iPhone 5: Foxconn non riesce a soddisfare la domanda. A rischio le scorte per Natale?

di Alessandra Talarico |

Il presidente Foxconn ha ammesso le difficoltà a produrre abbastanza iPhone per far fronte alla domanda. Il titolo Apple ieri ha perso il 4,2% per i timori legati alla disponibilità di iPhone per Natale. Dato che avrà un effetto tangibile sui risultati.

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Terry Gou

“Non è facile produrre l’iPhone…Non riusciamo a soddisfare le richieste di Apple data la forte domanda del mercato”.

Il presidente di Foxconn, Terry Gou, ha ammesso le difficoltà a rispondere alla forte richiesta di iPhone 5 che – come già affermato in precedenti occasioni – “è il dispositivo più complicato mai prodotto” dall’azienda taiwanese, che pure è uno dei maggiori contractor dell’industria elettronica mondiale e produce e assembla i dispositivi dei principali vendor occidentali.

“I nostri sforzi non son o sufficienti a fronte della forte domanda”, ha spiegato Gou, imputando i ritardi di fabbricazione alla complessità del processo di produzione ma senza precisare se l’azienda ricorrerà all’aiuto di altre divisioni – come Foxconn International Holdings (FIH) – per accelerare la produzione.

 

Lo scorso 24 settembre, Apple ha annunciato di aver venduto 5 milioni di iPhone, una cifra che ha tuttavia deluso gli analisti, che ne avevano previsto il doppio.

Lo stesso giorno, l’operatore Usa AT&T aveva lamentato l’insufficienza delle scorte, confermando i dubbi sulla capacità di Apple far fronte alla domanda.

 

Dopo queste dichiarazioni il titolo della società di Cupertino ieri ha perso il 4,2% per i timori legati al fatto che il numero di iPhone disponibili per Natale avrà un effetto tangibile sui risultati trimestrali del gruppo.

 

Secondo gli analisti, tuttavia, i problemi di rifornimento non avranno impatto sull’andamento a lungo termine del titolo in quanto la capacità produttiva di Foxconn – che solo in Cina impiega 1,2 milioni di persone – permetterà di risolverli nel giro di un paio di mesi.

 

Sta di fatto, però, che le difficoltà di soddisfare la domanda dei gettonatissimi prodotti Apple era emersa non soltanto alcune settimane fa (Leggi articolo Key4biz) ma già nel giugno 2010, quando Gou aveva annunciato un taglio delle stime sulle vendite nel lungo periodo e si era presentato agli investitori con la stessa scusa: “L’iPhone – aveva detto – è troppo difficile da produrre”.

Abbiamo aiutato Apple a fare un sacco di soldi – aveva aggiunto Gou – se i nostri clienti guadagnano, anche noi guadagniamo. Mi fanno più paura i clienti che non guadagnano”.

 

Forse, però, Gou dovrebbe preoccuparsi più di venire incontro alle richieste dei lavoratori – costretti a turni massacranti per rispettare le consegne e che nei mesi scorsi hanno anche ‘osato’ scioperare – che di non riuscire a sfornare le decine di milioni di smartphone richiesti dalle aziende occidentali, che sfruttano la manodopera cinese per guadagnare cifre esorbitanti sui dispositivi venduti a un prezzo considerevolmente superiore a quello di produzione (Leggi articolo Key4biz).

 

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