Privacy: il Garante interviene per tutelare gli utenti dalle violazioni di popolari siti stranieri

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Diverse le segnalazioni di violazioni della privacy a opera di popolari servizi quali Badoo, Couchsurfing e Trovanumeri.com. Gli interventi del Garante grazie anche alla collaborazione delle autorità dei paesi in cui questi siti hanno sede.

Italia


Badoo.com

Il Garante Privacy italiano si è attivato per difendere le molte persone che non hanno gli strumenti per contrastare le violazioni commesse da società web la cui sede è ubicata fuori dal territorio nazionale o comunitario.

Un primo intervento, come segnalato nell’ultima newsletter dell’Autorità, è stato compiuto nei confronti della società che gestisce la nota social-community online Badoo, a seguito della segnalazione di una ragazza minorenne italiana che si era lamentata del fatto che alcune sue fotografie pubblicate su un altro social network erano state utilizzate da un terzo per creare un’identità fittizia sul sito in questione.

 

La società, su richiesta del Garante, ha deciso di rimuovere spontaneamente il falso profilo. L’Autorità italiana si è comunque riservata, se dovessero emergere altre violazioni, di chiedere l’intervento dell’Information Commissioner, competente sul territorio del Regno Unito.

 

In un altro caso, in cooperazione con il suo omologo tedesco, il Garante ha chiesto alla Federal Trade Commission (FTC), l’Autorità statunitense competente anche per le violazioni della privacy, di accertare le modalità di trattamento dei dati personali effettuato dal sito statunitense www. couchsurfing.com.

Numerosi utenti del sito, infatti, si sono lamentati di come, a seguito della modifica delle procedure sulla privacy del portale – che offre un servizio di “scambio di ospitalità” mediante il web – non si abbia più alcun controllo sui propri dati, e-mail e fotografie gestiti tramite il sito.

 

Va segnalata infine la richiesta di cooperazione al Privacy Commissioner canadese affinché venga individuato chi gestisce il servizio offerto dal sito www.trovanumeri.com che, ad una prima istruttoria preliminare, parrebbe ospitato dal server di una società canadese. In particolare, numerosi cittadini si sono lamentati della diffusione sul web, senza consenso e senza possibilità di opposizione, dei propri dati personali quali: nome e cognome, indirizzo e numero di telefono. (a.t.)