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Brevetto unico europeo: via libera dal Parlamento Ue dopo 30 anni di trattative

Europa


Via libera dal Parlamento europeo, dopo oltre 30 anni di discussioni, al brevetto unico europeo, che permetterà agli inventori europei di estendere, con  un’unica domanda, la validità di un brevetto in tutti i Paesi Ue che aderiscono all’accordo, usufruendo di procedure semplificate e di costi ridotti fino all’80%. Italia e Spagna, non partecipano alle nuove regole perchè contrarie alla proposta che le invenzioni potessero essere descritte e registrate in inglese, francese e tedesco ma non in italiano e in spagnolo. I due paesi sono quindi esclusi per il momento dal nuovo regime, ma potranno scegliere di parteciparvi in qualsiasi momento.

 

Il cosiddetto ‘pacchetto brevetto unitario‘ si compone di tre elementi: un regolamento che istituisce un brevetto europeo con effetto unitario; un regolamento che istituisce un regime linguistico applicabile al brevetto unitario; un accordo tra gli Stati membri per la creazione di una giurisdizione sul brevetto unico e specializzato (il ‘Tribunale unificato dei brevetti’).

I due regolamenti istituiscono un regime di ‘cooperazione rafforzata‘, una procedura che consente a un gruppo di Paesi di portare avanti una proposta anche senza il consenso di tutti e 27 i Paesi membri Ue, introdotta proprio per superare l’opposizione di Italia e Spagna e dare vita al brevetto unitario.

 

Quattro i vantaggi principali del pacchetto: la creazione di un brevetto unitario con protezione uniforme sul territorio dei 25 Stati membri partecipanti; riduzione dei costi fino all’80% per il brevetto unitario, dagli attuali 36 mila euro a 5 mila euro (per fare un confronto negli Usa costa 2 mila euro e in Cina circa 600 euro);  creazione di una giurisdizione unificata e specializzata in materia di brevetti per gli Stati membri partecipanti che eviterà una inutile duplicazione dei contenziosi dinanzi ai giudici diversi Stati membri interessati e migliorerà la certezza del diritto; garanzia della diffusione delle informazioni sui brevetti in tutte le lingue dell’Unione europea, attraverso servizi di traduzione disponibili online e gratuitamente.

 

Qualsiasi inventore potrà dunque richiedere un brevetto unitario all’Ufficio europeo dei brevetti. Il brevetto sarà disponibile in inglese, francese e tedesco. Le domande dovranno essere redatte o accompagnate da una traduzione in una di queste tre lingue.

 

Le discussioni per la creazione di un brevetto unitario applicabile in tutti gli Stati sono iniziate negli anni ’60 ma non sono mai giunte in porto per diverse ragioni.

 

Secondo il Commissario Ue Michel Barnier, responsabile per il mercato interno e i servizi, “Le cifre parlano chiaro: negli Usa, nel 2001, sono stati depositati 224 mila brevetti, in Cina 172 mila mentre qui in Europa solo 62 mila. Una delle ragioni per questo gap è senza dubbio il costo proibitivo e la complessità delle procedure per ottenere la protezione di un brevetto nel mercato unitario”.

 

I nuovi testi adottati, secondo Barnier, aprono la strada a una semplificazione delle procedure e abbattono sensibilmente i costi sostenuti dalle imprese per proteggere le loro innovazioni nei 25 Paesi che aderiscono all’accordo.

“Spero che Italia e Spagna si uniscano al più presto a questo nuovo regime affinché la protezione sia valida in tutti e 27 gli Stati membri”, ha aggiunto il Commissario, sottolineando che con questo accordo il Parlamento e il Consiglio hanno apportato “un contributo decisivo alla messa in atto di un’agenda per il rilancio dell’economia e della crescita”.

 

Il sistema di brevetti attuale “…è una vera e propria tassa sull’innovazione”, ha affermato l’italiano Raffaele Baldassarre (PPE), relatore per il regime linguistico del nuovo brevetto unitario. “Misure specifiche di compensazione totale per le traduzioni e una protezione giuridica supplementare in caso di accuse di contraffazione” sono state introdotte su richiesta del Parlamento, ha poi aggiunto.

Il Parlamento ha ottenuto il rimborso totale delle spese di traduzione sostenute dalle PMI, le organizzazioni no profit, le università e le organizzazioni pubbliche di ricerca con sede nella Ue, nonché il contenimento delle tasse di rinnovo, che rappresentano una grossa fetta delle spese complessive, a un livello che tenga conto delle necessità particolari delle PMI.

 

I primi brevetti europei saranno rilasciati nel 2014.

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