Digital Agenda: la banda larga mobile supera la fissa. In Italia copertura broadband e HSPA superiore alla media Ue

di Alessandra Talarico |

Le note dolenti per l’Italia arrivano quando si guarda alle tecnologie di accesso di nuova generazione: siamo in 27esima posizione in termini di copertura totale NGA (10,7%), mancano le tecnologie via cavo e non c’è segno di roll-out VDSL.

Italia


Fibra ottica

La Commissione europea ha appena pubblicato i risultati dello studio Broadband Coverage in Europe che misura i progressi compiuti dagli Stati membri in termini di copertura a banda larga e dal quale si evince che la copertura HSPA ha raggiunto in Europa il 95%, superando quindi il DSL (92%) e con una diffusione superiore a quella di tutte le tecnologie broadband standard messe insieme.

L’LTE, invece, è ancora fermo a meno del 9%.

 

Due degli obiettivi chiave dell’Agenda digitale europea prevedono la copertura di tutti i cittadini con connessioni a banda larga basic entro il 2013 e con velocità di almeno 30 Mbps entro il 2020.

 

Dai dati emerge che l’infrastruttura broadband italiana è più avanti della media europea per quanto riguarda la copertura totale standard (al 98,5%) e l’HSPA (95,5%). Superiore alla media anche la copertura standard nelle aree rurali all’89% contro una media Ue del 78%. Leggermente inferiore alla media, invece, la copertura HSPA nelle aree rurali (76,4%).

“L’Italia – rileva lo studio – ha una copertura standard alta e uniforme: nelle due città più densamente popolate, Milano e Napoli, la copertura è al 100%. Nelle altre aree è almeno al 96%”.

 

A livello europeo, la banda larga ‘basic’ ha raggiunto oltre 200 milioni di abitazioni, pari al 95,7% del totale.

 

Per quanto concerne la diffusione dell’accesso a 30Mbps, l’Europa si trova a metà strada rispetto ai target dell’Agenda digitale, con una copertura del 50% delle abitazioni (105 milioni hanno già disponibilità di connessioni NGA). Ed è qui che arrivano le note dolenti per il nostro Paese, che si colloca in 27esima posizione in termini di copertura totale NGA (10,7%).

 

Guardando alla diffusione delle diverse tecnologie l’Italia supera la media Ue in termini di copertura DSL (97%) e presenta una delle maggiori coperture WiMax (60%). Queste due tecnologie insieme forniscono una copertura a banda larga basic in tutto il paese.

Nel paese, tuttavia, non è presente alcuna infrastruttura via cavo e, sottolinea inoltre lo studio, mentre in passato, il gap NGA era stato colmato dallo sviluppo di uno dei primi e più estesi servizi FTTP (a Milano, la copertura è del 55%), ora il tasso di crescita è rallentato e la copertura FTTP – ferma complessivamente al 10,7% – risulta inferiore alla media Ue.

In 14 regioni, dove si trovano le principali città del Paese, la copertura varia dal 10% al 35%.

 

Allo stesso modo non c’è segno di roll-out VDSL e questo fa sì che l’FTTP sia l’unica opzione NGA fissa. In ambito mobile, gli operatori cominciano a muovere i primi passi nell’LTE, le cui frequenze saranno liberate all’inizio dell’anno prossimo.

“Gli effetti di questa situazione sono chiari nel settore rurale per il quale l’Italia è uno dei sette paesi a non aver ancora identificato una strategia di copertura NGA. Ma – nota lo studio – l’estensione delle reti WiMax permette di soddisfare ragionevolmente bene la domanda di banda larga in queste aree”.

 

A livello europeo, permane un forte gap nella copertura delle aree rurali, principalmente riguardo l’accesso di nuova generazione: se, infatti, il 78% delle abitazioni situate nelle aree rurali dispone di connessioni basic, solo il 12% (5 milioni) dispone di NGA.

In sostanza, 35 milioni di famiglie su un totale di 40 milioni aspettano connessioni di nuova generazione e portarcele implica uno sforzo notevole in termini di investimenti.

 

Riguardo la diffusione delle diverse tecnologie, la ricerca mostra che il DSL è la tecnologia fissa più diffusa, con una copertura del 92% delle abitazioni. Le tecnologie via cavo si attestano al 42% e il WiMax al di sotto del 15%.

Guardando alle tecnologie NGA, Docsis 3, si attesta al 37%, seguito dal VDSL al 21% e dall’FTTP, diponibile solo per il 12% delle famiglie.

 

Lo studio è stato commissionato dal Directorate General for Information Society and Media, DG INFSO (ora DG Connect).

Per il Commissario Neelie Kroes, responsabile della Digital Agenda, avere a disposizione dati accurati “è essenziale per mettere in atto politiche e regolamentazioni che garantiscano la banda larga a tutti gli europei”.


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