Editoria: calano i lettori, colpa della crisi o dei limiti imposti agli sconti?

di Raffaella Natale |

Presentati a Roma i dati Nielsen che fanno il punto del mercato a un anno dall’entrata in vigore della Legge Levi. A piè di pagina le Slides.

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Non è un quadro incoraggiante quello che emerge dalla lettura dei dati presentati a Roma dall’AIE (Associazione Italiana degli Editori) al Convegno ‘Ad un anno dall’approvazione della legge sul prezzo dei libri. Gli operatori a confronto’, promosso dalla Commissione Cultura della Camera.

Un appuntamento importante per editori e retailer, sia quelli reali che virtuali, per fare il punto della situazione, al quale il grande assente è stato Amazon, la web company americana che ha messo in difficoltà l’industria, con offerte online veramente vantaggiose per i lettori (Leggi Articolo Key4biz).

 

Si legge meno, colpa della crisi economica o della Legge Levi che limita al 15% il possibile sconto sul prezzo del libro? La risposta non è semplice.

 

Per il Ministro per i beni e le attività culturali Lorenzo Ornaghi, si tratta di “una legge apprezzabile. Bisogna riflettere sul calo di acquisti e lettori, ma un anno è poco per stabilire se dipende dalla legge“. Secondo Paolo Peluffo, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, “E’ difficile valutare se la legge abbia frenato o meno il calo del settore. Certo è che ha fissato un principio importante: il valore economico del libro“.

“I dati diffusi preoccupano – ha dichiarato Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura – ma sono inquinati dalla crisi economica, che colpisce tutti i settori. Se prima il libro era considerato un piccolo bene rifugio, ora è una spesa che le famiglie rimandano”.

 

Marco Polillo, presidente dell’AIE, ha dichiarato che “Una regolamentazione dei prezzi è necessaria. La legge Levi è frutto di un’inevitabile compromesso e andrebbe applicata anche agli eBook (…) Non si può però dire che sia stata la legge a causare la caduta dei consumi. E’ frutto della situazione economica generale.

 

Fortemente critica è stata la posizione dell’Aib, l’Associazione italiana delle Biblioteche, che condivide la finalità della legge, ma non le sue condizioni. Stefano Parise ha commentato: “Con il blocco degli sconti, anche le biblioteche sono considerate utenti finali. Non viene riconosciuto loro il ruolo nella diffusione della lettura. Chiediamo un’esenzione”.

 

Un aspetto sul quale il Ministro Ornaghi s’è impegnato a tornare, con l’auspicio di una modifica della legge, perché riduce la raccolta dei libri da parte delle biblioteche perentamente impegnate a fare i conti con budget sempre più esigui.

 

Per avere il quadro completo della situazione bisognerà aspettare il 10 ottobre quando l’Aie, in occasione della Frankfurt Buchmesse, appuntamento internazionale per gli editori, verrà presentato il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2012.

 

Ma ora analizziamo alcuni dati Nielsen, presentati dall’AIE, da dove si rileva che tra ottobre e giugno gli acquirenti, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono diminuiti del 10% negli ultimi tre mesi del 2011, del 5% nel primo trimestre 2012, mentre sono invariati nel secondo trimestre. Scende anche la spesa media per acquirente.

 

Nei primi 9 mesi del 2012 il calo per valore di vendite è stato dell’8,7% (da 754,8 milioni a 689,5), per numero di copie del 7,3% (da 54,6 milioni a 50,6).

 

Il mercato del libro continua, quindi, a presentare un saldo negativo, in linea con la generale contrazione dei consumi, anche se il -3,5% dell’Italia nei canali trade è migliore rispetto a quello di altri Paesi (Negli USA -9,2%, UK e Austria -7,2%, Germania -1,4% e Francia -0,2%).

Nel 2011, anche altri settori della produzione culturale / informativa (cinema, home video, musica, stampa) hanno visto in Italia un andamento negativo nel 2011.

 

Per maggiori approfondimenti:

Una prima valutazione degli effetti di mercato conseguenti all’applicazione della Legge Levi (SLIDES)