Censis: benvenuti nell’era ‘biomediatica’. Informazione ‘fai da te’ sempre più autoreferenziale e conformista

di Alessandra Talarico |

Il 10° rapporto sulla comunicazione evidenzia che l’informazione nell’era di internet è sempre più ‘conformista’: la rete diventa in sostanza uno strumento nel quale le persone cercano la conferma ‘a opinioni, gusti, preferenze che già si possiedono’.

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Facebook e teenagers

La proliferazione dei dispositivi mobili per l’accesso al web, unita al crescente successo dei social network, ha inaugurato l’era che il Censis ha definito ‘biomediatica’: condividere la propria biografia è diventato un fatto centrale della vita delle persone.

È quanto emerge dalla decima edizione del Rapporto sulla comunicazione con cui il Censis traccia il quadro delle trasformazioni avvenute nel rapporto tra gli italiani e i media.

 

Oltre a evidenziare la forte crescita nell’uso di internet – lo usa il 62,1% degli italiani (+9% in un anno) e degli smartphone (+10%) – il rapporto sottolinea che la tendenza a informarsi sul web e a personalizzare l’accesso alle fonti e la selezione dei contenuti “comporta il rischio che si crei su ogni desktop, telefonino o tablet un giornale composto solo dalle notizie che l’utente vuole conoscere”.

Una tendenza che il Censis definisce “solipsismo di Internet“: la rete diventa in sostanza uno strumento nel quale le persone cercano la conferma “a opinioni, gusti, preferenze che già si possiedono: il conformismo come risultato dell’autoreferenzialità dell’accesso alle fonti d’informazione”.

 

A questo conformismo dell’informazione 2.0 si affianca una sorta di esibizionismo esasperato promosso dall’autoproduzione dei contenuti e dalla loro diffusione via web: “l’individuo si specchia nei media (ne è il contenuto) creati dall’individuo stesso (che ne è anche il produttore)”, sottolinea il rapporto, secondo cui “L’autoproduzione di contenuti nell’ambiente web privilegia in massima parte l’esibizione del sé”.

 

Gli italiani, insomma, grazie (o per colpa) del web sono diventati più autoreferenziali ed esibizionisti: continuano a snobbare l’informazione dei giornali (che hanno perso il 2,3% dei lettori) e leggono sempre meno libri (meno della metà degli italiani legge almeno un libro all’anno).

Non è, quindi, “il bisogno d’informazione a essere diminuito, ma le strade percorse per acquisire le notizie sono cambiate”.

 

Un cambiamento favorito anche dalle app per gli smartphone e dal cloud computing: i dispositivi sono sempre più un’appendice dell’individuo: “un prolungamento – spiega il Censis – che ne amplia le funzioni, ne potenzia le facoltà, ne facilita l’espressione e le relazioni, inaugurando così una fase nuova. È l’era biomediatica, in cui diventano centrali la trascrizione virtuale e la condivisione telematica delle biografie personali”.

 

Secondo i dati forniti dal Censis, Internet è il mezzo con il massimo tasso di incremento dell’utenza tra il 2011 e il 2012 (+9%), arrivando al 62,1% degli italiani (erano il 27,8% dieci anni fa, nel 2002). Il dato sale nettamente nel caso dei giovani (90,8%), delle persone più istruite, diplomate o laureate (84,1%), e dei residenti delle grandi città, con più di 500.000 abitanti (74,4%).

 

E non a caso, sono i social network il motore che spinge gli italiani sul web: gli iscritti a Facebook sono passati dal 49% dello scorso anno all’attuale 66,6% degli internauti, ovvero il 41,3% degli italiani e il 79,7% dei giovani. YouTube arriva ora al 61,7% di utenti tra le persone con accesso a Internet (pari al 38,3% della popolazione complessiva e al 79,9% dei giovani), contro il 54,5% del 2011.