PMI: anche proprietà intellettuale e data protection ostacolano sviluppo. Antonio Tajani: ‘Ue ancora troppo lontana da piccole aziende’

di Alessandra Talarico |

Seppur permeato da buone intenzioni, lo SBA europeo non è riuscito a creare un contesto normativo e amministrativo ancorato al principio del ‘pensare in piccolo’. La Ue ancora troppo lontana dalla realtà quotidiana delle piccole imprese.

Europa


Antonio Tajani

La burocrazia è un fardello che ostacola la crescita delle piccole e medie imprese, che pure sono il cuore della produttività europea: nella Ue, circa 23 milioni di PMI occupano infatti il 67% della forza lavoro del settore privato.

Per consentire alle microimprese e alle PMI di beneficiare di una burocrazia meno farraginosa la Ue, nell’ambito della revisione dello Small Business Act (SBA), ha lanciato una consultazione pubblica volta ad individuare i dieci atti legislativi considerati più gravosi da queste aziende in determinati settori, tra cui anche quello della proprietà intellettuale e industriale e della protezione dei dati.

 

Il processo di consultazione delle piccole e medie imprese e delle organizzazioni che le rappresentano terminerà il 21 dicembre 2012: la Commissione analizzerà i risultati e valuterà come migliorare la situazione per le PMI.

 

A detta di molti addetti ai lavori, lo SBA europeo – varato nel 2008 su ispirazione della politica a sostegno delle SMEs (Small and Medium Enterprises) già da anni adottata negli Stati Uniti – non ha ancora dato i risultati sperati in termini di ‘sblocco’ delle potenzialità delle piccole e medie imprese europee. Seppur permeato da buone intenzioni, infatti, non è riuscito a creare un contesto normativo e amministrativo ancorato al principio del ‘pensare innanzitutto in piccolo’ né un contesto giuridico ed economico atto ad agevolare l’accesso al credito e a favorire la puntualità dei pagamenti nelle transazioni commerciali.

 

Lo stesso commissario Ue per le Imprese e l’industria, Antonio Tajani, ha sottolineato come la Commissione europea venga a tutt’oggi percepita come “troppo lontana dalla realtà quotidiana delle piccole imprese”. Ecco perchè la Ue ha chiesto il parere proprio dei soggetti interessati per comprendere quali siano gli ambiti e gli atti legislativi su cui intervenire per ridurre la burocrazia.

 

Negli Usa, la politica a misura di PMI è stata varata nel 1953 sulla base dell’assunto che solo con il completo e libero accesso alla libera concorrenza si può generare sviluppo e sicurezza. Oltreoceano esiste inoltre un’apposita autorità, la Small Business Administration (SEA) il cui compito è quello di tutelare le PMI nelle aree in cui è più forte il gap con le grandi imprese: a) appalti pubblici; b) regolamentazione; c) credito; d) organizzazione. A sostegno delle piccole e medie imprese anche il Regulatory Flexibility Act che vieta alle amministrazioni di emanare leggi e regolamenti che abbiano un impatto economico negativo sulla piccola impresa.

 

Sulla questione del sostegno alle PMI, nei giorni scorsi era intervenuto anche il Commissario Ue per l’Agenda digitale Neelie Kroes per anticipare che la Commissione sta valutando la possibilità di destinare un quinto del budget per l’ICT per le PMI che si occupano di high-tech.

“Sosteniamo i loro cluster, permettendogli di accedere a quella tecnologia, che gli consente di innovare e che da soli non possono permettersi”.

 

Tra i settori in cui sembra più urgente un intervento di ‘alleggerimento’ vi sono:

 

Servizi: fornitura di servizi a livello transfrontaliero, riconoscimento delle qualifiche professionali;

Dogane: controlli e formalità doganali, classificazione delle merci, tariffe doganali;

Occupazione e affari sociali: coordinamento e trasferibilità dei diritti sociali, salute e sicurezza sul luogo di lavoro, organizzazione dell’orario di lavoro, regimi di sicurezza sociale, libera circolazione dei lavoratori, distacco dei lavoratori;

Energia: approvvigionamento energetico, efficienza energetica, energia rinnovabile;

Sicurezza dei prodotti: impiego delle norme, dimostrazione della conformità in assenza di una norma armonizzata, procedure di valutazione della conformità, valutazione della conformità da parte di un organo ufficiale, dichiarazione di conformità UE, norme sul marchio CE, obblighi di informazione/etichettatura/tracciabilità, controlli/ispezioni;

Ambiente: lotta contro il cambiamento climatico, qualità dell’aria/inquinanti, biotecnologie, natura e biodiversità, sostanze chimiche, audit ambientale industriale, etichettatura ecologica, rumore, rifiuti, acqua;

Contesto delle imprese: appalti pubblici, diritto societario, proprietà intellettuale e industriale, protezione dei dati;

Fiscalità: IVA, accise, altre imposte indirette, imposte dirette;

Protezione dei consumatori: acquisti sicuri, commercio elettronico, mezzi giudiziari di ricorso e composizione delle controversie, sicurezza alimentare, salute animale e vegetale;

Trasporti: trasporto di merci/passeggeri, trasporto su strada, trasporto marittimo/per vie navigabili interne, modalità di trasporto combinate/altre.

 

 

Per dare il vostro contributo al sondaggio online: “Quali sono i 10 atti legislativi dell’UE più gravosi per le PMI?”