ICT e democrazia: il Parlamento Ue chiede il bando delle esportazioni di prodotti hi-tech nei Paesi repressivi

di Alessandra Talarico |

Gli europarlamentari hanno stigmatizzato, in particolare, il fatto che alcune compagnie europee abbiano dato ai regimi autoritari accesso illimitato alle loro reti e ai database con la scusa di dover rispettare la legge locale.

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Telefonini e internet sono spesso usati dai regimi repressivi per censurare le informazioni, sorvegliare i cittadini, monitorarne gli spostamenti.

Per questo la Commissione affari esteri del Parlamento europeo ha approvato – con 47 voti a favore e nessuno contrario – una risoluzione volta a vietare le esportazioni di tecnologie che possano servire alle autorità di questi paesi per mettere in atto pratiche in violazione dei diritti umani.

 

“Le aziende europee e le loro controllate o fornitori dovrebbero svolgere un ruolo di primo piano nella promozione e la diffusione di elevati standard sociali in tutto il mondo”, si legge nella relazione elaborata da Leonidas Donskis sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2011.

 

Gli europarlamentari hanno stigmatizzato, in particolare, il fatto che alcune compagnie europee abbiano dato ai regimi autoritari accesso illimitato alle loro reti e ai database con la scusa di dover rispettare la legge locale. È il caso, in particolare, di TeliaSonera in diverse repubbliche paesi sovietiche.

Accolta invece con favore la decisione del Consiglio di vietare le esportazioni di alcune tecnologie in Siria e Iran: decisione che, a giudizio degli europarlamentari, dovrebbe essere considerata un precedente per future misure contro altri regimi repressivi.

 

Il voto in plenaria sulla risoluzione è atteso per dicembre.

 

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