Le dimissioni di Mario Monti preoccupano la Ue: Agenda digitale e asta frequenze che fine faranno?

di Raffaella Natale |

Neelie Kroes twitta: ‘L’Italia deve continuare sulla strada tracciata da Monti’.

Italia


Mario Monti

La nuova crisi di governo, con le annunciate dimissioni del premier Mario Monti dopo l’approvazione della Legge di stabilità, seminano il panico nell’industria dell’innovazione.

Se il governo Monti va a casa, forse non riuscirà neanche a passare alla Camera il Decreto Sviluppo bis, che contiene le misure per avviare l’Agenda digitale italiana o quanto meno, se ci riuscirà (il calendario dei lavori prevede in questa settimana l’esame da parte delle Commissioni competenti e il voto in Aula prima del 18 dicembre), resterà un documento privo di forza, visto che dei decreti attuativi dovrà occuparsi il futuro governo.

 

A questo c’è da aggiungere che, quello che fino a poco tempo fa era solo un dubbio, oggi diventa una certezza: l’asta per le frequenze televisive verrà gestita dal nuovo esecutivo. Senza dimenticare che è ancora pendente la procedura d’infrazione aperta dalla Ue contro l’Italia.

 

Poco prima che la situazione precipitasse, il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, aveva dichiarato: “Conto che la gara verrà fatta prima della fine della legislatura“.

Ma a quanto pare l’unico risultato ottenuto è la cancellazione del beauty contest, una sorta di concorso di bellezza per assegnare gratuitamente le frequenze di cui si sarebbero avvantaggiati i broadcaster più grossi con danno per i new entrant e quindi per il pluralismo.

Recentemente Passera aveva commentato: “Il fatto di aver liberato queste frequenze e di averle a disposizione permetterà alle casse dello Stato di avere un beneficio molto forte che non ci sarebbe stato se non avessimo bloccato quello che era già stato deciso e che era in corso quando siamo arrivati”.

 

Ma quelle che all’arrivo di Monti sembravano due priorità indiscutibili, l’asta delle frequenze e l’Agenda digitale, sono state svuotate di ogni contenuto innovativo e come sempre le tecnologie, che potrebbero  essere il volano della new economy, sono state accantonate e poste in un ruolo del tutto marginale.

Oggi sotto i nostri occhi non si sta consumando solo l’ennesimo ‘gioco politico’, si sta mettendo a serio rischio la ripresa economica di un Paese che non aveva di certo bisogno di quest’ultima spallata.

 

Non a caso oggi, il Commissario Ue per la Digital Agenda, Neelie Kroes, su Twitter ha scritto: “Want to say how much I appreciate Italian Digital Agenda – Italy moving in right direction w/ Mario Monti. Intelligent policy must continue”.

Ma l’invito della Kroes sarà raccolto?

Il responsabile ministeriale della Task Force sulle Startup, Alessandro Fusacchia, sempre su Twitter ha commentato: “Deputati della Repubblica adesso avete una grande responsabilità. Non verso il Governo. Verso il Paese”.

Pronta la replica di Antonio Palmieri (responsabile internet del Pdl): “Mercoledì il voto il Aula”.