‘Diritto degli audiovisivi’, Antonio Preto (Agcom): ‘Il futuro di questo settore e le sfide dell’Agcom nei prossimi mesi’

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Pubblichiamo di seguito l'intervento del Commissario Agcom Antonio Preto, in occasione della presentazione del volume ‘Diritto degli audiovisivi’, curato da Fabio Bassan ed Emilio Tosi (Roma, 9 ottobre).

Italia


Antonio Preto

Introduzione

In una fase di grande trasformazione dei media, questo volume, curato da Fabio Bassan ed Emilio Tosi,  si pone l’ambizioso obiettivo di analizzare e approfondire il settore alla luce delle recenti evoluzioni normative.

Il libro ci illustra in modo tanto approfondito quanto interessante  il Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici,  come modificato dal Decreto Romani.

Quello che ho apprezzato, oltre alla competenza tecnica e giuridica dei contributi, è l’organicità dell’approccio che ne fa un prezioso strumento di lavoro per noi pratici del diritto.

Gli Autori sottolineano che nel diritto, come nella tecnologia, non vi sono punti di arrivo, bensì continua evoluzione.

La presentazione di oggi, con la presenza di personalità tra le più qualificate del settore dei media in Italia, può costituire l’occasione per delineare l’evoluzione prospettata dagli autori.

Vorrei pertanto condividere con voi alcune mie riflessioni sul futuro di questo settore in Italia e sulle sfide che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà affrontare nei prossimi mesi.

 

Contenuti online e regolamentazione

L’ultima relazione annuale dell’Autorità ci offre spunti interessanti. Nel 2011 il settore complessivo dei media ha registrato, in termini nominali, una sostanziale stabilità. Parliamo infatti di un +0,5%, dopo la contrazione del 6% nel 2009 e la ripresa del 5% nel 2010.

Analizzando le determinanti,  emerge chiaro un trend: la crescita dei nuovi media digitali, in particolare quelli legati al mondo Internet, a scapito dei media tradizionali.

Cruciale l’andamento della pubblicità che, in calo sui media della old economy, ha segnato un significativo incremento  sul web.

Stesso fenomeno sul fronte del pluralismo dell’informazione. Emerge infatti un cambiamento nelle abitudini degli italiani, sempre più propensi a cercare le news online, mentre le vendite dei quotidiani arrancano.

I contenuti online sono pertanto uno dei temi caldi che l’AGCOM dovrà affrontare nei prossimi mesi.

Il successo dei social networks come nuova agorà dell’era digitale sta segnando l’evoluzione del web, con modifiche nei comportamenti sociali e politici ed evidenti ripercussioni sull’offerta dei contenuti audiovisivi.

In questo nuovo scenario riveste dunque sempre maggiore importanza il diritto d’autore su Internet.

Questa Autorità deve riaprire il dossier e rilanciare il dibattito con tutte le parti interessate. La tutela della proprietà intellettuale sul web non può essere un tabù, ma deve essere un volano per l’innovazione, per lo sviluppo dei contenuti legali e per l’economia del settore.

Non vogliamo mettere il bavaglio al popolo della rete ma garantire il rispetto dei diritti e delle regole.

La rete non è terra di nessuno. La sua virtualità non può significare affievolimento dei principi e dei valori che reggono la nostra società.

Occorre trovare il giusto equilibrio tra libertà e controllo, che si  materializza in una libertà ex ante ma soggetta ad un’efficace vigilanza con sanzioni severe ex post per chi viola le regole.

Serve anche una cooperazione multilaterale e bilaterale a livello europeo e internazionale perché la rete non ha confini, per definizione.

In questa direzione l’enforcement dell’AGCOM deve essere ispirato ai principi di proporzionalità, efficacia e celerità.  

 

Si consolida il percorso di convergenza

Ormai il percorso è chiaro. La parola chiave è sostituibilità come risultato della convergenza.

I confini tra mercati sfumano infatti per effetto di una maggiore sostituibilità su entrambi i fronti: dal lato dell’offerta e dal lato della domanda.

Dal lato dell’offerta, aumentano le modalità di accesso alla rete e si moltiplicano le piattaforme che erogano contenuti.

Dal lato della domanda, si diffondono sempre più i device con cui gli utenti possono accedere ai contenuti digitali.

Un fenomeno alimentato dalla creatività e dall’imprenditorialità che  fa sentire i suoi effetti dinamici in un mercato globalizzato: hardware e software più potenti e più accessibili.

L’AGCOM ha fatto la sua parte: il taglio dei prezzi e delle tariffe delle telecomunicazioni negli ultimi anni è stato superiore a quello degli altri servizi regolamentati. Una dinamica visibile soprattutto nella telefonia mobile, dove è inferiore l’impatto dell’eredità tecnologica della rete fissa.

Anche sul fronte della telefonia fissa la nuova AGCOM sta agendo con rapidità.

