Start-Up e PMI, Neelie Kroes: ‘Al lavoro per destinare a loro un quinto del budget di Horizon 2020’

di Raffaella Natale |

Bisogna sostenere l’innovazione per far crescere l’ICT, anche con le risorse provenienti dal settore privato. All’Open Forum Europe la Kroes: ‘Cambiamo subito il nostro modo di innovare’.

Unione Europea


Neelie Kroes

Il mondo sta cambiando velocemente, fino a 20 anni fa pochi sapevano cosa fosse internet, oggi è usato da 2-3 miliardi di persone nel mondo, un mercato da un trilione di euro ed è una piattaforma per l’innovazione in ogni settore, dalla sanità ai trasporti.

 

All’Open Forum Europe, tenutosi ieri a Bruxelles, su ‘Research and Innovation in ICT: Time for radical change?‘, s’è parlato dei necessari interventi in un settore in continuo mutamento.

Tutto ciò che è stato realizzato finora, è stato possibile grazie alla Ricerca e all’Innovazione, in nuove tecnologie, nuovi prodotti e nuovi modelli di business.

Da qui anche l’importanza di prevedere un nuovo modello di ricerca e innovazione che sia aperto, flessibile e collaborativo.

 

L’innovazione, ha detto il Commissario Ue alla Digital Agenda Neelie Kroes, usa nuovi forum di confronto come le piattaforme online, nuove risorse come gli open data, e nuove tecniche come il data-mining.

La Ue, ha detto ancora la Kroes, sostiene da sempre la Ricerca e l’Innovazione, perché “è il miglior modo di investire nella crescita futura”.

Necessario, quindi, che tutti i Paesi Ue contribuiscano in modo che si possano realizzare economie di scale e i benefici non siano strettamente limitati ai confini nazionali.

 

“I nostri investimenti hanno già prodotto grandi cose”, ha ricordato il Commissario Ue, e si continuerà ancora col Piano Horizon 2020 (che comprende anche la Digital Agenda), dal 2014 al 2020, per il quale la Ue ha proposto 80 miliardi di euro di investimenti, di cui un quinto destinati all’ICT.

 

La Kroes ha evidenziato che, vista la rapidità dei cambiamenti nel settore ICT, è necessario anche considerare che gli strumenti attuali a supporto dell’ICT non potranno essere anche quelli di domani. Fondamentale, quindi, prevedere policies e practices per il mondo digitale.

 

L’innovazione ha bisogno di nuove idee, ha sottolineato la Kroes, supporti flessibili e di una cultura che sappia accogliere anche il rischio. Un imprenditore che non sa rischiare, non sa innovare. La filosofia del rischio, ha evidenziato, deve diffondersi anche negli enti pubblici che sostengono l’innovazione.

Con Horizon 2020 sono state previste già delle cose essenziali, ma adesso bisogna andare oltre.

L’innovazione e la Ricerca, ha quindi indicato il Commissario Ue, hanno bisogno delle tre C: challenging, coherent e competitiveness.

 

Ecco la ricetta. Intanto allocare il 5% dei fondi per creare opportunità di finanziamento, a sostegno della creatività e dell’innovazione. Ma prevedere anche incentivi agli innovatori che offriranno soluzioni alle principali sfide tecnologiche e sociali.

 

“Voglio indicare – ha suggerito la Kroes –  a chi si occupa di appalti pubblici in tutta Europa i vantaggi di acquistare tecnologie innovative, prima ancora che arrivino sul mercato. Indicare loro come possono risparmiare i soldi dei contribuenti e stimolare una nuova generazione di leader tecnologici allo stesso tempo”. Spazio anche alla raccolta di fondi privati.

 

La politica poi non deve lavorare a compartimenti stagni, ma avviare sinergiche collaborazioni tra il mondo dell’accademia e dell’industria.

