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Interferenze LTE-digitale terrestre, Mario Frullone (FUB): ‘Operatori tlc disponibili a farsi carico degli oneri’

Italia


Uno dei problemi di questo passaggio al digitale terrestre sono le interferenze col segnale LTE. Questione al quale sta lavorando alacremente il Tavolo tecnico incaricato dal Ministero dello Sviluppo economico di analizzare le criticità legate appunto all’avvio dei servizi di banda larga mobile, con particolare riguardo alle problematiche interferenziali tra le frequenze a 800 MHz (ex canali 61-69, ora assegnati ai servizi di banda larga mobile) e la Tv.

 

Mario Frullone, direttore delle ricerche della Fondazione Ugo Bordoni, ha dichiarato a Radio 24 che la FUB – che sta studiando il tema per conto del MiSE – ha stimato che saranno circa 700 mila le abitazioni a essere coinvolte.

Il problema è relativo appunto alla frequenza degli 800 Mhz che è adiacente ad alcuni canali televisivi che vengono dunque disturbati dagli impianti 4G che verranno accesi gradualmente su questa frequenza a partire da gennaio 2013.

 

I costi dell’adeguamento degli impianti dovrebbero essere a carico degli operatori tlc. Frullone ha detto a Radio 24 che al Tavolo del MiSE, al quale partecipano anche le telco, “gli operatori che hanno già dato la propria disponibilità a farsi carico degli oneri“.

I cittadini che non riusciranno più a vedere la tv, una volta che verranno accesi gli impianti 4G, “dovranno chiamare un call center che dovrebbe essere gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni per conto del Ministero – ha concluso Frullone – e sarà il call center che attiverà uno degli operatori che provvederà al rispristino della qualità”.

 

I primi impianti 4G già accesi all’inizio di novembre dagli operatori, in alcune città italiane, operano sulla frequenza di 1800 Mhz e quindi non disturbano la tv digitale terrestre. TIM ha lanciato il servizio a Milano, Roma, Napoli e Torino; Vodafone a Roma e Milano; Tre ha un impianto test nel piccolo paese di Acuto (FR), meno di 2000 abitanti; Wind non ha ancora annunciato l’avvio dei servizi 4G.

Da quanto emerge, dai risultati di un’apposita sperimentazione condotta nella città di S. Benedetto del Tronto (AP), sono due i tipi d’interferenze cui sarebbero sottoposti i sistemi riceventi televisivi: il primo, cosiddetto di “blocking“, consisterebbe nell’accecamento delle antenne di ricezione televisiva a causa della saturazione cui i ricevitori tv verrebbero sottoposti a causa della prevalenza dei segnali LTE su quelli televisivi (i ripetitori Lte, infatti, vengono installati prevalentemente sui tetti delle case e nei contesti urbani, a differenza dei ripetitori televisivi, installati prevalentemente in postazioni di montagna; la vicinanza dei sistemi LTE alle antenne riceventi per la tv digitale terrestre accecherebbe queste ultime nel 20/40% dei casi, impedendo, di fatto, la ricezione di tutte le frequenze tv).

 Il secondo tipo d’interferenza, invece, è quella da canale adiacente, e, in tale caso, il disturbo riguarderebbe prevalentemente i canali tv più alti (a partire dal 60 Uhf e via via, i successivi a scendere).

 In entrambi i casi, sono elevati i rischi di disagi all’utenza, in quanto sarebbero numerose le famiglie cui verrebbe, di fatto, impedita – in tutto o in parte – la ricezione dei segnali tv.

 

Il governo è già al lavoro su nuove norme per risolvere il problema delle interferenze tra servizi LTE e la Tv digitale terrestre. E’ quanto ha dichiarato il Ministro Corrado Passera, nel corso del Question Time del 24 ottobre (Leggi Articolo Key4biz), informando che sono allo studio “provvedimenti normativi, da proporre eventualmente nell’ambito dell’iter parlamentare di conversione” del Decreto Crescita 2.0, “idonei a definire le modalità con cui gli operatori di telecomunicazioni dovranno intervenire sugli impianti per la ricezione televisiva domestica ripartendo i relativi oneri”.

Passera ha assicurato che verranno adottare “soluzioni rispondenti a criteri di proporzionalità, trasparenza e non discriminazione e scongiurando oneri eccessivi e ingiustificati a carico singoli operatori”.

 

“Il fenomeno interferenziale, sebbene dipenda da fattori diversi, ad esempio l’orientamento degli impianti d’antenna e la qualità del segnale televisivo e del segnale LTE, sarà apprezzabile in ogni caso nella sua incidenza effettiva al momento dell’accensione del segnale, ovvero a partire dal primo gennaio 2013“, ha commentato Passera.

“In previsione di tale scadenza, l’amministrazione, nell’ambito del tavolo tecnico, ha analizzato tutte le possibili soluzioni allo scopo di individuare, con il contributo degli operatori interessati, opportune misure di contrasto al fenomeno”.

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