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Diritto d’autore: Italia nella Watch List degli USA. Il Congresso accusa l’Agcom di non aver ancora approvato il regolamento antipirateria

Stati Uniti


L’Agcom è alle prese col disciplinare di gara per le frequenze Tv, di cui oggi ha predisposto una prima bozza da mandare alla Commissione Ue (Leggi Articolo Key4biz), ma presto dovrà mettersi al lavoro su un altro spinoso dossier. Una bella patata bollente ereditata dal vecchio consiglio presieduto da Corrado Calabrò, che come ultimo atto fece un pesante passo indietro sul regolamento antipirateria (Leggi Articolo Key4biz).

Faciant meliora sequentes!”, disse l’allora presidente dell’Autorità, presentando la Relazione del settennato. Al Consiglio di Cardani, la pesante eredità.

 

Oggi a lanciare un grosso sasso nello stagno è il Congresso USA che pubblica il “2012 International Piracy Watch List“, che muove pesanti accuse all’Italia, ma anche Cina, Russia, Svizzera e Ucraina.

 

Nella parte che riguarda il nostro Paese si sottolinea che la pirateria in Italia continua a danneggiare i creatori italiani e americani.

Ad oggi manca un quadro regolamentare atto a risolvere il problema e anche una chiara volontà ad affrontarlo.

 

L’Agcom, si legge ancora, non è stata in grado di adottare la necessaria riforma antipirateria, lasciando gli aventi diritto sprovvisti di strumenti tali da far rispettare in modo efficace ed efficiente il copyright.

Senza sostanziali riforme, la pirateria continuerà a far danno in Italia e si contribuirà alla diffusa percezione che il downloading illegale non è nocivo.

 

Il repubblicano Adam Schiff ha detto chiaramente: “che si tratti di registi, discografici o produttori di app, la nostra economia si basa sul principio che la proprietà deve essere rispettata e non rubata”.

La Watch List va proprio nella direzione di lanciare un monito ai pirati e ai partner commerciali degli USA, affinché rispettino gli IPR dei creatori.

“Le nostre industrie – ha ribadito Schiff – danno lavoro a milioni di americani e rappresentano le nostre più competitive esportazioni”.

Si chiedono, quindi, parità di condizioni e che tutti gli Stati rispettino gli obblighi di protezione degli IPR e facciano rispettare le leggi esistenti.

 

Il Repubblicano Bob Goodlatte ha sottolineato che la dilagante pirateria, gli artisti non avranno più incentivi finanziari per continuare a produrre le loro opere. 

Il risultato finale è che gli USA perderanno miliardi di dollari di entrate annue e ci saranno forti tagli in termini di crescita di posti di lavoro ed esportazioni. L’unico modo che hanno gli Stati Uniti  per garantire la piena tutela delle loro opere di ingegno “è incoraggiare  attivamente gli altri Paesi del mondo ad adottare e applicare forti leggi sulla proprietà intellettuale “.

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