Google: il governo francese non si fa intimidire e replica a Big G, ‘Necessario compromesso finanziario con gli editori’

di Raffaella Natale |

Oggi i rappresentanti di Google sono stati ricevuti dal Ministero dell’Economia digitale per discutere della tassa sui motori di ricerca e della policy sulla privacy.

Francia


Fleur Pellerin

Non s’è fatta attendere la replica del Ministro dell’Economia digitale, Fleur Pellerin, a Google che ieri ha annunciato che leverà i link ai giornali francesi se il governo deciderà di andare avanti con la proposta di tassare i motori di ricerca per i contenuti ripresi dai siti di informazione (Leggi Articolo Key4biz).

Il Ministro ha espresso il desiderio di avviare un “confronto pacifico” tra Google e gli editori, da tempo ormai sul piede di guerra contro Big G, accusato di trarre ingenti introiti pubblicitari dalla ricerca di notizie su internet, senza pagare alcunché ai giornali.

 

Il CEO di Echos, Francis Morel, ha ammesso che si tratta soprattutto di intervenire su Google, che oggi “ha quasi il monopolio della ricerca online, con il 93,5% del mercato francese. E usa questo monopolio per attirare la pubblicità attraverso i link sponsorizzati”.

 

Da Berlino, dove si trova per motivi istituzionali, oggi la Pellerin ha detto senza mezzi termini: “Ciò che mi interessa è di avviare una dibattito costruttivo”.

“Sono favorevole a un confronto pacifico – ha ribadito – per trovare la giusta via per mettere d’accordo editori e Google e trovare un compromesso anche finanziario per l’uso dei contenuti delle testate”.

 

Nel pomeriggio è stato, intanto, fissato un incontro al Ministero dell’Economia digitale con i rappresentanti della divisione francese di Google.

Al centro dell’appuntamento, ovviamente, la proposta di tassare i motori di ricerca per compensare gli editori e l’allineamento alle regole sulla privacy richieste dai Garanti europei.

“Il raggiungimento di un’intesa – ha concluso il Ministro – eviterebbe ulteriori polemiche ed eventuali battaglie giudiziarie”.

 

Nella lettera inviata ieri al governo, Google afferma di “non poter accettare” una simile misura e che, qualora venga approvata questa legge, “di conseguenza non appariranno più riferimenti a siti francesi“. La compagnia californiana ha affermato che una simile normativa “metterebbe a repentaglio la stessa esistenza di Google“, il quale “ridirige quattro miliardi di click sulle pagine internet dei media francesi”.

 

Accanto agli editori s’è da subito schierato il Ministro della Cultura, Aurélie Filippetti, che mercoledì, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Affari culturali dell’Assemblea nazionale, s’è detta favorevole a un provvedimento.

Per la Filippetti, “alcuni grossi attori del web usano la materia prima fornita da altri, senza fare alcun investimento, indispensabile invece per il mantenimento del giornalismo e della libertà di stampa“. Il Ministro ha, quindi, confermato che si sta lavorando a una proposta di legge in questa direzione.