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Editoria e internet, la soluzione di Carlo De Benedetti: ‘Cartaceo concentrato su analisi e sito web per le notizie’

Italia


Quali saranno gli indirizzi che Carlo De Benedetti vorrà dare al Gruppo l’Espresso all’indomani della decisione di lasciare Cir e passare il testimone ai figli, mantenendo solo la guida delle attività editoriali?

E’ quello che oggi si chiedono tutti dopo aver appreso che l’ingegnere ha fatto un passo indietro, lasciando ai figli  “un gruppo in salute, internazionalizzato e molto diversificato”.

Ora, ha spiegato, “mi concentrerò sul mio ruolo di presidente ed editore del gruppo Espresso. Mi ci dedicherò a tempo pieno come editore. Il mio solo interesse sarà la presidenza dell’Espresso. Non avrò nessun legame con le altre attività controllate da Sapa”.

E ancora: “Concentrerò le mie attenzioni su quella che è stata sempre la mia passione. Una passione che si è accresciuta da quando nel 2009 ho tenuto la presidenza dell’Espresso, come unica carica all’interno del gruppo. Potermi dedicare a questo settore, con Mondardini capo azienda ed io editore e punto di riferimento, mi dà grandi stimoli. E poterlo fare interamente da editore puro, in un Paese dove questo è così raro, è un’opportunità e un motivo di soddisfazione in più”.

 

La scelta di De Benedetti, di voler fare solo l’editore puro, dà molto da pensare. E già qualcuno ipotizza che in vista potrebbero esserci cambiamenti e novità.

Il presidente del Gruppo L’Espresso ha precisato: “Non c’è dubbio che anche noi risentiamo di una situazione di crisi generale dell’economia. Una crisi che io ritengo di medio lungo periodo, non congiunturale. Ma i dati dell’ultima trimestrale confermano che facciamo meglio della media dei mercati di riferimento”.

 

Tuttavia anche l’editoria sta vivendo un momento di grave crisi, con una lettura che si sposta sempre più verso il digitale e con il crollo delle entrate pubblicitarie.

“Abbiamo davanti problemi molto seri – ha commentato De Benedetti in un’intervista al Sole24Ore – C’è una profonda crisi mondiale della carta stampata. E c’è lo specifico problema italiano di un calo di pubblicità che raggiunge il 25% in ottobre. Una realtà che impone inevitabilmente una revisione dei perimetri e delle azioni su cui ci si focalizza. Bisogna ragionare in modo strategico sul futuro, facendo oggi quanto occorre perché questo futuro ci sia”.

 

De Benedetti, che da poco ha lanciato in partnership la versione italiana dell’Huffington Post, ha detto chiaramente che continuerà a investire nel digitale.

 

E nel momento in cui gli editori di tutto il mondo cominciano a chiedersi se valga la pena continuare con la carta stampata o sia meglio passare tutto su internet, De Benedetti ha offerto la sua soluzione: “Edizioni cartacee con minor foliazione, concentrate su analisi e commenti, e con il sito web per le notizie”.

Un trend, che come l’ingegnere stesso ha ammesso, è quello seguito già negli Stati Uniti e che si sta lentamente sviluppando anche in Europa.

“Il Guardian – ha indicato De Benedetti – si sta ponendo il problema se andare tutto su digitale ed eliminare la carta. Noi non siamo a questo punto. Continuiamo a credere nel cartaceo. D’altra parte Repubblica resta il quotidiano più letto d’Italia e i nostri giornali locali sono in crescita. Siamo primi nella carta, siamo primi nel digitale, prenderemo nuove iniziative su digitale e vogliamo mantenere la leadership su carta. Andiamo avanti con la consapevolezza e la fiducia di avere un futuro positivo, se continueremo sulla strada intrapresa”.

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