bergamini, relatrice della proposta di legge bipartisan sull’Agenda digitale firmata da Paolo Gentiloni (Pd), Roberto Rao (Udc) e Antonio Palimieri (Pdl), nella IX Commissione ha espresso la propria delusione: “Il disegno di legge manca di una visione d’insieme, giacché reca una serie di misure parziali che, per quanto utili, non consentono di realizzare l’obiettivo di fondo ossia quello di avvicinare il più possibile l’agenda digitale nazionale a quella europea”.

La Bergamini rileva come “vi siano poche disposizioni in materia di commercio elettronico e pochissime in materia di inclusione digitale, ancorché si tratti di un tema di fondamentale interesse per l’Italia, posto che una parte consistente della popolazione per ragioni strutturali o culturali non ha accesso alla rete“.

 

Anche sulle smart city, sul quale il Governo aveva condotto una consultazione pubblica, secondo la Bergamini “è venuto meno lo slancio iniziale e le disposizioni introdotte non risultano di elevato profilo, analogamente a quelle concernenti lo sviluppo dei contenuti digitali. Anche in merito alle Startup sottolinea una certa timidezza degli indirizzi assunti dal Governo che non appaiono rispondenti ai contenuti del predetto testo unificato“.

 

Un forte dissenso è stato espresso anche dalle associazioni Stati Generali dell’Innovazione, IWA Italy e Roma Startup, che hanno operato in questi mesi per raccogliere dal mondo delle imprese, delle associazioni e dagli esperti le proposte per migliorare il Decreto Crescita 2.0. Nella nota si legge che “Abbiamo un’Agenda Digitale monca, in gran parte inattuabile“.