FT Italy Summit. Mario Monti: ‘Non può esserci società civile senza lotta all’evasione’. Ripresa nella seconda metà del 2013

di Alessandra Talarico |

A domanda secca – ‘le piacerebbe restare premier’ – Monti risponde di no, ma rivendica quanto fatto dal suo governo. La precisazione di Palazzo Chigi sull'introduzione di una patrimoniale.

Italia


Mario Monti

E’ stato il premier Mario Monti ad aprire stamani il Financial Times Italy Summit ‘New Routes for Growth’, di cui Key4Biz è media partner.

Parlando in inglese a un parterre di grande spessore, riunitosi al Marriott Hotel di Milano per fare il punto della situazione economica italiana, Mario Monti ha ripercorso le tappe principali del suo anno di governo, – forte di un consenso che si attesta al 46% della popolazione – rivendicando innanzitutto la messa in atto di una serie di misure contro l’evasione fiscale – come il redditometro o il tetto ai pagamenti in contanti – che hanno come scopo ultimo, oltre di combattere una delle maggiori ‘piaghe’ del nostro Paese, anche quello di ripristinare l’essenziale rapporto di fiducia tra i cittadini e lo Stato.

 

Soddisfazione è stata espressa da Monti anche per l’introduzione delle misure destinate a combattere la corruzione. Misure, nate dalla “determinazione e abilità del ministro della Giustizia” Paola Severino e che mettono finalmente l’Italia in linea con gli standard europei.

 

Quella contro l’evasione e la corruzione, ha detto Monti, “è una guerra” e necessita quindi di misure “che possono sembrare di guerra”.

“Non può esserci una società civile senza un abbattimento dell’evasione fiscale. Lo stesso vale per la lotta alla corruzione”, ha affermato.

 

Monti ha parlato anche del sistema pensionistico, “uno dei migliori d’Europa”, che grazie agli interventi del Governo è stato “stabilizzato” e potrà portare risparmi per 7,6 miliardi nel 2014, che diventeranno 22 miliardi nel 2020.

 

Sul futuro dell’Italia, il premier è sembrato ottimista e ha sottolineato che la crescita potrà arrivare non appena sarà risolta la crisi della zona euro: “Le riforme varate nell’ultimo anno hanno migliorato le prospettive di crescita, ma non ancora i dati”.

Quanto ai tempi della ripresa, il premier ha anticipato che la discesa del PIL “sarà meno pronunciata nel secondo e terzo trimestre 2013” e ha stigmatizzato i tassi di finanziamento ‘insolitamente’ bassi della Germania, a fronte di quelli italiani che restano invece molto alti.

“L’Italia – ha affermato – si finanzia a tassi più alti per le preoccupazioni dei mercati. Proprio per questo abbiamo chiesto con insistenza il meccanismo di stabilità alla Bce”.

Quel che è certo, ha aggiunto, è che “…se un anno fa l’Italia fosse affondata avrebbe trascinato con se anche l’euro e la stabilità monetaria e l’euro stesso”.

 

“Il debito dell’Italia, che è del 120 per cento del PIL, è cresciuto meno rispetto alla media europea durante la crisi”, ha aggiunto ancora il premier, sottolineando che il debito “comincerà a declinare” dal 2014, anche grazie a un programma di privatizzazione e di vendite di immobili.

 

“Siamo solo all’inizio del lavoro – ha aggiunto il capo del governo – ma spero che possiamo dire un anno dopo avere iniziato che ora l’Italia ha fatto molto per creare meccanismi di stabilizzazione a livello europeo, di cui non ha ancora chiesto di poter usufruire. Nella strada che stiamo facendo potrebbero esserci delle sorprese”.

 

Tra queste, potrebbe esserci anche una patrimoniale: “Non sono contrario – ha detto – Il governo sta studiando una patrimoniale generalizzata” ma, ha aggiunto, “non sarà introdotta nottetempo, ci sono passi che stiamo verificando e non dovrà incentivare la fuga dei capitali”.

“Vorrei anche sdrammatizzare – ha proseguito – la questione della tassa patrimoniale, che esiste in alcuni paesi estremamente capitalisti”.

L’introduzione di una tassa patrimoniale dipenderà inoltre, ha spiegato,  “da come funzionerà e da come sarà utilizzata: come strumento fiscale o come misura una tantum da parte di governi che vogliono dare un taglio al passato”.

 

Quanto all’introduzione di nuove misure per ridurre i costi della politica, il premier ha citato la riduzione delle province, nella quale rientra anche Varese, sua città d’origine, ma ha sottolineato la necessità di non scadere nel ‘populismo’.

“Per il cittadino nulla è abbastanza, lo capisco, ma noi dobbiamo essere molto duri ma non populisti”, ha affermato.

 

Alla domanda se vorrebbe rimanere Presidente del consiglio, Monti ha infine risposto che “no”, non gli piacerebbe.

“Molte persone – ha aggiunto – riescono a immaginare questo scenario, a qualcuno piace e a qualcuno no. Io non ho molto da commentare in proposito”.


Sulla possibilità di una modesta tassazione generalizzata del patrimonio, però, è arrivata a stretto giro la precisazione del Governo.

“Il Presidente del Consiglio Mario Monti, intervenendo alla conferenza del Financial Times “new routes for growth”, non ha affatto annunciato un intervento di tassazione sui patrimoni”, precisa una nota di Palazzo Chigi.

“Il Presidente – prosegue la nota – ha ricordato il contesto in cui il governo ha operato e i vincoli alle scelte in materia di imposizione fiscale, in particolare la mancanza di una base conoscitiva sufficientemente dettagliata e la necessità di evitare massicce fughe di capitali all’estero. Non essendo perciò realizzabile una tassazione generalizzata del patrimonio, il Governo nel dicembre 2011 è intervenuto, con l’approvazione di tutti i partiti della maggioranza, su varie componenti della ricchezza patrimoniale separatamente, con un risultato effettivo in qualche modo paragonabile”.

“Tutto ciò Monti ha chiarito come spiegazione delle decisioni allora adottate, non come premessa di futuri interventi”, conclude la nota.

 

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