Pirateria: in Italia tagliati 22 mila posti di lavoro e perdite per 1,4 mld di euro. Confindustria Cultura chiede intervento di Governo e Agcom

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Marco Polillo: ‘Chiediamo maggiore attenzione, perché la contraffazione digitale rischia di distruggere un intero comparto industriale”.

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L’industria culturale risulta essere una delle più colpite dal mercato del “falso” del nostro Paese, secondo le stime contenute nella ricerca realizzata dal Censis per conto del Ministero dello Sviluppo Economico.

 

A lanciare l’allarme è Confindustria Cultura Italia che in una nota sottolinea anche come il mercato del falso sia, inoltre, in forte espansione nelle reti dove rischia di mettere in crisi il nascente mercato dei contenuti digitali: dalla musica ai film, agli e-book, ai videogiochi e TV.

 

La curva di crescita del mercato del falso è, inoltre, in continua ascesa, con un aumento della domanda da parte dei consumatori, indifferenti al fatto di compiere un atto profondamente illecito.

 

I numeri parlano chiaro: sul fronte dell’audiovisivo l’allarme arriva dai dati dell’ultima ricerca IPSOS, secondo cui l’incidenza della pirateria in Italia è del 37% con danni all’intero comparto audiovisivo stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno. In merito al mercato musicale, secondo uno studio elaborato da Tera Consultants, l’impatto della pirateria nel settore discografico è pari a 300 milioni di euro di mancato fatturato generati per il 90% dalle varie forme di distribuzione e condivisione illegali su internet. Per quanto riguarda il nascente mercato degli ebook, si osserva come la messa a disposizione in “formato pirata” di un libro avviene pochissimi giorni dopo la pubblicazione del contenuto legale, e questo rende chiaramente indispensabile l’allestimento di misure atte a prevenire e contrastare il fenomeno.

 

Più in generale l’industria creativa soffre una contrazione in termini di posti di lavori, pari a oltre 22 mila unità solo in Italia, con una perdita stimata di 1,4 miliardi di euro.

 

Dure le parole di Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia: “In assenza di cambiamenti significativi delle politiche pubbliche e considerata la crescita delle perdite legate alla pirateria su base annua, nel 2013 prevediamo di lasciare sul campo, tra impatti diretti e indiretti, qualche migliaio di persone e diverse centinaia di milioni di euro di perdite di fatturato”.

 

Questo, ha aggiunto Polillo, si traduce in un depauperamento della filiera, con decine di aziende che sono a rischio sopravvivenza. Il Governo e l’Agcom traggano le dovute conseguenze su un fenomeno che, al di là dello strumentale dibattito sulla rete libera, ha già messo in ginocchio un’eccellenza del nostro Paese: la cultura e la creatività italiana, che sono il cuore del Made in Italy.

 

Oggi – precisa ancora Confindustria Cultura Italia -, con un trend esponenziale, assistiamo alla proliferazione di piattaforme transfrontaliere con server all’estero che incassano risorse attraverso i banner pubblicitari, sfruttando la disponibilità di opere dell’ingegno illecitamente caricate“.

 

Si tratta di siti off shore che non collaborano in quanto nati col preciso scopo di diffondere abusivamente contenuti protetti senza autorizzazione.

“Ogni giorno – indica la Federazione che rappresenta oltre 17 mila imprese dell’industria media – film, fiction, libri, musica, giornali, riviste, videogiochi e quant’altro vengono saccheggiati sulle reti digitali senza scatenare il benché minimo interesse dei media e delle Istituzioni preposte. E desta estrema preoccupazione il fatto che non si riesca a porre un argine ai primi dieci siti illegali (per numeri di accesso), piattaforme che da sole coprono il 90% circa del problema ‘pirateria/contraffazione’ su internet“. (r.n.)