Tlc e banda larga sempre più accessibili e diffusi, ma l’Italia scivola al 29° posto dell’Indice ITU

di Alessandra Talarico |

Secondo la classifica ITU – basata sull’indice IDI (ICT Development Index) che misura il livello di accesso, utilizzo e competenze ICT - l’economia più avanzata è la Corea del Sud seguita da Svezia, Danimarca, Islanda e Finlandia.

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L’adozione delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione continua a crescere nel mondo, spinta da un costante calo dei prezzi telefonici e della banda larga.

2,3 miliardi di persone, più di un terzo della popolazione mondiale, sono connesse a internet, in aumento rispetto allo scorso anno dell’11%, mentre il numero di connessioni mobili è cresciuto lo scorso anno di 600 milioni, per raggiungere quota 6 miliardi, ossia l’86% della popolazione.

 

Sono i dati contenuti nell’ultimo rapporto ITU ‘Measuring the Information Society‘, secondo cui i ricavi generati dai servizi di telecomunicazione hanno raggiunto nel 2010 quota 1,5 trilioni di dollari, pari al 2,4% del PIL mondiale. Nello stesso anno, gli investimenti (in termini di spesa capitale) nelle telecomunicazioni si sono attestati a 241 miliardi, o il 2% del totale degli investimenti lordi a livello mondiale.

Il report sottolinea anche che il settore ICT è diventato un importante artefice della crescita economica: nel 2010, l’esportazione di beni ICT ha rappresentato il 12% del commercio mondiale, il 20% nei paesi in via di sviluppo.

Secondo la classifica redatta dall’ITU – basata sull’indice IDI (ICT Development Index) che misura il livello di accesso, utilizzo e competenze ICT – l’economia più avanzata è la Corea del Sud seguita da Svezia, Danimarca, Islanda e Finlandia. L’Italia si colloca al 29esimo posto (in calo di una posizione rispetto allo scorso anno).

 

Dal report emerge quindi che il costo dei servizi telefonici fissi, mobili e della banda larga fissa, calcolato sulla base del paniere IPB che tiene in considerazione il reddito pro-capite di 161 paesi, è diminuito del 30% nei paesi in via di sviluppo e del 38,4% nei paesi sviluppati. Il calo dei prezzi è stato particolarmente significativo (-75%) nella banda larga fissa, il che spiega l’impennata di connessioni domestiche che tra il 2010 e il 2011 sono cresciute del 14%. A fine 2011, puntualizza il rapporto, un terzo (600 milioni) delle famiglie recensite nel mondo disponeva di un accesso a internet.

 

Sottolinea quindi il report, che gli abbonati alla banda larga mobile hanno ormai doppiato quelli della banda larga fissa, con un incremento significativo dell’adozione nei paesi in via di sviluppo: nell’ultimo anno, la crescita dei servizi a banda larga mobile si è attestata al 40% globalmente e al 78%. Solo la Cina conta 1 miliardo di utenti e l’India raggiungerà questa soglia a breve.

Una crescita trainata principalmente dal successo degli smartphone e dei tablet e dal loro prezzo sempre più abbordabile. Fattori che avranno un’incidenza determinante sulla crescita futura del numero di utenti della banda larga mobile e fissa, oltre che sul passaggio dal traffico vocale mobile al traffico dati mobile.

 

Gli esperti ITU hanno sottolineato che nel complesso, “la comparsa di nuovi fornitori di servizi ha fortemente alimentato la concorrenza nel settore, portando a un calo sensibile dei prezzi al consumo e svolgendo un ruolo determinante nella diffusione dei servizi mobili”.

Un’evoluzione che rende necessario, puntualizza il rapporto ITU, “modernizzare le reti, offrire velocità più elevate e mettere a disposizione più frequenze, il che significa un flusso di investimenti sostenibili nel settore”.

 

Dati che evidenziano, per altro, l’importanza dei mercati emergenti sia in termini di ricavi per il settore che di investimenti, in particolare durante la recente crisi economica: tra il 2007 e il 2010, mentre le economie avanzate erano in stallo, nei paesi in via di sviluppo sia i ricavi che gli investimenti sono cresciuti del 22%. Queste aree, inoltre, si sono dimostrate destinazioni sempre più attraenti per gli investimenti diretti esteri nelle telecomunicazioni.

Dall’inizio del 2011, nove dei 20 principali mercati telecom mondiali in termini di ricavi erano paesi in via di sviluppo – inclusi Brasile, Cina, India e Messico – e questi paesi hanno rappresentato il 35% dei ricavi complessivi del settore.

L’Italia in questo contesto si colloca invece in ottava posizione.

 

Ciò detto, sottolinea il report, i servizi a banda larga fissa restano ancora troppo costosi nella gran parte dei paesi in  via di sviluppo: basti pensare che il costo di un abbonamento mensile basic rappresenta oltre il 40% del reddito mensile lordo pro-capite a fronte di un’incidenza dell’1,7% nei paesi sviluppati.