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Startup: la riscossa dell’Europa. Nessuna italiana tra le magnifiche 7 candidate a entrare nel club da ‘1 mld di dollari’

Europa


Sarà un 2013 molto proficuo per le aziende innovative europee e, per la prima volta, almeno una fra quelle più promettenti riuscirà a raggiungere il valore di 1 miliardi di dollari (780 milioni di euro) attraverso una vendita, un’IPO o una raccolta fondi.

E’ quanto prevede la società di consulenza M&A Magister Advisors, secondo cui anche in Europa si sta assistendo alla ‘maturazione’ di una nuova ondata di startup che sono riuscite a trasformare le loro idee in business ad alto valore.

 

Non si tratta proprio di una casualità, ma di un trend iniziato da diversi anni e diventato evidente nel 2009-10 quando, cioè, il rendimento (‘exit’) dei Venture Capitalist sul capitale di rischio investito in Europa ha raggiunto quota 15 miliardi di dollari, esattamente la metà di quello raggiunto negli Usa.

“Quello che colpisce di più – ha spiegato Victor Basta di Magister Advisors – è il differenziale nei livelli di finanziamento: nel 2009-2010, negli Usa sono stati investiti in fondi di Venture Capital 25 miliardi di dollari, contro i 6 miliardi investiti in Europa”.

L’Europa, quindi, ha raggiunto la metà dei risultati con un quinto delle risorse.

 

“La qualità delle startup europee è  cresciuta enormemente – ha aggiunto Basta – e parte della ragione risiede nel fatto che rispetto agli anni 90 è molto cresciuta la presenza di ‘imprenditori seriali’, la cui percentuale è passata da uno su 10 di 20 anni fa a quasi 4 su 10″.

 

Secondo la valutazione di Magister Advisors sono sette le aziende hi-tech europee candidate a raggiungere la valutazione di 1 miliardo di dollari:

Wonga (UK, piccoli prestiti personali); Klarna (Svezia, sistemi di pagamento online);  MindCandy (UK, social gaming); Shazam (UK, app musicale per smartphone); Huddle (UK, collaboration and content management);  Just-Eat (UK, app per le ordinazioni di cibo take-away) e Rovio (Finlandia, media company creatore di Angry Birds).

 

Ciò che sorprende di queste aziende, nota Basta, “è la velocità a cui sono cresciute in un momento di forte crisi economica e la rapidità con cui è cresciuto il loro valore aziendale”.

 

Siamo quindi di fronte a una crescita sostenibile? Magister Advisors non sembra avere dubbi. Sì, e per diversi fattori, tra i quali: l’entusiasmo per nuovi business model basati sui ‘Big Data‘; focus sui coinvolgimento ‘social’ e sull’uso intensivo delle tecnologie mobili; forte aumento del capitale disponibile per le startup europee, la maggior parte del quale investito da imprenditori dalla Silicon Valley; una maggiore presenza di ‘talenti a buon mercato’ in Europa rispetto alla Silicon Valley, dovuta al declino di altri settori quali i servizi finanziari e professionali.

 

Secondo Basta, le aziende europee hanno sempre faticato a  raggiungere le stratosferiche valutazioni di quelle Usa e in tempi così ridotti, ma ora le condizioni sono molto più paritarie, con le società europee che, anzi, hanno saputo cogliere meglio alcuni aspetti particolari del potenziale commerciale di internet.

L’Europa si è dimostrata insomma un “terreno fertile per le aziende web-based”, anche perché grazie agli ecosistemi mobili realizzati da Apple e Google – che permettono di avviare attività in grado di raggiungere in men che non si dica milioni di consumatori – “quello che importa ora è la qualità del prodotto e la qualità dell’idea, non dove si ha la sede”.

Non c’è più bisogno insomma di spostarsi nella Silicon Valley: Berlino e Londra, in particolare, riescono ad attrarre tutti quei talenti che appena un paio d’anni fa si sarebbero fiondati in California per sviluppare le loro idee.

E anche se finora solo Skype e poche altre società nate in Europa hanno superato il valore di 1 miliardo di dollari, nei prossimi 5 anni ce ne saranno molte, grazie anche a un’importante numero di imprenditori che preferirà investire che tenersi i soldi in banca.

“Questo circolo virtuoso ha fatto il successo della Silicon Valley ed è solo questione di tempo prima che accada anche in Europa, con il settore tecnologico che diventerà il vero motore della crescita del Continente”, ha concluso Basta.

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