Tweetpolitico.it: dalla striscia di Gaza al web, il conflitto tra Israele e Hamas ai tempi di Twitter

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Tweetpolitico: Il conflitto di Gazai

Rubrica settimanale di Key4biz a cura di Tweetpolitico.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

Ai confini di Gaza, ormai, non si combatte soltanto a colpi di razzi. Una nuova “arma”, Twitter, sembra entrata nell’infinito conflitto tra israeliani e Palestinesi. Dall’uccisione di Ahmed al Jabari, leader delle brigate Ezzedin Al Qassam (il braccio militare di Hamas) un conflitto parallelo a colpi di hashtag e tweet si è si è scatenato sul web. Il conflitto ai tempi di Twitter si basa soprattutto sul rilascio di notizie, video, dichiarazioni e bollettini più o meno ufficiali.  Una propaganda armata 2.0 costruita grazie ad una sinergica integrazione tra blog e social network.

 

La prima dichiarazione di guerra su internet

Dopo l’eliminazione di Ahmed al Jabari ed il rilascio su internet del video dell’attacco,  dall’account  dell’Israel Defense Force (account ufficiale e verificato da Twitter) è partito forse la prima dichiarazione di guerra via web. Il tweet in questione recitava “Noi raccomandiamo agli operativi di Hamas, di livello basso o alto, di non mostrare la loro faccia sopra la Terra nei giorni a venire“. La risposta non si è fatta attendere ed arrivata anch’essa sotto forma di tweet (retwettato 338 volte) da parte dell’account  @AlqassamBrigades, (account non verificato da Twitter): “Le nostre mani benedette raggiungeranno i vostri leader e soldati ovunque si trovino avete aperto da soli le porte dell’Inferno”.

 

Propaganda 2.0

Dopo le dichiarazioni di guerra i due account si sono accreditati come fonti per informare in tempo reale sui blitz militari e le conseguenti vittime tra militari e civili. Il profilo @AlqassamBrigades ha rilanciato una serie di hashatag – #gazaunderattack #terror e  #shalestones – dove vengono “twettati” i bollettini di guerra e pubblicate foto shock di vittime civili. Una strategia atta a mettere in imbarazzo Israele presso l’opinione pubblica estera. L’account  @idfspokeperson ha risposto con l’ hastagh #PillarOfDefense  (dal nome dell’operazione militare) e #IsraelUnderFire  dove vengono postati tweet di aggiornamento sul numero di missili lanciati dai miliziani di Hamas nei confini israeliani. Va segnalato come tutti i tweet sono stati scritti in lingua inglese, un chiaro segnale di come i messaggi siano rivolti alle opinioni pubbliche dei paesi occidentali.

 

@IDFspokeperson

L’account ufficiale delle forze armate israeliane è stato aperto il 3 gennaio del 2009 ed ha i seguenti numeri di base: 7.721 tweet, 86 following, 179.648 follower. Nei giorni caldi del conflitto (dal 14 al 19 novembre) da idfspokeperson sono stati inviati tweet con una frequenza media di 2,0 tweet all’ora o 47,3 tweets al giorno. Per quanto riguarda l’interazione con gli altri utenti negli ultimi 200 tweet il profilo dell’esercito israeliano ha menzionato un altro utente in 15 tweet e dedicato 8 tweet come risposta ad un altro profilo. In totale, in questi tweet, sono stati menzionati 15 diversi utenti. Sui retweet i numeri sono altissimi: degli ultimi 200 tweet, 197 sono stati retwettati da altri utenti per un totale di 89,860 volte.

Il tweet più retwettato  (6,513 volte) recita: “Che cosa faresti se il tuo paese fosse colpito dai missili? RT se sei d’accordo che # Israele ha diritto all’autodifesa”.

 

Indice di leadership: 39/100

Utenti raggiungibili:  623.967

 

@AlqassamBrigade

Il profilo del braccio armato di Hamas è stato aperto il 21 novembre del 2009 e da allora ha raccolto i seguenti numeri di base 4,312 tweet, 7 following e 31,376 follower.   La nostra indagine ha rilevato come il profilo in questione abbia aumentato esponenzialmente le sue performance su twitter tra il 15 ed il 16 novembre, giorni in cui è esploso il conflitto. Dal 14 al 19 novembre Alqassam Brigate è riuscita nell’impresa di inviare più tweet dell’account dei nemici israeliani. Dall’account delle brigate Alqassam sono partiti tweet con una frequenza media di 3,3 tweet all’ora o 79,1 tweets al giorno.  Il grado di interazione con gli altri utenti di Twitter sembra simile a quello di Israele: negli ultimi 200 tweet in 13 (6,5%) un altro utente è stata menzionata, sono 12 (6.0%) le risposte ad altri utenti ed 8 i diversi profili citati. Il numero di retweet anche qui è altissimo: 199 tweet degli ultimi 200 sono stati retwettati da altri utenti di Twitter per un totale di 14.642.

Il tweet più retwettato (410 volte) recita:

“L’esercito di Israele non trovando obiettivi ora bombarda gli uffici dei media, uccidendo i giornalisti a Gaza città. Gaza è sotto attacco, crimine di guerra”

 

Indice di leadership: 18,1/10

Utenti raggiungibili:  989.463

 

Di Guido Petrangeli

Dati raccolti dal 14 al 19 novembre

 

Gli indici del Tweetpolitico.it

L’indice di leadership è calcolato in base al numero di followers, al numero di citazioni e retweet da parte dei propri followers, al numero di citazione e retweet di altre persone che non sono followers diretti.  Utenti raggiungibili ci da la misura del numero di utenti raggiungibili dal profilo analizzato, viene calcolato sulla base del numero dei followers diretti e degli utenti raggiungibili grazie al retweet dei propri followers.

 

Chi siamo: Tweetpolitico.it è il primo “social magazine” costruito sul cinguettio dei politici italiani, conduce indagini e pubblica articoli sulla realtà politica italiana grazie a strumenti di analisi dei tweet dei protagonisti. Tweetpolitico.it è un progetto del Laboratorio Social Media di Diffusioneitalia.com ideato dai giornalisti Guido Petrangeli e Luca La Mantia e dall’ingegnere Fabio Massimi.

 

 

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