Tlc e crisi: Telekom Austria annuncia nuovo taglio del dividendo, a 0,05 euro per azione

di Alessandra Talarico |

È il secondo taglio deciso quest’anno: a febbraio era stato portato da 0,76 a 0,38 euro per azione. La Ue, intanto, esprime dubbi sulla fusione tra Orange Austria e H3G.

Austria


Telekom Austria

Telekom Austria taglierà i dividendi dell’87% e non aumenterà il payout nel 2013 per via dell’intensa concorrenza sul mercato domestico e della debolezza della domanda all’estero.

In una nota diffusa ieri a mercati chiusi, l’ex monopolista austriaco delle tlc ha fatto sapere che l’intensificarsi della competizione, unita alle “avverse condizioni macroeconomiche nell’Europa centrale e dell’est e alla pressione regolamentare” avrà un “impatto materiale” sui risultati finanziari e sulla generazione di cassa nel 2013.

 

A febbraio, la società aveva già annunciato un dimezzamento del dividendo, da 0,76 a 0,38 euro per azione per i prossimi due anni, invocando il mutamento del contesto macroeconomico e la volatilità del mercato dei cambi. Ora, il payout è stato abbassato a 0,05 euro per azione e tale resterà anche nel 2013.

 

Il mercato austriaco è molto concorrenziale, con 4 operatori a contendersi 8 milioni di clienti. La pressione competitiva ha spinto i due operatori più piccoli, Orange Austria e Hutchinson 3G a unire le rispettive attività. Sul merger, che ridurrà da 4 a 3 il numero di operatori attivi sul mercato, pesano tuttavia i dubbi dell’Antitrust europeo, che lo scorso luglio ha aperto un’indagine sull’operazione. La Ue ha deciso di prorogare al 30 novembre la decisione sulla fusione, che porterebbe H3G – che ha offerto per gli asset della concorrente 1,3 miliardi di euro – a detenere una quota di mercato del 22%.

 

“In questo contesto, mantenere la flessibilità finanziaria è di fondamentale importanza”, così come è determinante la protezione del rating BBB.

 

Nonostante il taglio del dividendo, Telekom Austria ha confermato le previsioni per l’anno finanziario in corso: i ricavi – come annunciato ad agosto – dovrebbero essere di 4,2 miliardi di euro (contro 4,45 miliardi del 2011), mentre il margine operativo lordo dovrebbe attestarsi tra 1,4-1,45 miliardi, in calo rispetto a 1,53 dello scorso anno.

 

Il Free cash flow operativo e le spese in conto capitale dovrebbero essere comprese entrambe tra  700 e 750 milioni di euro.

 

La società austriaca non è la sola ad aver preso questa decisione: il tabù è stato rotto da Telefonica – che a dicembre dello scorso anno ha annunciato il primo taglio del payout in 10  anni – seguita dalla controllata belga di France Telecom, Mobistar, che ha annunciato una riduzione del 14%.

E l’ex monopolista francese potrebbe essere il prossimo grande player ad annunciare la riduzione del payout: gli analisti di Exane Bnp ritengono che l’operatore pagherà circa 1 euro quest’anno e 0,75 centesimi nel 2013 rispetto a 1,40 euro del 2011. Bernstein, Morgan Stanley e Oddo stimano ribassi anche maggiori. 

France Telecom si era impegnato due anni fa a mantenere un dividendo di 1,40 euro per azione nel 2012 e oltre, ma il Ceo Stéphane Richard ha di recente affermato che tale impegno “non è stato scritto sul marmo” ed è possibile che “la politica di distribuzione sia rivista alla luce del nuovo contesto competitivo”.

 

I sindacati francesi criticano da tempo la politica dei dividendi di France Telecom, giudicata “inefficace nel difficile contesto economico dell’eurozona e talmente esorbitante da ostacolare lo sviluppo dell’azienda”. Chiedono pertanto di riportarlo a 1 euro per un esborso totale di 3,7 miliardi di euro, dei quali 1 miliardo ritornerebbe allo Stato, azionista al 27%.

 

Nei giorni scorsi, invece, Telecom Italia ha confermato la politica dei dividendi nel triennio 2012-2014: l’ammontare del dividendo non scenderà sotto la soglia minima di 4,3 centesimi per le ordinarie e 5,4 per le risparmio, proposta per il 2012 (Leggi articolo Key4biz). Secondo il presidente Franco Bernabè sarà possibile ipotizzare un aumento del dividendo a partire dal 2014, una volta conseguiti  gli obiettivi di riduzione del debito netto a 27,5 miliardi e 25 miliardi di euro, previsti rispettivamente per fine 2012 e per fine 2013.