Innovazione: in Italia mancano Regioni ‘Leader’. Pesa la mancanza di sinergia pubblico-privato nella ricerca

di Alessandra Talarico |

Dai dati del Regional Innovation Scoreboard 2012, l’Italia risulta nel complesso un ‘Innovatore moderato’, con 7 regioni appartenenti al gruppo degli ‘Innovation Follower’, 12 a quello dei ‘Moderate Innovators’ e 2 ‘Modest Innovator’.

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Pure in un’economia sempre più globalizzata, la crescita risulta ancora direttamente collegata alla capacità di innovazione di regioni e città, considerate gli ‘spazi’ privilegiati per stimolare investimenti e conoscenze.

Molti governi regionali hanno importanti competenze e risorse finanziarie nel campo dell’innovazione, anche se le performance delle regioni dipendono non solo da quelle delle imprese e dagli istituti di ricerca che in esse operano, ma anche dall’interazione e dalle sinergie tra i diversi stakeholder, imprese e organizzazioni. Dove mancano questi scambi, l’innovazione non è in grado di produrre ricchezza, brevetti, commercio.

 

In Europa, tuttavia, il livello di innovazione varia considerevolmente non solo a livello continentale, ma anche a livello nazionale, come risulta dal Regional Innovation Scoreboard 2012 appena pubblicato dalla Commissione europea.

Il Regional Innovation Scoreboard 2012 copre 190 regioni dell’Unione europea, Croazia, Norvegia e Svizzera e le classifica in 4 gruppi in base al livello di innovazione: nel primo gruppo – quello degli ‘Innovation Leader‘ rientrano 41 regioni, 58 regioni appartengono al secondo gruppo degli ‘Innovation Follower‘, 39 regioni sono ‘Moderate Innovators‘ e 52 regioni rientrano nel gruppo dei ‘Modest Innovator’.

La maggior parte delle regioni dei Paesi Ue mostrano diversi livelli di capacità innovativa: l’esempio più evidente sono la Francia e il Portogallo, dove le performance delle regioni variano da ‘Leader’ a ‘Modest’ innovator.

 

L’Italia risulta nel complesso un ‘Innovatore moderato’, con 7 regioni appartenenti al gruppo degli ‘Innovation Follower’ (Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Lazio), 12 a quello dei ‘Moderate Innovators’ (Valle d’Aosta, Liguria, Provincia Autonoma Bolzano, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna) e 2 appartengono al gruppo dei ‘Modest Innovator’ (Calabria e Molise).

 

Le politiche per l’innovazione della Commissione europea hanno posto una forte attenzione alle reti che collegano le aziende all’ambiente circostante (altre aziende, università, istituti di ricerca) attive soprattutto a livello regionale – i cosiddetti cluster.

 

Il più alto numero di regioni più innovative, informa la Ue in una nota, si trova generalmente nei paesi leader nell’innovazione: Svezia, Danimarca, Germania e Finlandia. In Germania 12 regioni su 16 risultano ‘Leader’ nell’innovazione; 3 su 5 in Finlandia e 5 su 8 in Svezia.

 

Tutte le regioni analizzate mostrano diversi punti di forza e debolezza nelle loro performance d’innovazione: la gran parte degli innovation leader e follower hanno un sistema di innovazione bilanciato, che si traduce in un punteggio alto in diversi indicatori, quali le spese pubbliche in ricerca e sviluppo, le capacità di innovazione delle imprese, collaborazione pubblico-privato nella ricerca e innovazione, sviluppo di innovazioni tecnologiche, numero di brevetti, commercializzazione di prodotti innovativi e alto livello di occupazione nella produzione hi-tech e nei servizi ad alta intensità di conoscenza.

 

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