Mercato media in fermento: ma quale broadcaster straniero investirebbe in Italia con le attuali regole?

di Raffaella Natale |

Sic troppo vago, incognita sulla prossima asta delle frequenze, presenza di un forte duopolio. La situazione non sembra molto incoraggiante. Si prospetta un autunno veramente caldo.

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Mercato media in fermento oggi sulla scia di chiarimenti e annunci che riguardano Mediaset e TI Media.

Il mercato non accoglie bene il titolo del Biscione, nonostante la nota ufficiale con cui da Cologno Monzese hanno fatto sapere di non essere in gara per La7 (Leggi Articolo Key4biz). Stamani le azioni di Mediaset viaggiavano in fondo al Ftse Mib con un calo del 2,3% a 1,731 euro, facendo prevedere un’altra seduta in flessione.

 

Intermonte commenta che “Mediaset avrebbe dovuto indebitarsi ulteriormente per l’acquisto di La7 con il rischio poi che l’Antitrust concedesse un’approvazione condizionata del deal limitandone le sinergie effettive“. Si sottolinea peraltro l’incognita che nella partita per La7 arrivi un concorrente in grado di rafforzarne palinsesto e audience.

 

Mediobanca, tra l’altro advisor di TI Media in questa operazione insieme a Citigroup, giudica positivamente la mossa di Mediaset, ribadendo che l’operazione “avrebbe posto ulteriore pressione nel breve termine sul leverage del gruppo”.

Sfortunatamente – conclude – la sensazione è che i prossimi due mesi saranno estremamente impegnativi per il mercato domestico della pubblicità”.

Dai minimi di fine luglio a venerdì scorso, Mediaset aveva guadagnato quasi il 54% in Borsa. Intanto sul listino, TI Media, dopo la fiammata di inizio settimana (ieri l’azione ha chiuso a +22%), stamani perdeva circa il 9% a 0,2083 euro.

 

Sulla faccenda è intervenuto con chiarezza anche il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè che ieri ha dichiarato senza mezzi termini: “TI Media non verrà venduta a qualunque prezzo”.

Il presidente di Telecom ha anche precisato che verranno presi in considerazione i diversi progetti industriali contenuti nelle offerte che dovranno essere consegnate entro il 24 settembre, mentre giovedì 27 si riunirà il Cda per esaminarle. Date che la società ha tenuto a sottolineare e a confermare, anche su richiesta della Consob, in una nota stampa pubblicata nel tardo pomeriggio di ieri, dove si legge che “solo sulla scorta dell’analisi delle offerte ricevute saranno definiti i passi successivi e la relativa tempistica”.

Bernabè ha indicato che il gruppo conta di chiudere l’operazione entro fine anno in modo tale da portare l’indebitamento netto a 27,5 miliardi di euro, per rispettare il piano industriale, ma l’operatore tlc non ha alcuna fretta e non intende svendere gli asset, che comprendono oltre alla Tv La7 anche la società che gestisce i tre multiplex, TI Media Broadcasting (TIMB).

 

Ed è soprattutto questo ultimo business che fa gola a tanti operatori del mercato, specie in vista della prossima asta delle frequenze per il digitale terrestre, per la quale si attende  il disciplinare di gara dell’Agcom.

Per La7, Bernabè ha indicato che in vendita “c’è un progetto, delle professionalità e uno spirito di azienda. Nelle valutazioni delle offerte c’è ovviamente il prezzo che è un aspetto fondamentale – ha proseguito – ma c’è anche un progetto industriale, La7 è una società che ha un valore importante, è l’unica delle tv generaliste che ha visto crescere l’audience in modo rilevante rispetto all’andamento del mercato e che ha visto crescere i ricavi pubblicitari in un momento di crisi drammatica”.

 

Oltre a Mediaset, anche Sky Italia s’è tirata fuori dalla partita. Stando alle informazioni in possesso di Key4biz, nonostante i continui rilanci delle agenzie, il gruppo di Rupert Murdoch non sarebbe interessato all’acquisto di TI Media (Leggi Articolo Key4biz).

Ha solo firmato la lettera di confidenzialità con gli advisor, in modo da ricevere l’information memorandum e poter visionare i dati economici e previsionali del gruppo televisivo controllato da Telecom Italia. Ma semplicemente per avere in mano dati certi e comprendere meglio il mercato nel quale si opera.

 

Fuori Sky, Mediaset e forse anche Al-Jazeera (Leggi Articolo Key4biz), in lizza al momento resterebbero Urbano Cairo, che raccoglie la pubblicità per La7, Discovery Channel, la tedesca Rtl, gli spagnoli di Abertis per le torri, senza dimenticare l’operatore telefonico H3G, oltre che fondi infrastrutturali e di private equity, tra cui l’italiano Clessidra.

Il Gruppo L’Espresso appare, invece, molto freddo nonostante tempo fa avesse apertamente mostrato il proprio interessamento. Ma in quel caso le ipotesi più accreditate erano quelle di un acquisto solo delle infrastrutture televisive. I tre multiplex di TI Media, quindi, che potevano aggiungersi ai due posseduti da De Benedetti.

 

Oggi non se ne parla più, ma ieri con una nota ufficiale, L’Espresso ha smentito le trattative con Sky su un’ipotetica alleanza nel digitale terrestre (Leggi Articolo Key4biz), ma ha anche lanciato una sorta di avvertimento: “consideriamo indispensabile un assetto del settore televisivo nazionale che non penalizzi la nostra attività rispetto alle emittenti del cosiddetto ‘duopolio’ al fine di scongiurare il rischio di ritorno a una situazione di scelta ‘blindata’ per gli utenti (la concessionaria pubblica, un unico operatore privato e le tv locali) simile a quella del telecomando degli anni ’90”.

“Il Gruppo, pertanto, – conclude la nota – confida che l’Agcom garantisca un trattamento paritario a tutti gli operatori nazionali ex analogici, senza impedire agli editori televisivi nazionali minori di contendere la raccolta pubblicitaria ai soggetti dominanti”.

 

Effettivamente la situazione presente sul mercato italiano appare molto ingarbugliata. Qualcuno ipotizza che per TI Media arriverà un broadcaster straniero. Ma il problema che si pone è un altro. E forse sta proprio tra le righe della nota de L’Espresso. Chi può essere interessato a portare i suoi soldi in Italia, vista la mancanza di regole certe, sia per quanto riguarda il calcolo del Sic, che la futura asta delle frequenze? (Leggi Articolo Key4biz)