Web Search: l’Antitrust USA pronta a citare in giudizio Google?

di Raffaella Natale |

La società nega le accuse e rifiuta l'idea che abbia manipolato i risultati di ricerca per favorire i propri servizi.

Stati Uniti


Google

Le cose si mettono male per Google. Dopo la richiesta dei Garanti Ue di rivedere le norme sulla privacy e allinearle urgentemente alla Direttiva Ue (Leggi Articolo Key4biz), pare che anche l’Antitrust statunitense sia ormai prossimo a chiudere un altro caso, che questa volta vede l’azienda accusata di abuso di posizione dominante sul mercato della web search.

Dopo un anno di indagini, per fine novembre o i primi di dicembre la Federal Trade Commission (FTC) sarebbe pronta a deliberare il proprio verdetto.

Si tratta solo di indiscrezioni ma, secondo alcuni insider, Google sarebbe davvero colpevole d’aver illegalmente abusato della propria posizione sul mercato dei motori di ricerca e dell’eAdvertising, favorendo i propri servizi a danno dei competitor.

 

Quattro commissari della FTC sarebbero convinti di questo: nel corposo documento interno di oltre 100 pagine, si raccomanderebbe di citare in giudizio il colosso di Mountain View per le sue pratiche. Solo uno ha espresso forti perplessità.

Si attende adesso la decisione definitiva entro fine anno, come già aveva annunciato a settembre il presidente Jon Leibowitz.

La FTC non ha confermato l’indiscrezione mentre Google, per voce del suo presidente, Eric Schmidt, ha negato le accuse, rifiutando l’idea che abbia manipolato i risultati di ricerca per favorire i propri prodotti.

 

La FTC sta valutando il modo in cui ha agito Google nel settore dei viaggi online, dove l’azienda avrebbe danneggiato competitor come Yelp e Nextag, posizionandoli nel proprio motore di ricerca con un ranking di bassa qualità. In questo modo, non solo avrebbe favorito i servizi proprietari ma avrebbe anche “costretto” i rivali ad acquistare pubblicità su Google per ottenere maggiore visibilità.

 

Se Google fosse ritenuta colpevole, potrebbe cercare un accordo con la FTC, come quello negoziato quest’estate per il dossier sulla privacy, quando ha pagato 22,5 milioni di dollari, per aver ‘spiato’ gli utenti di Safari, il browser di Apple (Leggi Articolo Key4biz). Diversamente, si aprirà una lunga battaglia giudiziaria.

 

Anche in Europa, Google rischia molto. Qui, come negli USA, la società è sospettata di favorire i propri servizi a svantaggio di quelli concorrenti.

 

Un mese fa, il Commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia, aveva annunciato una serie di sanzioni a carico di Google, che s’è impegnata proponendo alcune modifiche alle sue pratiche, come quella di opporre il logo accanto ai propri servizi nei risultati di ricerca.

Una proposta non ritenuta sufficiente dall’Antitrust europeo. Il gruppo rischia adesso una multa che potrebbe ammontare fino al 10% del proprio fatturato.