Mediaset: titolo giù in Borsa. Analisti divisi su perdita storica da 450 mln

di Raffaella Natale |

La perdita registrata dal Biscione, addirittura al di sotto di alcune previsioni, ha messo in difficoltà gli analisti finanziari che hanno reagito in maniera opposta ai risultati dei primi 9 mesi dell'anno.

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Mercato ancora in fermento dopo la presentazione del primo rosso di Mediaset dopo 17 anni e in attesa della riunione di oggi del Consiglio Agcom che dovrà mettere a consultazione pubblica il disciplinare di gara per le frequenze del digitale terrestre, accogliendo le indicazioni ricevute dalla Commissione Ue.

In tarda mattinata, Mediaset è arrivata a perdere in Borsa il 5,33% a 1,2 euro, per chiudere poi a -2,90%.

 

La prima perdita storica registrata dal gruppo del Biscione, addirittura al di sotto di alcune previsioni, ha messo in difficoltà gli analisti finanziari che hanno reagito in maniera opposta ai risultati dei primi 9 mesi dell’anno. Periodo nel quale Mediaset ha accumulato perdite per 45,9 milioni (88 milioni solo nel terzo trimestre) a causa del netto calo registrato dai ricavi pubblicitari.

 

Per gli analisti della Barclays il titolo Mediaset merita una bocciatura: il rating scende, infatti, da “equalweight” (neutrale) a “underweight” (sottopesare). Gli esperti del gruppo britannico hanno anche rivisto al ribasso il target price a 1,25 dai precedenti 1,5 euro. Reazione opposta per Deutsche Bank i cui analisti hanno alzato il giudizio portandolo dal precedente “sell” (vendere) a “hold” (mantenere).

 

Un dato, quello di Mediaset, che va contestualizzato in un quadro di grave crisi del mercato italiano della pubblicità, specie per quanto riguarda la televisione.

La cifra complessiva degli investimenti delle aziende per gli spazi nei media è calata di circa 1,5 miliardi negli ultimi due anni: dai 9 miliardi del 2010 ai 7,5 stimati a fine 2012.

L’intero mercato televisivo avrebbe perso il 24,2%. Mediaset, con -23%, è andata un po’ meglio della Rai in calo del 29,7%.

Una situazione difficile, per cui a Mediaset non resta che tagliare i costi, così come aveva già annunciato il vicepresidente Piersilvio Berlusconi, pur non rinunciando alla qualità e alla varietà della sua offerta e agli investimenti.

 

Il Cda ha già messo in atto un piano triennale che porterà alla riduzione dei costi del gruppo per 450 milioni, 250 dei quali già praticamente effettuati e a regime a fine 2012, con due esercizi di anticipo rispetto al previsto. Una via praticata principalmente razionalizzando e riorganizzando le strutture, introducendo innovazioni pur in un contesto oggettivamente competitivo e in continua evoluzione.

 

Il broadcaster pertanto, a dispetto dei numeri che per la prima volta nella lunga storia di Mediaset non sono accompagnati dal segno più, si dice fiducioso e convinto di cogliere le opportunità che, fatalmente, le crisi portano con loro: “L’azienda ne uscirà più moderna, solida ed efficiente”.

 

Ancor presto per parlare di ripresa per il quarto trimestre sia in Italia che in Spagna. I primi indicatori non segnano alcuna inversione di tendenza.

 

Oltre al taglio dei costi, per il quale Mediobanca invitava a un atteggiamento da parte del gruppo ‘ancora più aggressivo’, gli analisti di Piazzetta Cuccia consigliano una partnership per Mediaset Premium, magari un operatore straniero come Al-Jazeera, visto che ci sono già state manifestazioni di interesse (Leggi Articolo Key4biz). Se a questo si aggiungono i buoni risultati della società delle torri, Ei Towers, che gestisce i multiplex, la società potrebbe cambiare “la sua equity story, almeno nel lungo-medio periodo”.

 

Ma su questa ipotesi il CFO Marco Giordani ha preferito non dare alcuna indicazione, sebbene nella conference call abbia commentato che in periodo di crisi è logico attendersi operazioni di concentrazione.

“Ci sono stati contatti su questo tema – ha detto Giordani – ma in questo momento non ci sono negoziazioni”.

Nulla accadrà nel breve periodo, quindi, ma il CFO ha aggiunto anche che “di solito cose come queste non si annunciano prima, ma si fanno”.

 

I ricavi di Mediaset Premium, poi, sono stati di 382,4 milioni di euro, in linea rispetto ai primi nove mesi del 2011, e in controtendenza rispetto al mercato.

 

Riguardo all’asta per le frequenze, alla luce dei rilievi posti da Bruxelles all’Agcom, che escluderebbero Mediaset perché già in possesso del numero massimo di mux fissato dall’Antitrust in cinque, Giordani ha detto solo che il gruppo attenderà le decisioni ufficiali.