Sky nega interessamento per TI Media e partnership con L’Espresso: si punta solo all’asta per le frequenze e al miglioramento dei contenuti

di Raffaella Natale |

Secondo le informazioni in possesso di Key4biz, il gruppo di Murdoch non è interessato ad alcun testa a testa con Berlusconi per la Tv di Telecom. Ha solo preso visione dei dati di un competitor.

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Sky non è interessata all’acquisto degli asset (Tv e multiplex) messi in vendita da TI Media.

Stando alle informazioni in possesso di Key4biz, l’azienda del tycoon australiano Rupert Murdoch ha firmato solo la lettera di confidenzialità con gli advisor Mediobanca e Citigroup, in modo da ricevere l’information memorandum e poter visionare i dati economici e previsionali del gruppo televisivo controllato da Telecom Italia di Franco Bernabè.

 

Questo, secondo quando apprende Key4biz, solo per avere in mano dati certi e comprendere meglio il mercato nel quale si opera, quello televisivo appunto.

Un polverone inutile, quindi, quello sollevato da alcuni giornali, che arrivano a parlare di un testa a testa tra Berlusconi e Murdoch per compare una tv come La7 o la società delle torri TI Media Broadcasting. Un vociare che ha fatto bene ad alcuni titoli e meno ad altri.

 

Del resto, a riguardo, il gruppo era già stato chiaro a giugno, quando uscì la notizia che Sky aveva ricevuto, come altri player interessati, i documenti di presentazione dell’azienda (Leggi Articolo Key4biz).  Nell’occasione il CEO, Andrea Zappia, ammise di aver preso visione del dossier ma che questo non implicava la volontà di acquisto: “Quando c’è un operatore in vendita, chiunque va a vedere i documenti”. Per Zappia, è, quindi, solo un’iniziativa di “comprensione del mercato e non di un interesse di Sky per La7.

 

Sky, perciò, continua per la sua strada, intensificare gli investimenti sui contenuti, allargando l’offerta, rendendola varia e puntando a un a target sempre più ampio.

Va in questa direzione, l’ultimo acquisto dei diritti trasmissione in chiaro degli highlights dei gol, che arriveranno sul suo canale in chiaro Cielo del digitale terrestre ancora prima che sulla Rai, dalle 18.00 alle 18.15 (Leggi Articolo Key4biz).

L’ultima operazione segue l’acquisto dei diritti di trasmissione delle Olimpiadi, delle Paralimpiadi, ma anche l’esclusiva per il Mondiale di Formula 1 a partire dal 2013 e del MotoGP dei prossimi anni.

 

Un piano che al momento non prevede alcuna partnership con il Gruppo L’Espresso, di cui s’è parlato nei giorni scorsi (Leggi Articolo Key4biz).

Anche in questo caso ci sono di mezzo i multiplex ma, stando alle nostre informazioni, non è in discussione alcuna joint-venture.

 

Che interresse avrebbe Sky a investire in una joint-venture con L’Espresso, quando il business va in altra direzione? Sui possibili vantaggi di questo ipotetico accordo pendono troppe incognite.

 

Qualcuno ha fatto riferimento al privilegio di sfruttare la posizione 9 del telecomando, occupata oggi da Dee Jay Tv del gruppo L’Espresso, mentre Cielo di Sky è posizionato sul numero 26.

Ben poco per parlare di una partnership, quando sappiamo che l’Agcom dovrà rivedere tutto il Piano di numerazione automatica dei canali (LCN – Logical Channel Number), a seguito delle sentenze del Consiglio di Stato depositate lo scorso 31 agosto (Leggi Articolo Key4biz).

 

Quello che, invece, appare certo è che Sky intende continuare a investire sui contenuti, rendere più forte il canale Cielo e aspettare l’asta per le frequenze del digitale terrestre, di cui si attende il disciplinare di gara da parte dell’Authority.

 

Nei mesi scorsi, Zappia ha, infatti, chiarito che l’azienda potrebbe rientrare in gara dopo aver deciso a novembre di tirarsi fuori, alla luce della decisione del governo di mettere all’asta le frequenze e annullare la precedente assegnazione con la formula del beauty contest (Leggi Articolo Key4biz).

“Riconosco al Governo Monti di aver fatto un importante passo avanti, scegliendo un approccio neutrale, gettando le basi per favorire e accelerare un’evoluzione più aperta e pluralista del mercato televisivo”.

 

Zappia ritiene anche che il ricavato dell’asta dipenderà molto da come l’Agcom definirà nel dettaglio il disciplinare di gara: “Ma è sicuramente vero che quando un bene pubblico, scarso e prezioso, viene messo all’asta in modo neutrale, aperto e trasparente, è possibile attrarre un buon numero di acquirenti”.