Proprio la scorsa settimana sono stato relatore della proposta sui prezzi di accesso alle reti di nuova generazione.  

Abbiamo infatti messo a consultazione pubblica uno schema di provvedimento per l’approvazione dell’Offerta di Riferimento di Telecom Italia e appare chiaro come i prezzi e le regole in consultazione siano segnali che condizioneranno lo sviluppo digitale del nostro Paese. La riduzione proposta dall’ AGCOM (tra il 20 ed il 30%) dei canoni indicati da Telecom ha cercato di bilanciare due esigenze:

 

  • la prima, quella di garantire la concorrenza per questo nuovo servizio;
  • la seconda esigenza quella di creare le condizioni per la redditività della rete di accesso di nuova generazione.

 

Un progetto, questo delle reti di nuova generazione, che dovrà essere realizzato quanto prima. Tanto l’Agenda digitale appena approvata dal Governo quanto le iniziative private quali il cloud computing, necessitano di una infrastruttura efficiente e capillare. L’Autorità rivendica un ruolo da protagonista in questi processi.

 

Convergenza e concorrenza

Il dibattito sullo scorporo della rete fissa è in corso. Le scelte spettano a Telecom Italia in primis e poi al Governo e agli operatori economici e finanziari.

Anche su questo versante Agcom è pronta a fare la sua parte per garantire regole certe e creare le condizioni per un’effettiva concorrenza sul mercato. Lo scorporo dovrà essere l’occasione per andare oltre open access in tutti i sensi e  per porre tutti gli operatori nelle medesime condizioni di partenza.

L’attenzione, oltre che alla rete di accesso diventata monopolio naturale, dovrà essere data ai servizi, perché sarà sui servizi che si giocherà la partita dell’innovazione, della competizione vera. Innovazione e servizi che dovranno andare a vantaggio anzitutto degli utenti.

Dunque vogliamo che la  libertà di scelta di consumatori e imprese sia una realtà. Per questo è necessaria una vera compatibilità  tra i differenti operatori e i loro servizi.

 

Tre sono i fattori essenziali:

  • Primo: ridurre al minimo gli switching cost per l’utente.
  • Secondo: realizzare un’effettiva l’interoperabilità dei servizi.
  • Terzo: indentificare modelli di standardizzazione sui quale basare il rispettivo vantaggio competitivo.

 

Evoluzione tecnologica e nuove discriminazioni

Abbiamo detto che la parola chiave è sostituibilità.

Sostituibilità significa concorrenza e quindi empowerment dell’utente. Oggi possiamo consultare i contenuti audiovisivi veicolati con una pluralità di dispositivi, praticamente in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.

E’ già realtà l’offerta di contenuti multimediali erogati agli utenti dotati di connessioni a larga banda da service provider, (i cosiddetti “Over-the-Top), spesso operanti indipendentemente dai fornitori dei servizi a larga banda.

Come nel caso della web TV, i servizi televisivi disponibili tramite gli Over-the-Top sono basati su un modello aperto e fruibili anytime e anywhere.

Tuttavia questo entusiasmo tecnologico non ci deve fare dimenticare l’obiettivo di evitare nuove forme di discriminazione.

Banda ultralarga (anche tramite la nuova rete mobile LTE), smartphone e tablet potrebbero escludere una parte della nostra società, amplificando il digital divide.

Dobbiamo quindi poter offrire le potenzialità della tecnologia a tutti gli italiani e in tutto il territorio, lavorando sull’accesso alle infrastrutture – in termini di disponibilità, accessibilità e qualità – facendoci promotori di un’alfabetizzazione informatica.

Questa è una questione europea ma che interessa molto l’Italia caratterizzata da una popolazione anziana che, più di altre, ha difficoltà a destreggiarsi con le nuove tecnologie.

 

Convergenza e ruolo dell’AGCOM

Signore e signori, la mission principale dell’Agcom è creare mercati concorrenziali nelle comunicazioni elettroniche e tutelare gli utenti.

Questa sua mission giustifica la sua piena indipendenza voluta e garantita dalle direttive europee sia  nei confronti del Governo che del Parlamento.

Indipendenza in cui crediamo e che cerchiamo di praticare ogni giorno.

Una volta raggiunto l’obiettivo di creare mercati concorrenziali, la mission di AGCOM in quanto tale sarà finita.

Il nostro successo sarà dirvi tra sette anni, che AGCOM può chiudere, perché i mercati rilevanti hanno espanso i loro perimetri fino al punto di garantire una concorrenza effettiva: il nostro successo sarà per voi constatare che la regolamentazione ex ante ha spiegato integralmente i suoi effetti e non ha più ragion d’essere.

Conformemente a quanto previsto dall’Unione Europea (1) dovremo essere in grado di passare la mano all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (AGCM). 