La ricerca non persegue singoli obiettivi, ha commentato la Kroes, che fa l’esempio della smart city, che possono contribuire alla risoluzione di problematiche relative ai cambiamenti climatici, ai trasporti, all’energia, all’inclusione sociale. O ancora, la robotica, che fornisce applicazioni utili dalla sanità all’industria, alle tecnologie emergenti.

 

“Abbattiamo questi muri artificiali“, ha consigliato la Kroes, sia quelli della politica che dell’industria, per raccogliere tutte le sfide.

Mettere insieme i fondi pubblici e privati per grandi progetti strategici. Ma anche supportare progetti pilota per aiutare l’industria a colmare il gap tra ricerca e mercato.

“Solo così potremmo fare dell’Europa – ha detto la Kroes – una centrale dell’innovazione“.

 

Fondamentale, quindi, rimuovere le restrizioni che non permettono il decollo dell’industria, come quelle riguardanti il copyright che spesso limitano le innovazioni nel data e text-mining.

Sfruttare soprattutto le sinergie tra ricerca e politica. Dal cloud allo spettro radio, dal rich- media alla sicurezza delle reti.

Questa settimana, ha ricordato la Kroes, verrà presentata la strategia Ue per il cloud, per fare in modo che l’Europa possa sfruttare tutti i vantaggi di questa tecnologia.

 

Per questa ragione, ha aggiunto, la Ue ha bisogno di chiari indicatori per la ricerca e l’innovazione dell’ICT e di un approccio per definire le priorità e l’allocazione delle risorse.

Entro la fine dell’anno, verranno raccolti i pareri dei diversi stakeholders.

Un forum di comunicazione aperta tra ricercatori e mondo delle imprese, in linea con le esigenze dell’industria e della società. Rafforzando, quindi, il dialogo tra i diversi attori, per una strategia solida.

 

Altra cosa essenziale, ricerca e innovazione devono essere focalizzate sulla competitività, per il successo globale.

Una buona ricerca e innovazione si dovrebbe tradurre in prodotti, servizi e lavoro reali, ma non è la Commissione che fa la mossa finale, quanto il settore privato.

 

Importante coinvolgere maggiormente i privati, con un rapporto diretto tra chi fa la ricerca e coloro che possono investire in queste idee. Con la partecipazione anche di esperti di business e di investimenti per selezionare e monitorare i progetti più vicini alle esigenze del mercato. Un partecipazione, quindi, di tutti gli attori della catena di valore.

 

La Kroes s’è chiesta: chi è il vero motore dell’innovazione nella nostra economia? Chi usa l’innovazione per creare posti di lavoro?

La sua risposta: “Non è la Commissione e spesso neanche le big company che partecipano ai Programmi Ue“.

In realtà sono le piccole aziende e le start-up che innovano meglio, per cui, ha suggerito il Commissario alla Digital Agenda: ‘Aiutiamoli!’

 

La Kroes ha detto di essere già al lavoro su questa cosa, per valutare la possibilità di destinare un quinto del budget per l’ICT per le PMI che si occupano di high-tech.

“Sosteniamo i loro cluster, permettendogli di accedere a quella tecnologia, che gli consente di innovare e che da soli non possono permettersi”.

“Il mondo s’è trasformato grazie all’ICT, ora abbiamo bisogno di cambiare le modalità di sostegno all’innovazione. Abbiamo bisogno di testare le idee più promettenti”.

 

Il Nord America e l’Estremo Oriente stanno avanzando a ritmo spaventoso, l’Europa ha bisogno di tenere il passo.

Horizon 2020, ha indicato la Kroes, non è qualcosa da realizzare tra otto anni. Al contrario, ci sono cose che non possono aspettare, bisogna agire ora.

 

Il Commissario Ue, infine, rivolgendosi alla platea dell’Open Forum Europe, ha detto di sapere di avere davanti un pubblico di persone attente e aperte a queste tematiche.

“Se investiremo meglio – ha concluso – innoveremo meglio e costruiremo un futuro migliore. Il mondo sta cambiando: il nostro modo di innovare ha bisogno di cambiare. A partire da ora”.