Cloud e copia privata, l’industria insorge: ‘Aberrante la proposta di far pagare l’equo compenso alle aziende ICT’

di Raffaella Natale |

I sindacati francesi ricordano che il cloud è una leva per l’economia digitale - dovrebbe produrre 189 mila posti di lavoro entro il 2015 – e non va ostacolato.

Francia


Cloud Computing

E’ caos in Francia dopo la proposta al governo del Consiglio superiore della proprietà letteraria e artistica (CSPLA) di far pagare alle telco e ai produttori di device web-based  l’equo compenso per la copia privata su cloud (Leggi Articolo Key4biz).

L’industria digitale è insorta. I sindacati di settore, Gitep Tics e Sfib, in un comunicato congiunto denunciano che assoggettare il cloud alla disciplina sull’equo compenso sarebbe “un’aberrazione giuridica, economica e culturale“.

 

Il Gitep Tics, che raggruppa l’industria dell’ICT, rappresenta aziende come Alcatel-Lucent, Apple France, Nokia France ed Ericsson France.

Al Sfib, sindacato dell’industria IT, aderiscono società come Bull o le divisioni francesi di  Toshiba, IBM, HP, Intel e Dell.

 

Secondo il parere, non vincolante, del CSPLA, i player che consentono di fare copie private nell’ambito degli spazi riservati all’archiviazione dei dati, potrebbero contribuire al finanziamento della copia privata, facendo poi ricadere questo costo sul prezzo dei dispostivi o sull’abbonamento internet o mobile.

 

Istituito nel 1985, e modificato dalle successive leggi, in Francia l’equo compenso per la copia privata è pagato dal consumatore sul prezzo di acquisto di supporti che consentono di copiare musica o immagini (Cd, Dvd, chiavette USB, hard disk esterni, memory card, ma anche lettori Mp3, smartphone …), insomma qualsiasi cosa che abbia capacità di archiviazione dati (Leggi Articolo Key4biz).

Un tributo destinato a compensare gli aventi diritto del mancato guadagno dovuto alle copie ‘casalinghe’.

 

L’idea del CSPLA è, adesso, quella di estendere l’equo compenso al cloud, che permette di gestire su internet i dati informatici archiviati in server remoti.

La musica è il settore maggiormente coinvolto: gli aventi diritto lamentano, infatti, che quando un utente compra un brano, può in seguito condividerlo su più terminali (smartphone, tablet..) grazie alla sincronizzazione degli acquisti resi possibili, per esempio, attraverso il cloud di Apple o ancora Google Play.

 

Ma l’industria non ci sta. Le società ‘insorgono contro il parere del CSPLA’, che mira, secondo loro, a un maggiore assoggettamento dell’industria e non alla costruzione di un sano confronto tra le parti.

Secondo i sindacati esistono, infatti, diverse soluzioni che permetterebbero di compesare direttamente gli aventi diritto.

 

I rappresentanti sindacali dell’industria ricordano che, secondo le stime di IDC, il cloud produrrà 189 mila posti di lavoro in Francia entro il 2015 e, quindi, si tratta di un settore che è una leva di competitività e crescita fondamentale per l’economia francese e per queste ragioni deve essere incoraggiato piuttosto che frenato.