Da un lato la normativa antitrust, soprattutto in materia di sanzioni di comportamenti anti-competitivi e dall’altro  l’enforcement per mano dell’AGCM saranno sufficienti per garantire consumatori e imprese.

Certo le imprese, per il momento, denunciano l’incoerenza dell’azione di AGCOM e AGCM: rispettare le nostre regole ex ante non esclude da un’azione ex post di AGCM.

E questo crea incertezza giuridica. Uno dei mali peggiori per un sistema economico.

Se è vero che l’applicazione delle regole di concorrenza ex post non è limitata di per sé dalle norme ex ante perché ne sancisce talvolta i fallimenti o l’inadeguatezza, tuttavia il sistema nel suo complesso deve essere in grado di offrire un livello adeguato di coerenza.

Nel breve periodo dovremo trovare un modus operandi con l’Autorità Antitrust.

Ma la vera soluzione a questo proposito potrebbe essere il modello britannico: il Regno Unito dal2003 haconsolidato in seno a OFCOM le competenze sulla regolamentazione e sul controllo della concorrenza.

L’effetto è di  semplificare l’attività delle imprese che hanno così un interlocutore unico, uno one-stop-shop di settore che ne definisce e ne applica le regole.

 

Se i vantaggi non fossero evidenti potreste dire che sto cercando un futuro per AGCOM dopo aver detto che tra sette anni dovrebbe aver terminato la sua mission. In realtà non è così. Il consolidamento temporaneo in seno all’AGCOM servirebbe proprio a massimizzare gli sforzi in vista del raggiungimento degli obiettivi di piena concorrenzialità del mercato.

Il volume affronta direttamente il problema del pluralismo e del servizio pubblico. Anche Bassan e Venturini evidenziano la difficoltà di declinare nei contenuti il principio della “presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti” da parte dell’informazione radiotelevisiva.

Ripeto: l’informazione radiotelevisiva deve garantire una presentazione veritiera dei fatti e degli avvenimenti. In particolare il servizio pubblico.

Questo dispone l’articolo 7 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici che stabilisce che l’attività di informazione costituisce un “servizio di interesse generale”; a maggior ragione per la società concessionaria del servizio pubblico.

La presentazione volutamente incompleta dei curricula dei Componenti di questa Autorità nel corso dell’ultima puntata di “Report” (trasmessa da RaiTre domenica 7 ottobre), non ha rispettato l’obbligo di dare un’informazione veritiera di fatti e avvenimenti.

La conduttrice ha fatto un cherry-picking dove la ciliegia, tanto per rimanere in un settore a me caro come l’agricoltura, era quel frammento di storia professionale che appariva non legato direttamente agli argomenti oggetto del nostro lavoro.

La libertà di stampa e di espressione non può tradursi in libertà di essere parziali.

 

Considerazioni sulla governance e il funzionamento dell’AGCOM

Condivido pienamente i contenuti del Presidente Angelo Marcello Cardani in occasione dell’evento di Capri della scorsa settimana.

La necessità di applicare i principi della trasparenza ed efficienza all’organizzazione complessiva della struttura e del suo funzionamento è per noi una priorità.

In particolare ritengo fondamentale puntare sull’assessment  della struttura per valutare il carico di lavoro ed eventualmente bilanciare risorse alla luce delle evoluzioni tecnologiche e normative sopra delineate.

In questo periodo peraltro abbiamo avviato un’azione  importante e riportato a velocità di crociera l’attività dell’AGCOM dopo la fase di transizione tra vecchia e nuova autorità.

Ricordo che la bozza del regolamento sull’assegnazione delle frequenze già adottata dall’Autorità il 20 settembre scorso è a Bruxelles in attesa di un parere preliminare della Commissione europea.

Tuttavia troppi sono gli atti con effetto retroattivo che siamo stati chiamati ad adottare e questo non è certo un bene per le imprese e i consumatori che hanno bisogno di certezze.

Le regole dispongono per il futuro, questa è la regola che deve valere.

In questo contesto si inserisce la nomina del prossimo Segretario generale.

Ritengo al riguardo che l’Autorità debba trovare una figura pienamente indipendente che consenta alle risorse tecniche di grande valore presenti in Autorità di esprimersi al meglio.

Dovrà a mio avviso essere il punto di riferimento e di sintesi della struttura e  il garante del corretto funzionamento degli organi collegiali.

 

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(1) Il considerando 5 della direttiva 140/2009 recita: “Lo scopo è ridurre progressivamente le regole settoriali ex ante specifiche via via che aumenta il grado di concorrenza sul mercato, per arrivare infine a un settore delle comunicazioni elettroniche disciplinato esclusivamente dal diritto della concorrenza. Tenuto conto del fatto che i mercati delle comunicazioni elettroniche hanno mostrato una forte dinamica competitiva negli ultimi anni, è essenziale che gli obblighi regolamentari ex ante siano imposti unicamente in assenza di una concorrenza effettiva e sostenibile.”