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Ricerca e innovazione: nuova strategia Ue punta su cooperazione internazionale, mentre l’Italia lancia la ‘rete’ dei cervelli in fuga

Europa


Mentre in Italia il ministero degli Esteri e quello dell’Istruzione si apprestano a lanciare la piattaforma Innovitalia.net – che servirà a mettere in contatto i ricercatori italiani all’estero con quelli residenti nel nostro Paese – anche la Commissione europea vara una nuova strategia volta a sviluppare la cooperazione internazionale in materia di ricerca e sviluppo.

L’Europa genera attualmente genera il 24% della spesa globale in materia di ricerca, il 32% delle pubblicazioni a forte impatto e il 32% delle domande di brevetto. Ma l’appeal del Vecchio Continente quale luogo privilegiato per la ricerca e l’innovazione risulta appannato dalla non sempre eccellente competitività delle sue industrie di fronte alla dinamicità dimostrata dagli Usa e dai paesi asiatici.

 

L’Italia, in questo contesto, punta sulla vasta rete di ‘cervelli in fuga’: scienziati riparati all’estero in cerca di un humus più favorevole e ricettivo delle loro competenze. La piattaforma Innovitalia.net – che sarà presentata il prossimo 4 ottobre – si propone come strumento per lo scambio di conoscenze ed esperienze e si affianca al progetto ‘Messaggeri’, volto a promuovere la diffusione di competenze innovative negli atenei del Sud Italia, attraverso il coinvolgimento di ricercatori impegnati all’estero e interessati ad insegnare nel Mezzogiorno. L’iniziativa – promossa dal Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, e dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo – ha ricevuto stanziamenti per 5,3 milioni di euro e si pone come obiettivo quello di importare saperi e tecniche innovative, dando al contempo la possibilità agli studenti di usufruire di stage in altri Paesi.

 

Sul fronte europeo, la Commissione si muove per rafforzare lo sviluppo della cooperazione internazionale, facilitando l’accesso a nuove fonti di conoscenza e per affrontare le sfide globali.

 

Già oggi, un quinto dei progetti di ricerca europei coinvolge almeno un partner dei paesi terzi, mentre il 6% dei partecipanti al Settimo programma quadro per la ricerca (7°PQ) proviene da paesi terzi.

La nuova strategia sarà attuata principalmente attraverso l’apertura del programma di finanziamento per la ricerca e l’innovazione Orizzonte 2020 – che consentirà ai ricercatori europei di collaborare con i propri omologhi dei paesi terzi su tematiche di loro scelta  – nonché mediante iniziative comuni con gli Stati membri.

La strategia mira anche a promuoverà principi internazionali comuni in materia di ricerca e innovazione, quali l’integrità della ricerca, la sensibilizzazione alle tematiche di genere e il libero accesso, al fine di garantire alla comunità globale della ricerca e dell’innovazione condizioni di parità nella cooperazione internazionale.

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