Tlc e spionaggio: è braccio di ferro tra Usa e Cina sul caso Huawei-ZTE

di Alessandra Talarico |

Nel frattempo, anche il Canada ha riferito di voler escludere Huawei dalla costruzione di una rete di comunicazione governativa a causa dei possibili rischi per la sicurezza.

Stati Uniti


Huawi Technologies

Non è tardata ad arrivare la reazione di ZTE e del Governo di Pechino al report della House Intelligence Committee del Congresso Usa, secondo cui i vendor cinesi di infrastrutture per le telecomunicazioni rappresentano un pericolo per la sicurezza nazionale (Leggi articolo Key4biz).

 

Il ministro del Commercio cinese ha avvisato che il report rischia di danneggiare le relazioni commerciali tra gli Usa e la Cina e il suo portavoce ha quindi asserito che con questa relazione, zeppa di congetture soggettive e prive di fondamento, gli Usa stanno violando i principi del libero mercato, da loro così strenuamente difesi.

Il portavoce del ministro degli esteri ha quindi auspicato che il Congresso Usa “possa rifiutare i pregiudizi, rispettare i fatti e fare di più per promuovere le relazioni economiche Cina-Usa, piuttosto che fare il contrario”.

 

ZTE, pur negando fermamente che l’uso delle sue apparecchiature ponga un rischio per la sicurezza americana, ha usato un tono più moderato nella sua risposta pubblica rispetto a quello della connazionale Huawei, anch’essa presa di mira dalla Commissione Usa e ora anche dal Canada.

David Dai Shu, direttore public affairs di ZTE ha contestato le premesse del rapporto: “E’ significativo che dopo un anno di indagini, la Commissione basi le sue conclusioni sulla constatazione che ZTE non possa essere ‘libera’ dall’influenza dello Stato”.

“Questa scoperta potrebbe essere applicata a ogni compagnia cinese. La Commissione non ha contestato l’idoneità di ZTE a servire il mercato americano sulla base di un modello di comportamento illegale o immorale”, ha aggiunto.

 

ZTE ha anche sottolineato che le stesse conclusioni potrebbero riguardare anche i vendor occidentali, visto che “quasi tutte le apparecchiature di telecomunicazioni usate negli Stati Uniti sono prodotte in Cina”.

 

La società ha quindi proposto una soluzione alle preoccupazioni della Commissione: l’adozione di un modello di distribuzione ‘di fiducia’ in cui tutte le apparecchiature hardware, software e firmware siano controllate da un laboratorio di valutazione indipendente con la supervisione di un’agenzia governativa Usa.

 

Nel frattempo, anche il Canada ha riferito di voler escludere Huawei dalla costruzione di una rete di comunicazione governativa a causa dei possibili rischi per la sicurezza.

Il governo canadese ha invocato una deroga per ragioni sicurezza nazionale, utilizzata contro le compagnie il cui coinvolgimento nella realizzazione di network governativi è considerato rischioso.

“La deroga per motivi di sicurezza nazionale si applica solo alle compagnie straniere”, ha affermato il portavoce di Huawei Technologies Canada, Scott Bradley, sottolineando che però Huawei è “pienamente integrata in Canada, ed è questo l’unico motivo per cui possiamo presentare offerte per qualsiasi potenziale appalto”.

Huawei ha vinto un contratto in Canada nel 2008 per la realizzazione della rete di Telus Corp e di Bell Canada e ha anche ricevuto un finanziamento da 6,5 milioni di dollari dalla provincia di Ontario a fronte di investimenti in ricerca e sviluppo per 65 milioni di dollari.