eBook: si avvia a conclusione procedura Ue per sospetto cartello. Ecco gli impegni di Apple e dei 4 editori

di Raffaella Natale |

Le parti interessate avranno un mese di tempo per presentare le loro osservazioni. Se la prova mercato darà esito positivo, l’Antitrust Ue renderà legalmente vincolanti gli impegni proposti.

Unione Europea


Commissione europea

Svolta anche nella Ue per le indagini, avviate a dicembre scorso, che riguardano il presunto cartello sul mercato eBook e che coinvolgono Apple e i quattro editori Simon & Schuster (CBS Corp., USA), Harper Collins (News Corp, USA), Hachette Livre (Lagardère Publishing, Francia), Verlagsgruppe Georg von Holtzbrinck (controllata da Macmillan, Germania).

Nel caso è coinvolta anche Penguin (Pearson Group, Gran Bretagna) che però, così come negli Stati Uniti, s’è rifiutata di collaborare alle indagini in corso.

 

Oggi la Commissione ha invitato le parti interessate a esprimere le loro osservazioni relativamente agli impegni proposti dalle cinque società coinvolte in questo spinoso dossier, che anche negli Stati Uniti si avvia a soluzione (Leggi Articolo Key4biz).

Le parti interessate hanno ora un mese di tempo per sottoporre a Bruxelles le proprie osservazioni. Se la prova mercato darà esito positivo, l’Antitrust Ue renderà legalmente vincolanti gli impegni proposti.

 

La Commissione ritiene che Apple e i quattro editori possano aver violato le regole antitrust della Ue, che vietano cartelli e pratiche restrittive (art. 101 Trattato Ue), controllando insieme la vendita di eBook, attraverso l’imposizione di nuovi modelli di vendita all’ingrosso o con contratti di agenzia contenenti le stesse parole chiave (in particolare l’inusuale clausola ‘Most Favoured Nation’ per i prezzi al dettaglio).

 

La Ue teme che questa opzione possa essere stato il risultato di una concertazione tra editori concorrenti, con l’aiuto di Apple, volta ad aumentare i prezzi di vendita al dettaglio degli eBook nell’Aera Economica Europa (EEA) e ostacolando l’offerta a prezzi più bassi.

 

Fino all’arrivo dell’iPad sul mercato, i prezzi sui libri digitali venivano fissati dai rivenditori e non dagli editori. La Ue sospetta, quindi, che da allora sia stata adottata una nuova tipologia di contratti di agenzia che ha permesso ai publishers di fissare il prezzo, a danno dei consumatori.

 

Le cinque compagnie si sono, quindi, impegnate con la Commissione europea a rescindere gli attuali contratti di agenzia e ad astenersi per cinque anni dall’inserimento di clausole MFN sui prezzi.

Nella stipula dei nuovi contratti di agenzia con gli editori, i rivenditori saranno liberi di fissare il prezzo al dettaglio degli eBook per due anni. Si precisa però che gli sconti praticati dai retailers non devono eccedere l’ammontare annuo delle commissioni che questi ricevono dagli editori.

Se una delle società dovesse venir meno a questi impegni, la Commissione Ue, così come prevede l’art. 9 del Regolamento antitrust, potrà immediatamente infliggere una multa calcolata fino al 10% del fatturato annuo mondiale.

In una nota, Hachette Livre ha dichiarato che gli impegni presi dovrebbero spingere la Ue a chiudere in tempi rapidi la procedura avviata contro di loro. L’editore “è certo di non aver mai violato le norme sula concorrenza”, ma ritiene che “un contenzioso davanti all’Antitrust europeo possa avere un impatto negativo sul proprio mercato e più in generale sullo sviluppo di quello dei libri digitali”.

Hachette Livre, Simon & Schuster e Harper Collins hanno siglato un accordo stragiudiziale con le autorità statunitensi per chiudere anche qui il procedimento per sospetto cartello negli eBook (Leggi Articolo Key4biz). Hanno, quindi, accettato di pagare 69 milioni di dollari per compensare i consumatori’ che hanno acquistato libri digitali tra il 1° aprile 2010 e il 21 maggio 2012.

Nell’ambito dell’accordo stragiudiziale i tre editori hanno anche acconsentito a modificare le loro pratiche per consentire ai distributori di eBook, come Amazon o Barnes & Noble, di ridurre eventualmente anche i prezzi dei loro titoli.

Nello stesso caso, le autorità americane hanno tuttavia deciso di perseguire Penguin, Macmillan, e Apple, che hanno rifiutato l’accordo. Sarà, quindi, il tribunale a decidere.