Protezione dei minori: anche in Italia l’adescamento su internet diventa reato penale

di Alessandra Talarico |

Con il sì definitivo del Senato al disegno di legge che modifica il codice penale e il codice di procedura penale, vengono introdotti due nuovi reati: l’istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia e il grooming.

Italia


Abusi online sui minori

Lo sfruttamento coatto di un minore per fini pornografici o il loro adescamento online sono tra i reati più odiosi di cui ci si possa macchiare. Da ieri, anche in Italia sono considerati reati penali.

Dopo un iter iniziato in Parlamento a marzo 2009, finalmente anche l’Italia ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, firmata a Lanzarote il 25 ottobre del 2007. Viene così introdotta nel nostro codice penale la parola pedofilia e disciplinato l’adescamento di minori ‘via web’.

 

Ieri, il sì definitivo del Senato (con 262 voti favorevoli) al disegno di legge che modifica il codice penale e il codice di procedura penale, introducendo due nuovi reati: l’istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia e l’adescamento di minorenni, ossia ‘qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione’.

 

La legge inasprisce le pene per i reati di ‘maltrattamenti contro familiari e conviventi’ e ‘associazione per delinquere’ se commessi in danno di minori e disciplina, oltre alle fattispecie di abuso sessuale, prostituzione infantile, pedopornografia, partecipazione coatta di minori a spettacoli pornografici, anche i reati di ‘grooming’ (adescamento tramite internet) e turismo sessuale.

 

Non si potrà più dichiarare di non essere a conoscenza della minore età della persona offesa nel caso di commissione di uno dei delitti contro i minori, grazie al principio dell’inescusabilità dell’ignoranza dell’età della persona offesa, introdotto nel codice penale italiano.

 

Il DDL assegna infine alle procure distrettuali la competenza ad indagare su tutte le fattispecie di pornografia minorile, di detenzione di materiale pedopornografico e di adescamento di minorenni.

 

Entrata in vigore il 1 luglio del 2010, la Convenzione rappresenta il primo strumento internazionale che considera reati gli abusi sessuali in danno di soggetti minori. È stata sottoscritta, attualmente, da 44 Stati e ratificata da 21.

Tre gli obiettivi principali della convenzione: contrastare lo sfruttamento dei minori, assicurare protezione alle vittime, promuovere la cooperazione internazionale in materia.

 

Per il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero si tratta di un “importante traguardo di civiltà”. La Convenzione di Lanzarote, ha aggiunto, è “uno strumento fondamentale, frutto di un intenso negoziato che ha visto tra i suoi protagonisti anche l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, organismo che opera presso il Dipartimento per le pari opportunità”.

 

“La ratifica della convenzione di Lanzarote è una buona notizia per tutti i minori che vivono nel nostro Paese. Si tratta di un’arma in più per contrastare gravi violazioni come l’abuso e lo sfruttamento sessuale”, ha sottolineato Vincenzo Spadafora, Garante per l’Infanzia e l’adolescenza.

“La violenza sui minori rappresenta uno dei reati più odiosi e l’aver raggiunto, con molto senso dell’equilibrio, l’unanimità su una materia come questa ci allinea ai paesi più avanzati sulla tutela dei soggetti minori”, ha aggiunto.