Connecting Europe Facilty, da Anitec sostegno al programma Ue. Cristiano Radaelli: ‘Il Governo italiano supporti il progetto’

di Alessandra Talarico |

Il piano prevede strumenti innovativi come i project bond, grazie ai quali si potrà ottenere un effetto ‘moltiplicatore’ degli investimenti privati. Anche il presidente della CDP, Franco Bassanini, ha auspicato l’uso dei project bond per le reti NGN.

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Connecting Europe Facilty

Anitec, l’Associazione Nazionale Industrie Informatica, Telecomunicazioni ed Elettronica di Consumo, si unisce all’appello promosso dal Vicepresidente della Commissione Europea Siim Kallas, che ha lanciato una petizione per richiamare ai governi europei e al Consiglio Europeo stesso l’importanza di supportare e approvare la Connecting Europe Facility, che prevede finanziamenti per 50  miliardi di euro a supporto degli investimenti nei settori dell’energia, trasporti e banda larga.

Il progetto europeo sta incontrando non poche difficoltà sul suo cammino e anche il commissario per l’agenda digitale, Neelie Kroes, nei giorni scorsi ha invitato gli Stati membri a sostenerlo per garantire ai cittadini infrastrutture viarie, energetiche e digitali all’altezza delle loro necessità.

 

“Nelle prossime settimane il futuro delle infrastrutture europee raggiungerà una fase critica quando gli Stati Membri saranno chiamati a decidere sul bilancio dell’Unione per il periodo 2014-2020. “Anche Anitec dà il proprio sostegno al programma di creazione di una Connecting Europe Facility, come proposto recentemente dal Consiglio Europeo”, ha affermato Cristiano Radaelli, Presidente Anitec e membro italiano del Board di Digital Europe.

“Come Presidente di ANITEC e membro del Board di Digital Europe sostengo con convinzione il progetto, che prevede lo sviluppo di infrastrutture di trasporto fisico e digitali in larga banda. Auspichiamo che anche il Governo italiano supporti in modo positivo il progetto”, ha aggiunto Radaelli.

 

Nella sua petizione, Siim Kallas ha sottolineato la necessità di “investire seriamente nelle reti europee”. Cosa che non accadrà, ha aggiunto, “senza il sostegno economico dell’Unione europea e un miglior uso dei fondi pubblici”.

I governi della Ue e il Parlamento stanno negoziando il prossimo bilancio Ue e, ha detto ancora Kallas, “hanno la responsabilità di approvare un bilancio per la crescita”.

In un momento in cui il mercato globale è sempre più competitivo, ha concluso, “l’Europa non può permettersi un ulteriore ritardo negli investimenti per le infrastrutture essenziali”.

 

Il piano Connecting Europe Facility prevede strumenti innovativi come i project bond, grazie ai quali si potrà ottenere un effetto ‘moltiplicatore’ degli investimenti privati: basandosi su stime relativamente prudenti, la Commissione ritiene che ad esempio che i 9,2 miliardi previsti per stimolare gli investimenti nella banda larga promuoveranno investimenti tra 50 e 100 miliardi di euro, una parte sostanziale dei 270 miliardi previsti per portare la fibra ottica in tutta Europa.

 

Della necessità di utilizzare i project bond per accelerare lo sviluppo delle reti di nuova generazione ha parlato anche Franco Bassanini, Presidente della Cassa Depositi e Prestiti, che ha sottolineato la necessità di “perfezionare e completare la disciplina dei project bond, estendendone l’applicazione alle società impegnate nella realizzazione di reti NGN e cancellare il limite temporale posto all’applicazione della disciplina fiscale, eliminare i limiti posti all’applicazione del nuovo strumento del credito di imposta, che riguardano opere superiori a 500 milioni e con progetti approvati entro il 2015, e trasformare la defiscalizzazione in uno strumento ordinario, poiché non riduce, ma aumenta le entrate, consentendo di realizzare opere che diversamente non si farebbero.”

Secondo Bassanini, il Governo ha già compiuto enormi passi avanti in fatto di infrastrutture, ma molto resta ancora da fare in termini di miglioramento della capacità amministrativa e di gestione di processi complessi: servono, ha affermato,  nuovi strumenti e, soprattutto, bisogna applicare concretamente  alcune norme, come la defiscalizzazione, in vigore già da un anno ma mai ancora applicata.